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DIDASCALIA PRESENTE ALย CENTRO ETNOGRAFICOย DI SAURIS
L’๐๐ง๐๐๐๐ฉ๐๐ฉ๐ฉ๐ช๐ง๐ ๐ฉ๐ง๐๐๐๐ฏ๐๐ค๐ฃ๐๐ก๐ ๐จ๐๐ช๐ง๐๐ฃ๐ รจ caratterizzata dall’utilizzo delle materie prime locali (legno e pietra) e delle tecniche collaudate nel corso dei secoli. ย
Le abitazioni di solito erano staccate dai rustici, ma ci sono anche esempi di aggregazione di case e rustico nello stesso fabbricato. Gli edifici erano costruiti su terreni con una certa pendenza e avevano quindi il piano terreno interrato su tre lati. In questo modo nelle abitazioni si ricavavano alcuni locali freschi (๐ฌ๐ฉ๐ฆ๐ญ๐ฅ๐ฆ๐ณ๐ฏ) per la conservazione degli alimenti. Nei fienili, il portone sul lato a monte si trovava al livello della strada, facilitando le operazioni di deposito del fieno. ย
Sia la casaย (๐ฉ๐ข๐ถ๐ด)ย che il rustico hanno generalmente il piano terreno in pietra e i piani sopraelevati in legno, costruiti con la tecnica del ๐ฝ๐ก๐ค๐๐ ๐๐๐ช (๐ด๐ค๐ฉ๐ณ๐ฐ๐ข๐ต๐ฆ), cioรจ con tronchiย incastrati negli angoli. ย
Nelle abitazioni plurifamiliari la distribuzione degli appartamenti era simmetrica, con corridoi utilizzati in comune. Gli appartamenti erano sempre disposti in senso verticale, con le cucine e le cantine al pianterreno, le camere al piano superiore.
Nel corso dell’Ottocento andรฒ affermandosi la costruzione di case in pietra che rispecchiavano il prestigio sociale della famiglia. Questo tipo di edifici, chiaramente influenzato dalla tradizione architettonica carnica, non ha tuttavia avuto seguito.
I rustici erano costituiti dalla stalla (๐ด๐ต๐ฐ๐ญ) al piano in seminterrato e dal al fienile (๐ต๐ฐ๐ฃ๐ญ๐ข๐ต) ai piani superiori. Il foraggio veniva calato dal fienile nella sottostante stalla attraverso una botola. Nei rustici tre lati erano circondati da un ballatoio chiuso da stanghe e montanti (๐ฑ๐ช๐ณ๐ญ) Per l’essiccazione del fieno, mentre nelle case il ballatoio (๐ดรถ๐ญ๐ฅ๐ฆ๐ณ) era fornito di balaustra. ย
Il tetto (๐ฅ๐ฐ๐ค๐ฉ), piuttosto sporgente con le falde dalla pendenza non eccessiva, era costituito da travi coperte da scandole (๐ฅ๐ฐ๐ค๐ฉ๐ฑ๐ณ๐ฆ๐ต๐ญ๐ข๐ฏ), tavolette di legno sovrapposte e tenute ferme con pietre e stanghe di legno. I timpani erano chiusi da un tavolato (๐ฎ๐ฐ๐ฏ๐ต๐ญ), nel quale si apriva spesso una finestra per la ventilazione interna. Una croce intagliata alla sommitร del tavolato simboleggiava la protezione divina che gli abitanti della casa invocavano, anche in considerazione del continuo pericolo di incendio a cui questi edifici erano esposti. ย
Gli stessi elementi ricorrono negli edifici esterni ai nuclei abitati, utilizzati stagionalmente. Gli stavoli (๐ข๐ฏ๐ด๐ค๐ฉ๐ช๐ค๐ฉ๐ต๐ฏ), provvisti di stalla, fienile e piccola abitazione e i fienili (๐ฉ๐ช๐ต๐ฏ) per il deposito temporaneo del foraggio. ย
Per le varie parti dell’edificio si utilizzavano pietra e legname di tipo diverso, a seconda delle funzioni e delle necessitร . Per gli angoli delle murature e per stipiti ed architravi di porte e finestre, si utilizzava una varietร locale di tufo. I pavimenti erano fatti di grosse lastre di pietra, ben squadrate.
Le pareti dei fienili e dei piani superiori delle abitazioni erano costruite con tronchi di abete o di larice squadrati a mano con un’apposita ascia. Le scandole dei tetti erano solitamente in abete bianco o larice, date le loro caratteristiche di resistenza all’acqua. Erano ottenute a spacco con l’accetta e con l’ausilio di cunei, in modo da mantenere integre le fibre del legno ed aumentarne l’impermeabilitร . Per i chiodi e i cavicchi si usava invece il legno di maggiociondolo.ย
Testo aggiunto (non presente nella didascalia del centro; ma non potevo esimermi dall’informarvi su questo aspetto splatter dell’architettura di Sauris).
Le croci sulle facciate case erano intagliate nei piani alti, laddove venivano sistemati i corpi dei defunti in attesa di sepoltura. A oltre 1200 mt. s.l.m. gli inverni sono molto rigidi, e una volta, quando non esisteva la strada che adesso collega Sauris ad Ampezzo (costruita solo nel 1934), gli abitanti impiegavano almeno 4 ore a piedi per raggiungere i centri abitati piรน vicini. Per questo motivo, non potendo seppellire i loro defunti a causa del ghiaccio, li tenevano in soffitta fino a primavera.