Ad Silanos

𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?

Anche il Friuli VG ha la sua Camelot, cioè un luogo noto nell’antichità, favoleggiato e reso leggendario grazie a mappe e racconti, ma di cui si sono perse le tracce con lo scorrere del tempo. Ne troviamo tracce indelebili nella 𝙏𝙖𝙗𝙪𝙡𝙖 𝙋𝙚𝙪𝙩𝙞𝙣𝙜𝙚𝙧𝙞𝙖𝙣𝙖 (che potete consultare qui: https://luciodp.altervista.org/…/mappe/peutingeriana.html ).

E’ un rotolo composto da 11 fogli di pergamena che misura 6,75 metri in lunghezza e 34 cm in altezza. Il fatto che manchino uno o più fogli all’inizio è assodato, perché nelle intenzioni di chi l’ha realizzata, c’era la rappresentazione grafica dell’intera rete viaria dell’Impero Romano. Il documento, oggi conservato nella Biblioteca Nazionale di Vienna, è molto probabilmente la copia, effettuata tra il XII e i XIII secolo, di un’antica carta romana. Il rotolo comprende i territori che vanno dalle isole britanniche fino a una terra – chiamata Sera maior – identificata approssimativamente con l’Impero Cinese.

Non sono rispettate né le forme né le distanze degli elementi geografici, ma sono indicate le città più importanti, le vie di collegamento fra esse, i luoghi di sosta (𝙢𝙖𝙣𝙨𝙞𝙤) lungo le vie, le distanze tra alcuni punti notevoli e la suddivisione in tappe giornaliere per le lunghe percorrenze.

Provate ad individuare 𝘈𝘲𝘶𝘪𝘭𝘦𝘪𝘢 (la trovate a fianco di “𝘍𝘰𝘯𝘵𝘦 𝘛𝘪𝘮𝘢𝘷𝘪”). Da lì diparte una traccia, recante l’indicazione della distanza XXXV (35), che sale verso nord/nord-est. Incrocia poi “𝙖𝙙 𝙎𝙞𝙡𝙖𝙣𝙤𝙨” che tradotto significa “𝘢𝘭𝘭𝘦 𝘙𝘪𝘴𝘰𝘳𝘨𝘪𝘷𝘦”. Un punto strategico, insomma, dove potersi rifornire di acqua, posto alla confluenza di due arterie viarie piuttosto importanti. La Via Iulia Augusta (che da Aquileia conduceva a Virunum, l’odierna Zollfeld in Austria) e la Via Claudia Augusta (o Compendium Concordia Noricum, che invece partiva da Concordia Sagittaria).

La distanza da Aquileia è indicata in miglia romane (35), laddove un miglio è l’equivalente di mille passi (la distanza tra gli appoggi dello stesso piede) di un soldato romano di stazza media, cioè circa 1,48 chilometri. Quindi “ad Silanos” si sarebbe trovata a circa 52 chilometri da Aquileia. Ma di essa non c’è più alcuna traccia.

Un tratto della via Claudia Augusta è stata di recente rinvenuta nei pressi di Artegna. Alcuni studiosi pensano di aver identificato in una zona allora acquitrinosa, a nord di 𝘽𝙪𝙚𝙧𝙞𝙞𝙨, la località misteriosa. Da lì in poi, la via di comunicazione sarebbe proseguita verso Artegna, Gemona, Venzone, seguendo le propaggini montuose. Questo per evitare le zone pianeggianti che, a causa della persistente presenza di affioramenti di acqua (risorgive), erano spesso impraticabili.

Però la poca distanza da Aquileia mette qualche dubbio agli studiosi.

Alcuni storici si sono spinti più a nord, imbattendosi in una frazione di Gemona del Friuli, 𝙂𝙤𝙙𝙤, che ospita una fontana detta “𝘚𝘪𝘭𝘢𝘯𝘴”. Il toponimo fa molto probabilmente riferimento ai Sileni, creature mitologiche greche aventi forma umana, ma con orecchie, coda e zoccoli di cavallo. I mascheroni che adornavano l’antica fonte raffiguravano verosimilmente questi esseri.

Ma l’associazione fonetica tra i due termini scatta immediata. E anche le miglia di distanza tra le due località sono più plausibili.

A corroborare questa tesi ci sono due rinvenimenti fortuiti piuttosto importanti. Quello del 25 marzo 1965 quando il sig. Sabidussi di Godo estrae dal terreno elementi di corredi funerari di età protostorica (Età del Ferro), romana e altomedioevale. L’altro rinvenimento, del 2003 e sempre a Godo, è di un ipocausto (impianto di riscaldamento presente nelle terme romane), che fa presumere l’esistenza in epoca romana di un notevole centro abitato, con dimore anche signorili.

Il mistero permane e molto difficilmente verrà svelato, per due motivi principali.

Se anche nelle vicinanze della fontana ‘Silans’ fosse sorta e prosperata la misteriosa mansio romana, i resti antichi sono stati inevitabilmente rasi al suolo dalle enormi frane scaricate dal monte Glemine e dal monte Cjampon e trasportate dal torrente 𝙂𝙧𝙞𝙙𝙚𝙪𝙡𝙚 nel 1430 e nel 1499.

E anche l’acquitrino, che 2000 anni fa copriva un ampia zona a nord delle cerchie moreniche tra Bueriis, Trasaghis e Gemona, retaggio del ghiacciaio Würmiano, ha cancellato ogni traccia di eventuali vie di comunicazione che potessero facilitare le ricerche degli studiosi.

A noi resta la curiosità di andare a scovare la fontana e anche il lavatoio “Silans”. E immaginare quante esistenze siano passate accanto ai due manufatti.

ᶠᵒᵗᵒ: ʰᵗᵗᵖˢ://ᵛⁱˢⁱᵗᵍᵉᵐᵒⁿᵃ.ᶜᵒᵐ/ᵛⁱᵛⁱ/ᵗʳᵉᵏᵏⁱⁿᵍ/ˡᵃᵛᵃᵈᵒʳ⁻ˢⁱˡᵃⁿˢ/

Fontana ‘Silans’, Godo di Gemona del Friuli

Lavatoio 'Silans', Godo di Gemona del Friuli
Lavatoio ‘Silans’, Godo di Gemona del Friuli