Aucupio

𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?
Passeggiando per il collinare e i primi rilievi montuosi del Friuli VG ci si può facilmente imbattere in strutture vegetali, evidentemente di fattura umana, che ricordano periodi storici e attività antropiche neanche troppo distanti nel tempo. A seconda della pianta si distinguono in 𝙧𝙤𝙘𝙘𝙤𝙡𝙞, se la forma è tonda o ellissoidale, e 𝙗𝙧𝙚𝙨𝙨𝙖𝙣𝙚 se è rettangolare.

Grazie a un progetto regionale di tutela e conservazione di queste strutture, alcune sono state recuperate, altre vengono ottimamente manutentate e sono visitabili. Ma di cosa si tratta?

Sono impianti creati con lo scopo di catturare gli uccelli, come fonte alimentare e di economia di sussistenza spicciola.

Il processo di edificazione di una bressana prevedeva una lunga fase di studio. Bisognava innanzitutto capire quali fossero le rotte migratorie o individuare le zone maggiormente frequentate dall’avifauna. E riconoscere le specie di uccelli che avrebbero potuto visitare il luogo; perché il detto recita “𝘱𝘦𝘭 𝘦 𝘱𝘭𝘶𝘮𝘦 𝘯𝘰𝘭 𝘪𝘯𝘨𝘳𝘶𝘮𝘦” e suggerisce di concentrare le attenzioni su specie redditizie, in termine di carne netta. Si passava quindi alla stagione delle catture col vischio, che avevano il compito di confermare la presenza di un gran volume di papabili prede.

Il passo successivo prevedeva la costruzione di mezza bressana a secco, cioè una piccola tesa con reti costruita con alberi posticci. Dopo ulteriori discussioni nel bar del paese, gli uomini radunavano forze e materiali per dare forma al progetto, utilizzando solitamente giovani piante di carpino bianco (𝘊𝘢𝘳𝘱𝘪𝘯𝘶𝘴 𝘣𝘦𝘵𝘶𝘭𝘶𝘴). Tra l’idea iniziale e la messa in funzione della bressana potevano passare anche 5 anni, includendo il tempo necessario alle piante di crescere nella forma e nei volumi utili e necessari.

Il funzionamento della bressana era semplice, ma efficace. Si piantavano due filari paralleli di carpino a distanze regolari, a formare il tondo o rettangolo. All’interno dei filari di carpino (nel corridoio, per intenderci) si tendeva una rete, mimetizzata dalle fronde degli arbusti. A un capo della struttura, ben nascosto da fitta vegetazione appositamente piantumata, si trovava il capanno. Nel caso del roccolo, il capanno veniva costruito in posizione centrale, sempre mimetizzato con cura. L’uccellatore vi si appostava, controllando attentamente tutta la struttura e attendendo il suo momento di gloria.

Per attirare le prede al centro della bressana, venivano utilizzati uccellini catturati in precedenza. Ovviamente si trattava di specie canterine, che attiravano ignari i loro simili. Quando la distesa centrale – detta 𝙥𝙞𝙖𝙯𝙯𝙖 – brulicava di prede, l’uccellatore azionata il “𝙨𝙥𝙖𝙫𝙚𝙣𝙩”: un fantoccio gettato in mezzo alla piazza. Questo generava un fuga precipitosa e incontrollata: gli uccellini, tentando di uscire dalla bressana, si infilavano tra i carpini, finendo dritti dritti nelle reti. L’opera si completava coll’uccellatore che andava a raccogliere le povere prede impigliate nelle reti.

La struttura, come già accennato sopra, poteva avere forme diverse; alcune bressane vantano 30 metri di larghezza, 150 di lunghezza e 3 in altezza. Destinare un appezzamento di terreno così ampio ad un’attività ritenuta di sussistenza, costruirci una bressana, manutentarla e custodirla, suggerisce che l’𝙖𝙪𝙘𝙪𝙥𝙞𝙤 (cioè la caccia all’avifauna tramite reti) avesse una valenza più sociale, culturale e tradizionale che economica.

Retaggi culturali storici, ancora molto sentiti e partecipati al giorno d’oggi, sono le numerose “sagre dai osei” o le mostre ornitologiche sparse per il Friuli VG. Alcune di queste manifestazioni sopravvivono da secoli (quella di Sacile si svolge dal 1274 mentre quella di Tricesimo dal 1920) e non hanno conosciuto cali nelle presenze.

L’aucupio è stato abolito con la legge 157 del 1992, in tutto il territorio italiano e ha espresso un sentimento popolare che vedeva nella caccia agli uccelli un’attività ormai anacronistica, oltre che crudele e dannosa. Però resta innegabile il fascino che emanano le strutture vegetali ancora curate e preservate. Raccontano storie di stenti, cameratismo e mutuo soccorso che affiorano dal nostro passato recente.

ᶠᵒᵗᵒ ⁽ʳᵒᶜᶜᵒˡᵒ ᴹᵒⁿᵗᵉⁿᵃʳˢ⁾: ʷʷʷ.ᵃᵈᵉˢˢᵒ⁻ᵖᵉᵈᵃˡᵃ.ⁱᵗ/ʳᵒᶜᶜᵒˡᵒ⁻ᵈᵉˡ⁻ᵖᵒˢᵗⁱⁿᵒ⁻ᵈᵃ⁻ᵃʳᵗᵉᵍⁿᵃ/; ⁽ᵇʳᵉˢˢᵃⁿᵃ ᵈⁱ ᶻᵃᵐò⁾: ʷʷʷ.ⁱˡᵖᵒⁿᵗᵉᶜᵒᵈʳᵒⁱᵖᵒ.ⁱᵗ/¹⁻ⁱᵗᵃ⁻ˡᵃ⁻ᵇʳᵉˢˢᵃⁿᵃ⁻ᵈⁱ⁻ᶻᵃᵐᵃᵒ.ʰᵗᵐˡ?ˢᵉᵗ_ⁱᵈ⁼⁴&ʳᵉᶜᵒʳᵈ_ⁱᵈ⁼¹⁴³⁵⁸

Roccolo di Montenars
Roccolo di Montenars
Bressana di Zamò
Bressana di Zamò (Basiliano)