𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?
Alcuni giorni fa sono stata “sticiata” da una persona “speciale” (nel senso che abbiamo lo stesso gusto macabro e goliardico) a scrivere il qui presente spiegone. Ovviamente mi sono dovuta documentare, ma è un’attività molto stimolante e solitamente mi induce ad approfondire altri argomenti collaterali. Quindi grazie Marco 💄.
Torniamo allo spiegone truculento: le api del genere 𝘔𝘦𝘭𝘪𝘱𝘰𝘯𝘢, originarie delle foreste pluviali del Costa Rica, nascono senza pungiglione e con altre caratteristiche genetiche peculiari.
Le suddette api sono dotate, lungo le zampe posteriori, di una sacca detta “cestella” dove riporre il polline bottinato (raccolto) sui fiori, ma hanno sostanzialmente molti meno peletti disposti sulle zampette rispetto alle loro cugine mellifere. Di conseguenza raccoglieranno meno polline.
Ma chi l’ha detto che devono raccogliere per forza polline? Le api saranno libere di portare nell’alveare e cibarsi di ciò che più aggrada loro.
E le api dello spiegone si chiamano 𝙖𝙥𝙞 𝙖𝙫𝙫𝙤𝙡𝙩𝙤𝙞𝙤 o 𝙘𝙖𝙧𝙤𝙜𝙣𝙚 perché concentrano le loro attenzioni sulla carne, snobbando le inflazionate corolle floreali.
Anche in questo caso la selezione naturale ci ha messo lo zampino: le api avvoltoio sono dotate di un 𝘥𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘢𝘨𝘨𝘪𝘶𝘯𝘵𝘪𝘷𝘰, adatto ad azzannare la carne, di 𝘤𝘦𝘴𝘵𝘦𝘭𝘭𝘦 pronte a trasportarne piccoli bocconi e di una 𝘧𝘭𝘰𝘳𝘢 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘴𝘵𝘪𝘯𝘢𝘭𝘦 che permette di digerire le proteine animali senza temere gli effetti mortali di agenti patogeni, che si sviluppano inevitabilmente nella carne in decomposizione. Batteri acidofili, lactobacilli, carnobatteri sono alcune delle presenze intestinali che solo queste api possono vantare, oltre a iene e uccelli saprofagi (avvoltoi) e similaria.
Le api prelevano la carne dalle carogne, la digeriscono parzialmente per portarla poi all’alveare, dove verrà lasciata stagionare per un paio di settimane. Il miele che ne deriva viene poi usato per nutrire le larve contenute nell’alveare.
Chi ha avuto la “fortuna” di assaggiarlo riferisce che è un prodotto non dissimile dal classico miele (ottenuto da polline e nettare vegetali), con un sapore leggermente affumicato e una consistenza più appiccicosa.
Ai buongustai l’ardua sentenza.
ᶠᵒᵗᵒ: ᵍʳᵉᵉⁿʳᵉᵖᵒʳᵗ.ⁱᵗ
