๐๐จ ๐ฌ๐๐ฉ๐๐ฏ๐ข ๐๐ก๐?
Ed eccovi lo spiegone dedicato al ๐พ๐๐จ๐ฉ๐๐ก๐ก๐ค ๐พ๐๐๐ค๐ฃ๐ di Pielungo.
Ricapitolando, Giacomo Ceconi riceve il titolo nobiliare di “Montececon” dall’imperatore Franz Josef I. Il re d’Italia Umberto I converte il titolo austriaco in “Conte” nel 1892. L’assegnazione del titolo nobiliare implica che Giacomo elegga a sua dimora un maniero confacente al nuovo status. E lui decide di progettarlo, costruirlo e allestire gli spazi secondo il proprio gusto, eclettico senza dubbio.
Lo storico friulano Angelo Filipuzzi non รจ troppo tenero nel riferire che: ยซ๐๐ฆ๐ญ๐ญ๐ข ๐ค๐ฐ๐ด๐ต๐ณ๐ถ๐ป๐ช๐ฐ๐ฏ๐ฆ ๐ฅ๐ฆ๐ญ๐ญ๐ข ๐ง๐ข๐ท๐ฐ๐ญ๐ฐ๐ด๐ข ๐ท๐ช๐ญ๐ญ๐ข ๐ฑ๐ข๐ฅ๐ณ๐ฐ๐ฏ๐ข๐ญ๐ฆ, ๐ช๐ญ ๐๐ฆ๐ค๐ฐ๐ฏ๐ช ๐ฑ๐ข๐ญ๐ฆ๐ด๐ฐ’ ๐ต๐ถ๐ต๐ต๐ข ๐ญ’๐ช๐ฏ๐จ๐ฆ๐ฏ๐ถ๐ข ๐ข๐ฎ๐ฎ๐ช๐ณ๐ข๐ป๐ช๐ฐ๐ฏ๐ฆ ๐ฅ๐ฆ๐ญ๐ญ’๐ถ๐ฐ๐ฎ๐ฐ ๐ฑ๐ณ๐ช๐ท๐ฐ ๐ฅ๐ช ๐ค๐ถ๐ญ๐ต๐ถ๐ณ๐ข ๐ฑ๐ฆ๐ณ ๐ข๐ญ๐ค๐ถ๐ฏ๐ฆ ๐ฑ๐ฆ๐ณ๐ด๐ฐ๐ฏ๐ข๐ญ๐ช๐ต๐ข’ ๐ง๐ณ๐ข ๐ญ๐ฐ๐ณ๐ฐ ๐ด๐ญ๐ฆ๐จ๐ข๐ต๐ฆ ๐ฆ ๐ฒ๐ถ๐ข๐ด๐ช ๐ช๐ด๐ฐ๐ญ๐ข๐ต๐ฆ.ยป
Il castello risulta essere un’imponente costruzione neogotica dallo ๐จ๐ฉ๐๐ก๐ ๐๐๐ก๐๐ฉ๐ฉ๐๐๐ค, con venature di liberty e dai riflessi medioevali e rinascimentali. La struttura principale รจ a tre piani, ma dispone anche di un seminterrato e torri coniche merlettate che conferiscono al castello un aspetto imponente, purtuttavia integrandosi bene nel contesto ambientale
La ๐ฉ๐ค๐ง๐ง๐ piรน alta e sottile era destinata ad ospitare una campana che avrebbe chiamato a raccolto gli operai impegnati nei lavori di costruzione.
La ๐๐๐๐๐๐๐ฉ๐ anteriore รจ caratterizzata da loggiati, finestroni gotici, statue e affreschi. Nello specifico, quella dell’edificio principale reca 4 ๐จ๐ฉ๐๐ฉ๐ช๐ raffiguranti Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Ludovico Ariosto e Torquato Tasso, opere dello scultore Alfonso Canciani. Nelle lunette al piano terra troviamo centralmente l’๐๐๐๐ง๐๐จ๐๐ค dedicato alla Madonna con Bambino. Di lato, quelli di George Stephenson – l’inventore della locomotiva – e di Alessandro Volta.
Al piano superiore, sempre centrale, si trovano gli affreschi dedicati a Leonardo da Vinci, affiancato da Irene di Spilimbergo – pittrice e poetessa – e Vittoria Colonna – poetessa anch’essa. Nei due torrioni laterali troviamo ancora due affreschi: quelli di Alessandro Manzoni e San Giorgio.
