๐๐จ ๐ฌ๐๐ฉ๐๐ฏ๐ข ๐๐ก๐?
Agosto regala ancora colori ai prati e ai pascoli friulani. Ma l’esuberanza delle fioriture รจ decisamente in calo e i toni bluastri sono preponderanti, insieme al giallo. Frequentando prati magri, pascoli aridi e poveri, zone sassose e assolate si ha la fortuna di incappare in una pianta davvero singolare, per forma e colorazione. Il nome comune, ๐๐๐ก๐๐๐ฉ๐ง๐๐ฅ๐ฅ๐ค๐ก๐ ๐๐ข๐๐ฉ๐๐จ๐ฉ๐๐ฃ๐, suggerisce giร qualche indizio.
Quello scientifico (๐๐ณ๐บ๐ฏ๐จ๐ช๐ถ๐ฎ ๐ข๐ฎ๐ฆ๐ต๐ฉ๐บ๐ด๐ต๐ช๐ฏ๐ถ๐ฎ) aggiunge dettagli significativi. Il nome generico pare derivare dal greco ‘erรญnghion’ = cardo; termine usato da Teofrasto (botanico greco, IV – III sec. a.C.) nella sua “Historia Plantarum”. Che a sua volta si riferirebbe a ‘erungium’ = riccio, per la presenza di foglie spinose. Altre versioni suggeriscono l’abbinamento, sempre tratto dal greco antico, di “ฮตฯฮตฯฮณฮฟฮผฮฑฮน” = emettere aria dallo stomaco attraverso la bocca (ruttare). Tanto che Dioscoride (botanico latino, I sec. d. C.) c’informa che l’eryngium fa โ๐ณ๐ฆ๐ฏ๐ฅ๐ฆ๐ณ๐ฆ ๐ต๐ถ๐ต๐ต๐ฆ ๐ญ๐ฆ ๐ท๐ฆ๐ฏ๐ต๐ฐ๐ด๐ช๐ต๐ข’โ. E da ultimo non possiamo ignorare il riferimento a โerumaโ = difesa, in riferimento sempre alle foglie spinose delle pianta.
Il nome specifico รจ di etimologia piรน immediata e fa riferimento alla colorazione dell’infiorescenza e delle brattee che permane a lungo, anche dopo il periodo della fioritura: un intenso blu/violetto, appunto. Per completezza, il termine “amethystus” = ametista, pietra preziosa di colore violetto, deriva dal greco “แผ-“(senza) e “ฮผฮตฯฯฯ” (essere ubriaco) a intendere che la pietra preziosa possedesse la virtรน di preservare dall’ubriachezza. Perรฒ tale presunta virtรน non si riferisce alla pianta, quindi non rappresenta un rimedio per serate alcoliche sfrenate.
Riporto, per suscitare ulteriore curiositร , altri nomi comuni diffusi in Friuli VG: Burale turchine, Buralze, Giate, Salate di muss, Stele spinose.
Nella nostra regione, come accennavo sopra, la troviamo con sempre maggiore diffusione tra il livello del mare e i 1400 mt. s.l.m. su suoli piuttosto primitivi e caratterizzati da granulometrie minerali grossolane (superiore a 2 mm.) e poveri in sostanze azotate, sia calcarei che arenacei.
La pianta assume un aspetto quasi cespuglioso: il ๐๐ช๐จ๐ฉ๐ค puรฒ raggiungere i 70 cm di altezza e presentarsi, negli individui piรน floridi, di aspetto legnoso. Dal fusto emergono numerosi rametti ai cui apici si formano i capolini fiorali.
Le ๐๐ค๐๐ก๐๐ sono l’elemento che contraddistingue inconfutabilmente la pianta. Le foglie basali (quelle poste in basso, a livello di terreno) terminano ognuna con una spina apicale. Le cauline (quelle posizionate sullo stelo) hanno, oltre all’apice appuntito, anche bordi fogliari spinosi.
L’๐๐ฃ๐๐๐ค๐ง๐๐จ๐๐๐ฃ๐ฏ๐ รจ altrettanto peculiare. E’ composta da ombrelle contratte a formare un ovoide. Attorno all’infiorescenza, poste a raggera, si trovano da 5 a 9 brattee, lunghe fino a 4 cm. di colore violetto, piuttosto rigide e appuntite. Le brattee sono foglie modificate, che hanno funzione di protezione del fiore o dell’infiorescenza. I fiori veri e propri (vedi foto) sono piuttosto piccoli, 2 mm. di diametro, anch’essi di colore violetto.
Per la loro somiglianza alle piante appartenenti al genere dei Cardi, la calcatreppola รจ stata erroneamente chiamata “cardo blu”. Invece appartiene alla famiglia delle Apiaceae o Umbrelliferae, che include anche la carota, il sedano, il finocchio, il prezzemolo, la cicuta e il cumino. Come potrete facilmente immaginare, le proprietร fitoterapiche ma anche il valore alimentare della pianta รจ notevole.
Oltre a favorire emissioni gassose, era utilizzata come antireumatico, diuretico e per la cura delle malattie renali. Il decotto di radice era largamente utilizzata da persone tendenti all’obesitร per le proprietร lassative e protettive dei processi digestivi. La tisana di calcatreppola ametistina pare riduca la cellulite, regolarizzi il ciclo mestruale, calmi i dolori causati da infezioni alle vie urinarie. I vapori della tisana bollente andrebbero inalati per sedare tossi stizzose e favorire l’espettorazione del muco.
