Cappello del prete

๐‹๐จ ๐ฌ๐š๐ฉ๐ž๐ฏ๐ข ๐œ๐ก๐ž?

Occhi curiosi possono scovare in questi giorni un fiore davvero insolito, che inizia a crescere sull’arbusto chiamato ๐™š๐™ซ๐™ค๐™ฃ๐™ž๐™ข๐™ค ๐™š๐™ช๐™ง๐™ค๐™ฅ๐™š๐™ค (๐˜Œ๐˜ถ๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜บ๐˜ฎ๐˜ถ๐˜ด ๐˜ฆ๐˜ถ๐˜ณ๐˜ฐ๐˜ฑ๐˜ข๐˜ฆ๐˜ถ๐˜ด). Non da meno saranno i frutti, che compariranno a fine autunno e che assegnano alla pianta il nome con cui รจ conosciuto comunemente: ๐˜พ๐™–๐™ฅ๐™ฅ๐™š๐™ก๐™ก๐™ค ๐™™๐™š๐™ก ๐™ฅ๐™ง๐™š๐™ฉ๐™š. Ma anche Fusaria comune, Fusaggine comune, Berretto del prete, Corallina. Ovviamente in Friuli abbondiamo con le varianti locali: Baretis di predi, Fusar, Fusiell, Rociar, Strafusar e Selar.

La tassonomia stavolta ironizza sottilmente e ci dice che il nome generico ‘euonymus’ deriva dal greco ‘แผแฟง รฉu’ = vero, bene, buono; unito a ‘แฝ„ฮฝฮฟฮผฮฑ รณnoma’ = nome, reputazione, fama. Inteso cioรจ come “di buon auspicio, di buona fama, portafortuna” visto che tutte le parti della pianta sono tossiche.

E’ una specie eurasiatica; in Italia รจ presente in tutte le regioni, mentre in regione copre quasi tutto il territorio. Preferisce perรฒ la pedemontana fino ai 1200 mt. s.l.m., i suoli argillosi, ben drenati e non stagnanti, ricchi di composti azotati e basici.

Il portamento della pianta adulta รจ arbustivo, ma puรฒ raggiungere i 5 mt di altezza. Il fusto, di sezione quadrangolare, emana un caratteristico odore di mela. I fiori, piccoli e di colore bianco-verdastro, sono ermafroditi e si possono osservare tra aprile e giugno. Il frutto, che matura verso autunno, รจ vistosamente rosso, dalla forma simile al cappello a quattro lobi, usato fino a qualche anno fa dai preti. Da qui deriva uno dei nomi comuni.

In autunno le foglie dell’evonimo si colorano di rosso vivo, e, anche se per un periodo non molto lungo, regalano una macchia colorata e luminosa nei colori piรน spenti dell’autunno.

Come anticipato, i fiori e soprattutto i frutti sono ๐™ฉ๐™ค๐™จ๐™จ๐™ž๐™˜๐™ž; contengono un alcaloide (l’evonina) che puรฒ causare, a 12/16 ore dall’ingestione accidentale, nausea, vomito, dolori addominali, diarrea e complicazioni cardio-circolatorie. In passato i semi erano usati come potente purgante, mentre al giorno d’oggi trovano utilizzo, sotto controllo medico, come stimolante per lo svuotamento della cistifellea. Impacchi di evonimo hanno azione detergente e cicatrizzante di ulcere cutanee. Ma pare che la polvere ottenuta dai frutti essiccati e macinati, repella anche i parassiti della scabbia, della rogna e i pidocchi.

In passato, dal legno dell’evonimo si ottenevano i ๐™›๐™ช๐™จ๐™ž per filare la lana, da cui l’altro nome comune di fusaggine.

In Friuli VG, nello specifico alle pendici del Cimone (gruppo Montasio), si trova il ๐˜พ๐™ช๐™š๐™ก ๐™™๐™š ๐™ก๐™– ๐˜ฝ๐™–๐™ง๐™š๐™ฉ๐™– che – dicono – prenda il nome dalla pianta che cresce rigogliosa e abbondante sui suoi versanti.

แถ แต’แต—แต’: แดฌแถœแต—แตƒแต–หกแตƒโฟแต—แตƒสณแต˜แต

Evonimo comune, Cappello del prete
Evonimo europeo, Cappello del prete
Fiore di evonimo europeo, Cappello del prete
Fiore di evonimo europeo, Cappello del prete
Frutto (capsula) di evonimo europeo
Frutto (capsula) di evonimo europeo