Aonedis

𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?

Il medio corso del Tagliamento è un gioiello di biodiversità, numero e tipo di ambienti, nonché corridoio ecologico per il transito di specie viventi, e generatore/distruttore di territori abitati dall’uomo da millenni. Ma il Tagliamento non ha mutato solo le terre su cui scorreva, ha mutato numerose volte faccia, forma e funzione. Tanti sono i siti carnici che testimoniano antichi paleoalvei del fiume, a ribadire il concetto che i corsi d’acqua sono cangianti. Cambia la loro portata, cambiano gli emissari e gli immissari, cambia la sede e cambia la morfologia.

Siete mai stati a passeggio sul greto del Tagliamento, giusto 3 km a valle della stretta di Pinzano? Avete osservato le cosiddette “𝙨𝙘𝙖𝙧𝙥𝙖𝙩𝙚 𝙙𝙞 𝘼𝙤𝙣𝙚𝙙𝙞𝙨” sulla sinistra idrografica? Sono maestosi calanchi messi a nudo proprio dall’azione levigante e corrosiva del fiume. Ma prima ancora erano 𝙙𝙚𝙥𝙤𝙨𝙞𝙩𝙞 𝙖𝙡𝙡𝙪𝙫𝙞𝙤𝙣𝙖𝙡𝙞, cioè strati e strati di ciottoli, ghiaie, sabbie e limi portati fin lì dalle montagne, grazie a quell’enorme nastro trasportatore che sono stati i ghiacciai e i corsi d’acqua interglaciali che per millenni hanno smantellato i rilievi e alzato il livello dell’odierna pianura friulana.

Per il principio della sovrapposizione stratigrafica, ciò che sta sotto è più antico di ciò che gli sta sopra. Siete d’accordo? Ma la regola non vale per Aonedis. Gli strati visibili alla base della scarpata sono formati da sedimenti originatisi tra il 𝙈𝙞𝙤𝙘𝙚𝙣𝙚 e il 𝙏𝙧𝙞𝙖𝙨𝙨𝙞𝙘𝙤 𝙨𝙪𝙥𝙚𝙧𝙞𝙤𝙧𝙚 (237 – 10 milioni di anni fa) e provengono da un bacino idrografico che si chiude a nord nei dintorni dei monti Verzegnis e Piombada, nelle Prealpi Carniche; proprio dove sgorga l’𝘼𝙧𝙯𝙞𝙣𝙤. Si deduce che è stato lui a disgregare e smantellare i rilievi suddetti e quelli inclusi nel medesimo bacino. E a trasportare i materiali verso valle, depositandoli nel proprio alveo, in corrispondenza dell’odierna scarpata, 100’000 – 30’000 anni fa.

Ad occhio nudo si nota che gli strati superiori dei calanchi sono diversi, non solo per la colorazione (più bianco-grigiastra), ma anche per le dimensioni dei ciottoli e l’assenza di strati di limo e argilla. L’analisi di questi sedimenti ha rivelato che le montagne, da cui questi sono stati erosi, si sono generate addirittura tra il 𝙋𝙖𝙡𝙚𝙤𝙯𝙤𝙞𝙘𝙤 e il 𝙏𝙧𝙞𝙖𝙨𝙨𝙞𝙘𝙤 (460 – 250 milioni di anni fa). Solo le Alpi carniche – in FVG – sono formate da rocce così antiche.

Perché dunque queste si trovano depositate solamente nella parte sommitale della scogliera?

Perché il nastro trasportatore ha cambiato rotta lungo la sua discesa verso la pianura friulana. E’ di nuovo il 𝙏𝙖𝙜𝙡𝙞𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤, il protagonista. Durante l’ultima glaciazione, la würmiana (20’000 – 10’000 anni fa) la lingua di ghiaccio tilaventina ha esarato ( = consumato, infranto) il diaframma roccioso che collegava Monte Prât al Clapàt e che indirizzava il fiume inter-glaciale verso l’odierna Majano, poi Fagagna e Udine. L’alveo era decisamente ingombro di detriti e la quota sicuramente superiore a quella dell’Arzino, che se ne scorreva placido tra Pontaiba e la stretta di Pinzano, prima di gettarsi verso Spilimbergo.

Crollato il diaframma, il Tagliamento ha invaso e usurpato l’alveo dell’Arzino, forte delle proprie portate e degli apporti di ghiaie. E ha iniziato a coprire i sedimenti dell’Arzino coi propri. Facile no? Rocce anziane sopra rocce giovani.

Allo stato attuale, la scarpata è ben visibile, come dicevo all’inizio, dal greto del Tagliamento, magari partendo da Valeriano (Pinzano al T.to, PN). Ma esiste una location più romantica per gettare uno sguardo sulle splendide formazioni rocciose: dalla 𝙥𝙖𝙣𝙘𝙝𝙞𝙣𝙖 𝙙𝙞 𝘼𝙤𝙣𝙚𝙙𝙞𝙨. La si raggiunge scendendo lungo uno dei promontori scavati dal fiume, in sinistra idrografica. Le foto scattate al tramonto sono da cartolina.

Serve altro per indurvi a visitarla?

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