La chioccia d’oro

𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐒 𝐜𝐑𝐞?

Vi avevo promesso lo spiegone sulla leggenda della chioccia d’oro e dei suoi pulcini? Eccolo.

Una leggenda, come molti altri racconti appartenenti alla tradizione orale, nasce da un oggetto o personaggio misterioso. Nel caso della chioccia d’oro Γ¨ un’opera di oreficeria raffigurante una gallina e sette pulcini, intenti a becchettare del cibo a terra. La π™œπ™–π™‘π™‘π™žπ™£π™– Γ¨ stata prodotta per prima (IV sec. d.C. circa), in argento dorato, lavorata a sbalzo e rifinita a bulino e punzone. La doppia cresta Γ¨ incastrata in una fessura della testa mentre le zampe sono state modellate a parte. Il suo occhio sinistro Γ¨ costituito da un rubino datato I sec. a.C. raffigurante un guerriero. Quello destro Γ¨ invece un granato.

I π™₯π™ͺπ™‘π™˜π™žπ™£π™ž, di fattura successiva alla chioccia (VII sec. d.C.), sono sempre in argento dorato, ma ottenuti per fusione. I loro occhi sono zaffiri e smeraldi. Il basamento attuale Γ¨ in rame dorato, ma pare che in origine pure quest’ultimo fosse in argento dorato. Il gruppo misura 46 cm di diametro alla base e 27 cm di altezza.

L’opera, conosciuta anche come “𝙇𝙖 π™₯π™žπ™©π™©π™– π™™π™ž π™π™šπ™€π™™π™€π™‘π™žπ™£π™™π™–” (pitta = gallina), pare facesse parte del corredo funebre della regina dei Longobardi. Rappresenta quindi un capolavoro dell’arte bizantina e ad oggi Γ¨ custodita nel Museo Serpero del duomo di Monza. Lo stesso duomo, che ospita anche le spoglie mortali della regina, reca nella lunetta del portale l’immagine della gallina coi pulcini.

La π™¨π™žπ™’π™—π™€π™‘π™€π™œπ™žπ™– suggerisce che la gallina rappresenti Teodolinda, moglie prima di Autari – re dei Longobardi e re d’Italia dal 584 al 590 – poi anche di Agilulfo – re dei Longobardi e re d’Italia dal 590 al 516. Fervente cristiana e fautrice della conversione del popolo longobardo al cristianesimo, Teodolinda personificava anche la rinascita alla vita (per il folklore del popola bavaro, da cui discendeva la regina), e la protezione dei fedeli (per il credo cristiano).

I pulcini dal canto loro sono i sudditi, diversi per origine, mentalitΓ , tradizioni ed estrazione sociale, finalmente riuniti nel nome di Cristo.

Spostiamoci in Friuli VG, terra che ha ospitato per lungo tempo le stirpi Longobarde. A Sequals sono stati ritrovati numerosi oggetti databili alle epoche romana, longobarda, carolingia e altomedievale. E sempre a Sequals la leggenda della chioccia d’oro e dei suoi pulcini Γ¨ ancora raccontata da nonne, zie e comari.

Unica nota dissonante: i pulcini sono 12, non 7. Forse a simboleggiare i mesi dell’anno e richiamare un calendario fitto di altre credenze legate ai Longobardi? Numerose consuetudini, intrise nella vita sociale e religiosa delle genti di Sequals, sono anche scandite dalle festivitΓ  dedicate ai santi. Nello specifico San Giovanni Battista (24 giugno, identificato col solstizio estivo) e San Michele (29 settembre, equinozio autunnale, o giΓΉ di lΓ¬), santi a cui il popolo longobardo era molto devoto.

E poi c’Γ¨ π™Žπ™–π™£ π™•π™šπ™£π™€π™£π™š, a cui Γ¨ dedicata la chiesa sul colle omonimo. La leggenda, quella coi 12 pulcini dorati, vuole che il gruppo di volatili, cosΓ¬ prezioso, sia nascosto da qualche parte nel colle.

β€œβ€¦π˜ˆ 𝘚𝘒𝘯 𝘑𝘦𝘯 𝘒 𝘦’ 𝘱𝘭𝘒𝘡𝘒π˜₯𝘒 𝘢𝘯𝘒 𝘱𝘢𝘭𝘒 𝘀𝘢𝘯 π˜₯𝘰π˜₯π˜ͺ𝘴 𝘱𝘰𝘭𝘒𝘻π˜ͺ𝘯𝘴 π˜₯β€™π˜’π˜Άπ˜³…”

Breve nota linguistica. In friulano il termine “𝘱𝘢𝘭𝘒” indica la tacchina, ma in origine si intendeva la gallina, mamma chioccia, cioΓ¨ la vedova (𝘷π˜ͺπ˜₯𝘢𝘒 dal latino, 𝘷𝘢𝘦π˜₯𝘒 in friulano) del gallo. La tacchina Γ¨ giunta in Friuli dopo la scoperta delle Americhe, o Indie occidentali. Fu soprannominata “𝘱𝘢𝘭𝘭𝘒 π˜₯𝘦 𝘐𝘯π˜₯π˜ͺ𝘒”, per contrazione “𝘱𝘢𝘭𝘒” e “π˜₯π˜ͺ𝘯π˜₯π˜ͺ𝘒” (“π˜₯π˜ͺ𝘯π˜₯π˜ͺ𝘒𝘡” per il maschio). Quindi la traduzione corretta, linguisticamente e cronologicamente, Γ¨: “a San Zenone Γ¨ nascosta una gallina con dodici pulcini d’oro”.

Ma la leggenda, evidentemente di respiro ampio e aperta a innumerevoli interpretazioni, ha interessato paesi e popoli interi.

Ne elenco solo alcuni: Argentario e Pari (Grosseto), Volterra (Pisa), Chiusi (Siena), Norma (Latina), Monte Arazzecca e Castel di Sangro (L’Aquila), Pietrabbondante (Isernia), Manduria (Taranto), Carlopoli (Catanzaro). E oltre confine: il tesoro di Pietroasele (Romania) Γ¨ detto anche “la gallina dai pulcini d’oro”. Sono tutti territori occupati direttamente o marginalmente dai Longobardi, oppure entrati in stretto contatto con le genti longobarde. La leggenda ha quindi acquisito caratteri ‘universali’, con connotazioni peculiari legate al luogo in cui si Γ¨ annidata.

La morale, laddove Γ¨ possibile scorgerla, Γ¨ sempre la medesima. Il mistero sul luogo esatto di sepoltura dell’ingente tesoro deve rimanere tale. Chiunque abbia avuto l’ardire di scoprirlo e/o asportarlo addirittura, ha ricevuto in cambio solo sventure e disgrazie.

Io, una visita al colle di San Zenone, la farei lo stesso.

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La chioccia d'oro e i sette pulcini
La chioccia d’oro e i sette pulcini