In cucina le foglie erano utilizzate per preparare la “๐ฎ๐ช๐ด๐ต๐ช๐ค๐ข๐ฏ๐ป๐ข”, un’insalata composta da numerose varietร di erbe selvatiche, raccolte nei campi dai frati che poi la vendevano nei mercati paesani. La radice, piuttosto piccante, sostituiva il pepe come condimento nelle minestre di fave verdi.
Me รจ l’aspetto “socializzante” della pianta, quello che stuzzica la fantasia. Si narra che la poetessa Saffo usasse la polvere di calcatreppola essiccata per insaporire le pietanze che offriva alle sue “favorite”, ben conscia del potere afrodisiaco della pianta. Anche in etร elisabettiana la polvere di radice era ingrediente abituale di dolci afrodisiaci, che avevano lo scopo di rendere irresistibili alcuni individui agli occhi dei commensali.
Nel “๐๐ช๐ค๐ฆ๐ต๐ต๐ข๐ณ๐ช๐ฐ ๐ฅ๐ฆ๐ญ๐ญ๐ฆ ๐ด๐ต๐ณ๐ฆ๐จ๐ฉ๐ฆ” (1992) il tossicologo romano Enrico Malizia elenca numerose ricette, riportate in testi scritti databili tra il 1400 e il 1800, che contengono l’Eryngium come ingrediente che favorisce la libido e la feconditร femminile. Copio e incollo alcuni estratti.
Un elettuario afrodisiaco comprende: foglie di verbena, radici di eringio, conserva di zenzero, e vari altri ingredienti. Un elettuario per favorire la fecondazione comprende radici di satirione, radici di eringio, noci moscate e altri ingredienti. Un altro elettuario per favorire la fecondazione comprende un decotto di cinque radici di eringio che viene mescolato con polveri ottenute da varie altre piante. Una polvere per concepire comprendente fra altri ingredienti radici di eringio.
Un elettuario per stimolare gli impulsi sessuali รจ composto da sciroppo di eringio mescolato a conserva di satirione, conserva di cedro, noci macerate in miele, pigna macerata in miele, pistacchi fritti in burro, ed altri ingredienti. Una pinta di sciroppo di eringio รจ usata nella preparazione di un โelettuario per far sรฌ che il piacere femminile diventi ineffabileโ che comprende anche una mescolanza di anice, calamo, vaniglia e coriandro pestati al mortaio. Ancora, una pinta di sciroppo di eringio รจ utilizzata insieme a svariati altri ingredienti nella preparazione di una โmistura per sedurre una donnaโ.
Ma se da un lato la pianta pare favorire, indirettamente, la natalitร , dall’altro – forse per contrappasso dantesco – la limita. Infatti durante l’allattamento, alle neo-mamme era vietato entrare in contatto con la pianta, pena l’immediata cessazione di produzione di latte.
A riprova delle molteplici funzioni della pianta, ne riporto anche la descrizione tratta dal folklore germanico. In tedesco si chiama “๐๐ข๐ฏ๐ฏ๐ด๐ต๐ณ๐ฆ๐ถ” che tradotto letteralmente potrebbe significare “la fedeltร del maschio”. Nello specifico, la tradizione nordica assegna alla pianta le seguenti proprietร : fedeltร , costanza e perseveranza (per la prolungata colorazione del fiore anche essiccato); ma anche l’esatto opposto (per la velocitร con cui la pianta essiccata rilascia i propri semi) cioรจ la volubilitร e instabilitร . Il tutto riferito, ovviamente, al soggetto maschile.
Grazie al colore persistente e intenso del fiore reciso, questo viene ampiamente utilizzato nelle composizioni floreali secche. Ma ci tengo a ribadire che la flora friulana รจ protetta e che il colore piรน vivace e magnifico รจ quello di una pianta ammirata nel luogo e nella stagione in cui ha deciso di crescere e fiorire.
Ultima nota artistica: il pittore tedesco Albrecht Dรผrer si รจ autoritratto nel dipinto “๐๐ฆ๐ญ๐ฃ๐ด๐ต๐ฃ๐ช๐ญ๐ฅ๐ฏ๐ช๐ด ๐ฎ๐ช๐ต ๐๐ณ๐บ๐ฏ๐จ๐ช๐ถ๐ฎ” (Autoritratto con eryngium) all’etร di 22 anni. Il motto dipinto accanto all’anno 1493 recita “๐๐ฆ ๐ค๐ฐ๐ด๐ฆ ๐ฎ๐ช ๐ท๐ข๐ฏ๐ฏ๐ฐ ๐ค๐ฐ๐ฎ๐ฆ รจ ๐ฅ๐ฆ๐ค๐ช๐ด๐ฐ ๐ฅ๐ข ๐๐ข๐ด๐ด๐ถ'” stimolando varie interpretazioni sul motivo della raffigurazione della pianta. Alcuni critici accennano al simbolismo della fedeltร e felicitร coniugale; altri all’ineluttabilitร della divina Provvidenza che giร ha deciso il nostro futuro.
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