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ππ²πΆπͺππ¦πͺπ’, importante accampamento romano, crocevia commerciale con le terre del nord, sede patriarcale e patrimonio Unesco, non fu fondata dai Romani nel 181 a.C. Il toponimo dell’insediamento deriva chiaramente dal nome del fiume sulle cui sponde erano state costruite le prime abitazioni: ππ¬πͺππͺπ΄. Il fiume Γ¨ scomparso per lasciare posto al Natissa, che oggi scorre nei pressi della cittΓ .
I Celti furono un insieme di popolazioni indo-europee che si stanziarono in larga parte dell’Europa continentale; un gruppo di questi, chiamati Carni, giunse in Friuli nel 400 a.C. circa. Di loro ci restano numerose testimonianze linguistiche. Gran parte dei toponimi che richiamano il termine “Karn” sono riconducibili ai loro insediamenti. Carinzia, Krain, Carso, Carnia, Carniola etc. Ma anche i toponimi che terminano in “eia” sono di chiare origini Carnico-Celtiche (Celeia in Slovenia, Noreia in Carinzia). E come avrebbe potuto chiamarsi un insediamento carnico sul fiume Akilis, se non ππ¬πͺππ¦πͺπ’?
Nel 115 a.C. i Carni friulani vennero sconfitti dal console romano Mario Emilio Scauro e assoggettati all’Impero Romano. Solo nel 181 a.C. l’insediamento di Akileia venne definitivamente occupato dai Romani, ampliato, fortificato, dotato di infrastrutture visibili ancora oggi (il porto, i magazzini, le cinte murarie) e rinominato Aquileia, associandone volutamente l’origine all’Aquila, simbolo del potere di Roma. Ufficialmente la storia di Aquileia inizia in quell’anno del II secolo a.C. anche se testimonianze linguistiche e architettoniche raccontano ben altro.
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