๐๐จ ๐ฌ๐๐ฉ๐๐ฏ๐ข ๐๐ก๐?
I Magredi sono un territorio del Friuli VG ben definito: l’alta pianura occidentale, dove i torrenti Meduna e Cellina depositano le loro ghiaie, dando vita a terreni “magri”, assimilabili ad alcune lande desolate del meridione o alle steppe continentali dell’Europa orientale. Per la peculiaritร del suolo, del microclima e dell’habitat, i Magredi ospitano numerosi endemismi, sia vegetali che animali.
Eccone uno: il ๐๐๐ซ๐ค๐ก๐ค ๐๐ง๐๐ช๐ก๐๐ฃ๐ค (๐๐ณ๐ข๐ด๐ด๐ช๐ค๐ข ๐จ๐ญ๐ข๐ฃ๐ณ๐ฆ๐ด๐ค๐ฆ๐ฏ๐ด, Poldini) che, insieme alla ๐๐ง๐๐ข๐๐ ๐๐๐ ๐๐๐ง๐ฉ๐๐ง๐ (spiegone qui: https://www.tangia.it/crambe-tatarica/ ), rappresentano le piante simbolo dell’area magredile.
Si tratta dunque di un endemismo presente solo ed esclusivamente in quella zona, oltre che ad un ridottissimo areale (detta “stazione”) in zona Venzone. Fu Livio Poldini, botanico e grande conoscitore della flora friulana, nel 1970 a definirla specie endemica e distinta dalle altre specie di ๐๐ณ๐ข๐ด๐ด๐ช๐ค๐ข๐ค๐ฆ๐ข๐ฆ.
E’ una pianta cespugliosa che raggiunge altezze modeste: sui 15-25 cm. Presenta un fusto legnoso; delle foglie in rosetta basale (disposte cioรจ alla base del fusto), glabre e dai margini dentellati, rivolti verso l’alto e 1 o 2 peli all’apice fogliare. Il fiore รจ composto da petali gialli e sepali verdi, a formare un ombrello. Spicca col suo colore intenso tra la brulla landa tra aprile e maggio.
Il nome del genere ‘Brassicacea’ non ha una derivazione certa. Potrebbe essere celtica o greca; la parola ฮฯฮฌฯฮบฮท = ‘braske’, secondo Esichio di Alessandria (glottologo e grammatico greco; V sec. d.C.) era usata dagli Italici in Magna Grecia per indicare il cavolo. Ancora prima รจ Plauto (III-II sec. a.C.) ad assegnare al cavolo il termine suddetto. Ma potrebbe derivare anche dal greco ‘bibrรกsko’ (io mangio). Invece il nome specifico รจ piuttosto chiaro: ‘glabro, privo di peli’.
I ๐๐๐๐ง๐๐๐, si diceva, sono terreni poveri, magri, aridi, formatisi col deposito di detriti ghiaiosi negli alvei dei torrenti. Le sostanze nutritive (humus, sali minerali) sono poche, dilavate dalle acque del corso e quelle meteoriche. Ma รจ proprio su questi terreni che il cavolo friulano cresce ottimamente. E per fortuna viene anche opportunamente tutelato: inserito in lista rossa IUCN (che trovate qui: http://www.iucn.it/pdf/Comitato_IUCN_Lista_Rossa_della_flora_italiana_policy_species.pdf a pagina 40), nell’allegato II della Direttiva Habitat CCE/92 (qui: https://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CONSLEG:1992L0043:20070101:IT:PDF a pagina 36) e protetta dalla legge regionale sulla raccolta della flora spontanea (DPR 74/2009 che trovate qui: https://www.regione.fvg.it/rafvg/export/sites/default/RAFVG/ambiente-territorio/tutela-ambiente-gestione-risorse-naturali/FOGLIA51/allegati/28072022_allegatoA.pdf ).
E visto che sono stata chiamata, nel mio piccolo, a promuovere il territorio interessato dai Magredi, vi invito alle escursioni guidate di Marco Pascolino (preparatissimo e appassionato conoscitore di flora – e non solo – friulana) datata 06/05/2023, e alla mia del 14/05/2023. I link qui sotto:
https://www.turismofvg.it/it/visite-guidate-escursioni/tramonto-sui-magredi-con-marco-pascolino
e
https://drive.google.com/file/d/1nznwJ38oqWsCSKwf1U0Q_gnbqd9WYuw_/view
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