Degli ambienti interni si sono conservati solo due bagni e il dipinto decorativo del soffitto, all’ultimo piano del castello. Bisogna ricorrere all’immaginazione per “intuire” gli affreschi del gemonese Francesco Barazzutti, che hanno decorato per anni le sale e stanze del castello. Foto storiche immortalano i grandi ritratti, al piano terra, di Vittorio Emanuele II, Garibaldi, Umberto I e Margherita di Savoia, opere dei noti pittori triestini Antonio Lonza ed Eugenio Scomparini. Gli scritti dell’epoca riportano: โ๐ญ๐ฆ ๐ฅ๐ฆ๐ค๐ฐ๐ณ๐ข๐ป๐ช๐ฐ๐ฏ๐ช ๐ฆ๐ฅ ๐ช ๐ฎ๐ฐ๐ฃ๐ช๐ญ๐ช, ๐ง๐ข๐ฃ๐ฃ๐ณ๐ช๐ค๐ข๐ต๐ช ๐ข ๐๐ช๐ญ๐ข๐ฏ๐ฐ, ๐ฅ๐ช ๐ถ๐ฏ๐ข ๐ฎ๐ข๐จ๐ฏ๐ช๐ง๐ช๐ค๐ฆ๐ฏ๐ป๐ข ๐ท๐ฆ๐ณ๐ข๐ฎ๐ฆ๐ฏ๐ต๐ฆ ๐ด๐ฐ๐ฏ๐ต๐ถ๐ฐ๐ด๐ขโ e โ๐ช๐ญ ๐ท๐ฆ๐ด๐ต๐ช๐ฃ๐ฐ๐ญ๐ฐ ๐ด๐ฑ๐ญ๐ฆ๐ฏ๐ฅ๐ช๐ฅ๐ข๐ฎ๐ฆ๐ฏ๐ต๐ฆ ๐ช๐ญ๐ญ๐ถ๐ฎ๐ช๐ฏ๐ข๐ต๐ฐโ.
Grandi ๐จ๐ฉ๐ช๐๐ ๐๐ ๐ข๐๐๐ค๐ก๐๐๐ riscaldavano gli ambienti. Tale Florio era l’addetto alla loro alimentazione e al reperimento della legna necessaria. La corrente elettrica prodotta sfruttando le acque dell’Arzino rischiarava le ampie sale. Mentre le tubature dell’acquedotto “Agaviva” convogliavano l’acqua verso il castello. Nei sotterranei si trovava la cucina, coi forni per la cottura dei cibi, e le dispense per alimenti.
La struttura originale prevedeva anche una ๐จ๐ฉ๐๐ฃ๐ฏ๐ ๐ข๐ช๐จ๐๐๐ก๐, voluta da Giacomo per conservare i suoi arnesi da muratore, i disegni tecnici da lui stesso compilati, le dediche, le medaglie, i diplomi ricevuti, nonchรฉ foto e ritratti dei suoi collaboratori.
Il ๐ฅ๐๐ง๐๐ค che circonda il castello รจ di libero accesso e dispone di un ampio giardino, con aiuole, alberi a fusto e arbusti. Imponente la fontana, a due livelli concentrici, a lungo contesa tra il Ceconi e un mandriano, tale Nร nol. La disputa finรฌ davanti a un pubblico ufficiale: l’uomo ottenne il diritto di passaggio nel cortile del castello per portare le proprie bestie ad abbeverarsi alla fontana.
Dal parco la vista abbraccia a 360ยฐ le montagne che incorniciano il maniero; il panorama รจ davvero mozzafiato. E si apprezza appieno l’opera di piantumazione che il Conte ha voluto promuovere negli ultimi anni di vita.
Un incendio scoppiato nel 1944, mentre ospita il comando partigiano della Osoppo, danneggia il castello. Nel 1947 la proprietร del castello passa all’Ente provinciale di Economia Montana che si occupa del restauro post-bellico.
Il terremoto del 1976 procura ulteriori danni alla struttura, tanto che della sala museale e della cappella di famiglia non restano tracce visibili.
Dal 2008 diventa proprietร dell’azienda Graphistudio che acquista il castello, lo restaura accuratamente e lo destina ad ospitare la sede aziendale e numerosi workshop formativi, seminari e mostre di respiro mondiale. Lo spirito imprenditoriale, competente e poliedrico, rigoroso e anticonformista di Giacomo Ceconi sopravvive ancora oggi in quella che, molto probabilmente, รจ stata la sua opera piรน sentita e intima.
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