ππ¨ π¬ππ©ππ―π’ ππ‘π?
Del prolifico genio di Silvia Zenari ho accennato qui: https://www.tangia.it/silvia/
Oggi tocca al padre, πΌπ§ππ¨π©πππ πππ£ππ§π, che oltre all’orgoglio per aver generato cotanta figliuola, puΓ² ritenersi a ragione un brillante ingegnere, un filantropo e un appassionato cultore dei territori in cui ha vissuto e operato.
Nasce nel 1862 a Pordenone e, completati gli studi di ingegneria, sposa nel 1895 Elisa Pitter, sorella di Antonio (che ritroveremo piΓΉ avanti). L’anno prima delle nozze Γ¨ nominato capo sezione del Reale Corpo del Genio Civile di Udine. Gli viene assegnato inizialmente l’incarico di sistemare i danni strutturali al campanile di Montereale, poi di individuare il sito adatto alla costruzione della prima centrale idroelettrica sul torrente Cellina. Il progetto prevede tre centrali lungo il torrente e il complesso si sarebbe chiamato “delle Tre Venezie”.
Zenari si rifΓ agli studi datati 1896 del collega Luigi Salce e individua a ππͺππ€ πππ‘ππ§ππππ, nella stretta forra del torrente, il luogo adatto all’edificazione dello sbarramento. Il progetto prevede anche la costruzione di una strada carrabile che da πππ‘π£ππ¨ππ€, dove sarebbe sorta la centrale idroelettrica, giungeva alla diga. Forte di sostanziosi apporti finanziari giunti da Venezia, dΓ il via nel 1901 alla costruzione dello sbarramento e del tratto di strada di collegamento.
Sono assoldati 2000 lavoratori, tra scalpellini, muratori, scavatori che asportano, spostano, consolidano e danno forma al progetto di Aristide. Fondamentale l’apporto logistico dato dalle donne del paese, le stesse che pochi anni dopo sarebbero state chiamate a rifornire le truppe al fronte. Ma i finanziatori veneti non sono interessati a un prolungamento della sede stradale che collegi la diga alla congiunzione Cellina/Molassa.
Breve precisazione: in seguito all’unificazione del ππππ£π€ π’ππ©ππ‘ππ, ai comuni era stata imposta la costruzione di carrozzabili che li collegasse a tutti quelli confinanti. A fine XIX secolo, i comuni della Val Cellina si erano dunque consorziati per ottemperare alle nuove disposizioni infrastrutturali. Alcuni tratti di collegamento vengono effettivamente costruiti, ma il fallimento della ditta incaricata dei lavori, mette fine alle opere, che restano incompiute. Aristide non concepisce come 15’000 residenti (a tanto ammontavano allora gli abitanti della valle) restino isolati per mesi a causa della neve che impedisce i transiti su alcuni passi utilizzati per spostarsi verso la pianura.
Prende in esame il sentiero di forcella Crous; intende renderlo carrozzabile, perΓ² l’eccessiva pendenza e i pochi tornanti decretano il progetto impraticabile. Suggerisce quindi di prolungare la strada di servizio dalla diga fino ad Andreis. I costi lievitano, ma sono coperti dal consorzio dei comuni valcellinesi, stante il rifiuto degli investitori veneti a partecipare alle spese. I lavori, diretti da Aristide, sono molto impegnativi in rapporto alla tecnica costruttiva del tempo, che Γ¨ quasi esclusivamente manuale. Oltre all’edificazione dello sbarramento, bisogna scavare nella roccia il lungo canale adduttore, alternando arditi ponti-canale e gallerie, pur di portare l’acqua alla centrale. E per finire: i lunghi tratti della nuova strada carrozzabile, che collega lβalta valle e che corre proprio sopra il canale, sostenuta da volte in calcestruzzo.
Nel 1906 tutto il complesso diga/strada viene inaugurato ed Γ¨ proprio Aristide a percorrerlo per primo a bordo di un calesse trainato da cavalli.
Nel frattempo il cognato πΌπ£π©π€π£ππ€ πππ©π©ππ§ ha realizzato la parte elettrotecnica degli impianti a Malnisio che entrano in funzione nel 1905 con una potenza di 6 MW. SarΓ la corrente elettrica prodotta dal Cellina e dal genio e competenze di Aristide e Antonio ad alimentare l’illuminazione pubblica di ππππ―π―π π. πππ§ππ€ con le prime lampade elettriche, a 87 chilometri di distanza.
Dopo Malnisio, entrano in funzione le altre due centrali (Giais nel 1908 e Partidor nel 1919) sul Cellina. I progettisti sono sempre i due cognati, anche se Artistide resterΓ inviso ai finanziatori veneti, per la sua ostinazione a voler costruire il prolungamento della strada carrozzabile.
Nel 1922 la strada di collegamento di Andreis viene implementata con una bretella che raggiunge anche Barcis. Alcuni anni piΓΉ tardi le sedi stradali vengono rinforzate e allargate, tanto da permettere il transito ai primi “mezzi pesanti”.
Antonio muore nel 1936; gli verrΓ dedicata la centrale di Malnisio, postuma, nel 1938. Aristide invece muore nel 1944 a Pordenone. La strada resterΓ attiva, con qualche rimaneggiamento, fino al 1992, quando sono inaugurate le gallerie che da Montereale salgono ad Andreis.
Nel 1988 tutto il complesso delle tre centrali viene dismesso. Quella di Malnisio Γ¨ sede dal 2006 del Museo dellβEnergia dedicato al suo progettista Pitter. E’ di proprietΓ del comune di Montereale Valcellina ed Γ¨ stata dichiarata ‘π£π¦π―π¦ π₯πͺ πͺπ―π΅π¦π³π¦π΄π΄π¦ π€πΆππ΅πΆπ³π’ππ¦ π€π°π― π₯π¦π€π³π¦π΅π° π₯π¦πππ’ ππͺπ³π¦π»πͺπ°π―π¦ ππ¦π―π΅π³π’ππ¦ π±π¦π³ πͺ π£π¦π―πͺ π€πΆππ΅πΆπ³π’ππͺ π¦ π±π’π¦π΄π’π¨π¨πͺπ΄π΅πͺπ€πͺ π₯π¦π ππ³πͺπΆππͺ ππ¦π―π¦π»πͺπ’ ππͺπΆππͺπ’’. Ospita numerose manifestazioni di divulgazione scientifica, spettacoli musicali e teatrali.
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