Dolce dormire

𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐒 𝐜𝐑𝐞?
I termini “𝘭𝘦𝘡𝘒𝘳𝘨𝘰”, “π˜ͺ𝘣𝘦𝘳𝘯𝘒𝘻π˜ͺ𝘰𝘯𝘦” e “𝘡𝘰𝘳𝘱𝘰𝘳𝘦” sono attinenti al mondo animale (a volte anche umano) usati spesso a sproposito; non sono sinonimi e ognuno di loro indica un comportamento adattativo tenuto da una specie animale o da un singolo individuo in risposta alle condizioni climatiche ed ambientali.

Ma andiamo per ordine.
Ibernazione e letargo comportano un rallentamento di tutti i fattori vitali di un individuo: abbassamento del ritmo cardiaco, degli atti respiratori, rallentamento del metabolismo e riduzione della temperatura corporea. Questi fattori inducono l’individuo in una modalitΓ  a basso consumo: non mangia, non beve, non urina, non defeca (o lo fa molto meno che non durante la vita attiva).

Entrambe le modalitΓ  interessano soprattutto animali endotermi, che producono il proprio calore corporeo da sΓ¨, indipendentemente dai fattori climatici, e sono indotte volontariamente dall’individuo. Ma c’Γ¨ una differenza tra i due metodi di sopravvivenza a un periodo temporale circoscritto (solitamente la stagione rigida, invernale, con poche risorse trofiche a disposizione).

L’π™žπ™—π™šπ™§π™£π™–π™―π™žπ™€π™£π™š permette all’animale, ad esempio l’orso, di svegliarsi a intermittenza, magari perchΓ© i mesi invernali non sono poi cosΓ¬ rigidi e c’Γ¨ la speranza di trovare qualcosa da sgranocchiare prima dell’arrivo della primavera. L’animale puΓ² anche riprendere, senza alcun danno, l’ibernazione e attendere tempi migliori per il risveglio definitivo.

Il π™‘π™šπ™©π™–π™§π™œπ™€ invece dura 5-6 mesi e non prevede risvegli. Anzi, un risveglio indotto da fattori estranei (disturbo per attivitΓ  antropica, presenza di un predatore o cambiamenti nelle condizioni del ricovero) puΓ² portare alla morte l’animale letargico. E’ per questo che le specie animali che vanno in letargo prediligono ricoveri inaccessibili, cavitΓ  profonde e lontane da fonti di disturbo, ad esempio le marmotte, i ghiri, alcuni pipistrelli.

Invece rettili e anfibi, che sono ectotermi (regolano la temperatura corporea in funzione di quella climatica), sono indotti involontariamente dall’arrivo della cattiva stagione al 𝙩𝙀𝙧π™₯π™€π™§π™š.

Gli animali, dopo aver approfittato delle prime giornate rigide per trovarsi un ricovero sicuro – un anfratto o cavitΓ  naturale – scivolano in uno stato di latenza, immobilitΓ  e temperature corporee legate a quelle dell’ambiente esterno. Sono periodi brevi (possono durare anche solo 24 ore) e permettono all’animale di risvegliarsi ai primi segnali di giornate meno rigide, proprio per approfittare del calore ambientale in leggera risalita.

Il cambiamento climatico sta influendo pesantemente sui naturali cicli circadiani e stagionali di tutti i viventi del globo terrestre, ma ne accenno in un altro spiegone.
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Gliridi in letargo