Bardana maggiore

๐‹๐จ ๐ฌ๐š๐ฉ๐ž๐ฏ๐ข ๐œ๐ก๐ž?

Avete presente il velcro? Quante paia di scarpe in meno da dover allacciare, tanto per dire uno dei vantaggi dall’averlo inventato. Inventato? Scopiazzato, semmai. Infatti pare che il velcro sia nato in seguito ad un’attenta osservazione del frutto della ๐˜ฝ๐™–๐™ง๐™™๐™–๐™ฃ๐™– ๐™ข๐™–๐™œ๐™œ๐™ž๐™ค๐™ง๐™š (๐˜ˆ๐˜ณ๐˜ค๐˜ต๐˜ช๐˜ถ๐˜ฎ ๐˜ญ๐˜ข๐˜ฑ๐˜ฑ๐˜ข).

Nel 1941 l’ingegnere svizzero Georges de Mestral, al rientro da una passeggiata nel bosco, si accorge che i suoi indumenti e il pelo del cane sono punteggiati di lappole. ๐™‡๐™–๐™ฅ๐™ฅ๐™ค๐™ก๐™– รจ il nome comune di tutti quei frutti che, per dispersi sul territorio, sfruttano gli animali (dispersione zoocora), o meglio, il loro pelo. L’ingegnere osserva al microscopio la lappola e scopre i numerosi uncini che sporgono dalla sua superficie. Il passaggio dall’illuminazione dell’ingegnere al sistema di chiusura chiamato ‘velcro’ รจ perรฒ piuttosto tormentato. Il termine commerciale del prodotto, brevettato solo nel 1951, รจ formato dalle parole francesi vel(ours) “velluto” e cro(chet) “gancio, uncino”.

Invece quello scientifico della pianta deriva probabilmente dal greco “๐˜ข๐˜ณ๐˜ฌ๐˜ต๐˜ฐ๐˜ด” = orso, per le infruttescenze spinose e l’aspetto ispido della pianta. ‘Lappa’ invece viene dal latino ‘lappare’, afferrare; cosa che fanno astutamente i frutti della Bardana maggiore. La lingua friulana abbonda di epiteti: bardane, jerbe dai cais (erba delle lumache), lavaz dai riz (cavolaccio dei ricci), lavaz di boton, lavaz dai cais, lavaz di rapule, pocs peti.

A uno sguardo superficiale, si potrebbe scambiare la Bardana maggiore con la Nappola orientale; spiegone qui: https://www.tangia.it/nappola-orientale/ . Ma vi ricordo che la lappola della Nappola – perdonate il pasticcio linguistico – ha due soli ๐™จ๐™š๐™ข๐™ž. Quella della Bardana invece รจ invece formata da numerosi semi (acheni), muniti di pappo (appendice piumosa) e protetta da brattee uncinate (foglie esterne trasformate in rampini) tutt’attorno.

La pianta รจ autoctona e in Italia รจ assente solo dalla Sicilia. In Friuli VG la troviamo dalle coste ai fondivalle alpini, da 0 a 1500 mt. s.l.m. Predilige ambienti disturbati, ruderali, incolti, i margini degli aree antropizzate, boschetti alterati dall’uomo. E’ nitrofila, quindi non disdegna nemmeno i pascoli fortemente concimati dal bestiame. La sua capacitร  di colonizzare margini colturali e viari, induce alcuni botanici a considerarla ๐™ž๐™ฃ๐™›๐™š๐™จ๐™ฉ๐™–๐™ฃ๐™ฉ๐™š. Secondo altri, la pianta trova semplicemente nicchie ecologiche lasciate vacanti dall’agricoltura intensiva, adottando migliori tecniche di adattamento e sostituendosi ad altre specie vegetali, piรน soggette alla pressione antropica.

Come la ๐˜Š๐˜ณ๐˜ข๐˜ฎ๐˜ฃ๐˜ฆ ๐˜ต๐˜ข๐˜ต๐˜ข๐˜ณ๐˜ช๐˜ข, anche la Bardana ha un ๐™˜๐™ž๐™˜๐™ก๐™ค ๐™—๐™ž๐™š๐™ฃ๐™ฃ๐™–๐™ก๐™š. Il primo anno, dal seme sviluppa le radici e una robusta rosetta basale. Nel secondo anno si formano stelo, foglie e fiore, quindi il frutto e i semi. Poi muore, confidando nell’apporto di escursionisti e i loro quadrupedi, per la perpetuazione della specie.

Considerati gli innumerevoli usi alimentari, folkloristici e della medicina popolare, tralascerei altri dettagli morfologici della pianta.

Le foglie, larghe anche 50 cm, erano usate nei teatri greci dell’๐™–๐™ฃ๐™ฉ๐™ž๐™˜๐™๐™ž๐™ฉ๐™–’, come maschera. Le tragedie greche prevedevano che gli attori celassero al pubblico le loro vere identitร . E infatti, secondo alcuni testi dell’epoca, la Bardana maggiore era chiamata anche “Personata”, cioรจ ‘persona mascherata’. Appare anche in uno dei primi erbari stampati del medioevo, l’๐˜๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ฃ๐˜ข๐˜ณ๐˜ช๐˜ถ๐˜ฎ ๐˜ˆ๐˜ฑ๐˜ถ๐˜ญ๐˜ฆ๐˜ช, dove viene raffigurata in tutta la grandezza delle sue foglie e definita “erba elefantina”.

In ๐™˜๐™ช๐™˜๐™ž๐™ฃ๐™– si utilizzano radici, foglie e fusti. La radice fresca (giovane) va lessata e consumata come verdura cotta, al pari delle carote. Il gusto assomiglia a quella della barba di becco (๐˜›๐˜ณ๐˜ข๐˜จ๐˜ฐ๐˜ฑ๐˜ฐ๐˜จ๐˜ฐ๐˜ฏ ๐˜ฑ๐˜ณ๐˜ข๐˜ต๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ด๐˜ช๐˜ด), grazie all’alto contenuto di inulina, un polisaccaride utilissimo nella dieta dei diabetici. Da cruda, la radice grattugiata si accompagna nelle insalate primaverili. Foglie e fusto giovani, sia cotti che crudi, possono essere mangiati tranquillamente.

Ma รจ nella ๐™ข๐™š๐™™๐™ž๐™˜๐™ž๐™ฃ๐™– ๐™ฉ๐™ง๐™–๐™™๐™ž๐™ฏ๐™ž๐™ค๐™ฃ๐™–๐™ก๐™š e ๐™ข๐™ค๐™™๐™š๐™ง๐™ฃ๐™– che la Bardana era ed รจ apprezzatissima. Gli erbari antichi la citano spesso come rimedio ai reumatismi e ne sottolineano l’azione antivelenifera (Castore Durante, medico e botanico italiano del XVI sec.). Invece Nicholas Culpeper, erborista inglese, nel XVII la associa a Venere citandola come rimedio a molti disturbi della sfera femminile. In caso di prolasso uterino, prescriveva di posare la Bardana in cima al capo per risollevare l’utero. Questa fama perdurรฒ molti secoli e l’azione contro le malattie “veneree”, dispregiativo ignorante che attribuiva a Venere ogni malanno sessuale, era molto considerata dai medici di corte, si favoleggiava addirittura che Enrico III re di Francia fosse guarito dalla sifilide grazie ad un decotto di Bardana.

Gli antichi ๐˜ฎ๐˜ฆ๐˜ฅ๐˜ช๐˜ค๐˜ช ๐˜ค๐˜ช๐˜ฏ๐˜ฆ๐˜ด๐˜ช e ๐˜ช ๐˜จ๐˜ถ๐˜ข๐˜ณ๐˜ช๐˜ต๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ช ๐˜ข๐˜บ๐˜ถ๐˜ณ๐˜ท๐˜ฆ๐˜ฅ๐˜ช๐˜ค๐˜ช la consideravano un rimedio per raffreddori, influenza, infezioni faringee e polmonite. La badessa ed erborista medioevale Hildegard Von Bingen la impiegava nel trattamento dei tumori maligni. Nel XIV secolo, in Europa le foglie di Bardana venivano polverizzate nel vino e usate come trattamento per la lebbra.

La specie, che nel continente americano รจ arrivata dall’Europa, รจ stata utilizzata in campo medico anche da molte tribรน indigene. Gli ๐˜ช๐˜ฏ๐˜ฅ๐˜ช๐˜ข๐˜ฏ๐˜ช ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ญ๐˜ญ๐˜ฆ ๐˜Ž๐˜ณ๐˜ข๐˜ฏ๐˜ฅ๐˜ช ๐˜—๐˜ช๐˜ข๐˜ฏ๐˜ถ๐˜ณ๐˜ฆ si servivano della Bardana per scopi cerimoniali e gli ๐˜ฐ๐˜ต๐˜ฐ utilizzavano un decotto della radice contro la pleurite, sempre la radice faceva parte di un rimedio utilizzato dalle donne ๐˜ฎ๐˜ฆ๐˜ด๐˜ฌ๐˜ธ๐˜ข๐˜ด๐˜ฌ๐˜ช durante il travaglio. I ๐˜ง๐˜ญ๐˜ข๐˜ฎ๐˜ฃ๐˜ฆ๐˜ข๐˜ถ ๐˜ฐ๐˜ซ๐˜ช๐˜ฃ๐˜ธ๐˜ข con la radice preparavano un rimedio contro il mal di stomaco e le attribuivano effetti tonificanti.

La medicina popolare e quella convenzionale le assegnano incontrastate proprietร  nell’attenuazione e/o cura di dermatiti, eczemi, psoriasi, acne, piaghe e foruncolosi. E’ assunta come depurativo, diuretico, antidiarroico, antinfiammatorio, antibatterico, ipoglicemizzante, disinfettante e sudorifero. Ineccepibile la ๐™›๐™ช๐™ฃ๐™ฏ๐™ž๐™ค๐™ฃ๐™š ๐™–๐™ก๐™ž๐™ข๐™ช๐™ง๐™œ๐™ž๐™˜๐™–, cioรจ come alimento indispensabile in tempi di carestia e con scopi salutistici (https://web.archive.org/web/20151005041308/http://fitoalimurgia.altervista.org/ ).

Insomma, pare la panacea a uno spettro amplissimo di patologie o disturbi. Eppure, in tempi moderni, Varro E. Tyler, Ph.D. (1926รท2001), un esperto di fama internazionale nel campo della medicina farmacognosia e botanica, in ๐˜›๐˜ฉ๐˜ฆ ๐˜ฏ๐˜ฆ๐˜ธ ๐˜๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ฆ๐˜ด๐˜ต ๐˜๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ฃ๐˜ข๐˜ญ scrive “Nonostante il suo lungo impiego popolare, non esistono prove valide circa una benefica attivitร  terapeutica della bardana”.

Noi, piรน prosaicamente, ci rammentiamo del velcro e delle numerose applicazioni che hanno reso la nostra vita quotidiana piรน semplice e funzionale.

แถ แต’แต—แต’: แดนแตƒสณโฑโฟแต‰หกหกแตƒ แถปแต‰แต–โฑแตโฑ แต–แต‰สณ แดฌแถœแต—แตƒ แดพหกแตƒโฟแต—แตƒสณแต˜แต

Bardana maggiore
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