๐๐จ ๐ฌ๐๐ฉ๐๐ฏ๐ข ๐๐ก๐?
Salendo “dritto per dritto” sul monte Vรขs da Pesmolet, frazione di Lauco, si raggiunge un promontorio che si staglia sopra al paese. Vi potete riposare utilizzando le panchine sistemate in posizione strategica, molto panoramica. E potete ammirare una struttura a forma di stella alpina, posizionata lรฌ dai ๐พ๐๐๐ช๐กรข๐ง๐จ di Vรขs, Uerpa e Pesmolet. Chi sono i ๐๐ช๐ฅ๐ถ๐ญร ๐ณ๐ด? Sono coloro che tirano “lis ๐พ๐๐๐ช๐ก๐๐จ” (o Cidules, Cidulas, Cidulos, ogni vocale va bene) in occasione dei festeggiamenti dedicati a questa ricorrenza.
Il “๐รฎr ๐ฅ๐ฆ๐ด ๐๐ช๐ฅ๐ถ๐ญ๐ช๐ด” ha radici antichissime, la tradizione si perde nei secoli passati, arrivando – secondo alcuni studiosi – fino al 400 a.C. quando il popolo dei Carni, appartenenti al ceppo celtico, si insediรฒ in Friuli, nello specifico in Carnia. Il culto dei dio del Sole ๐ฝ๐๐ก๐๐ฃ๐ค era molto sentito e praticato da queste genti, provenienti dall’Europa centrale, coperta da boschi e dal clima decisamente piรน rigido. Godere dei favori del Sole, che regola il tempo dei vivi, le stagioni, il lavoro nei campi, faceva la differenza fra vita e morte giร ai tempi preistorici. A maggior ragione per un popolo che si insedia in un’area sconosciuta, forse ostile per morfologia, fauna e indigeni, che sente la necessitร di preservare tradizioni e usanze del paese di origine.
Nasce da lรฌ, molto probabilmente, il rito beneaugurante che coinvolge paesi interi ancora oggi.
๐๐ช๐ด ๐๐ช๐ฅ๐ถ๐ญ๐ช๐ด sono delle rotelle di legno, solitamente faggio o abete, del diametro di 10-20 cm e spesse 2-3 cm. I ๐๐ช๐ฅ๐ถ๐ญรข๐ณ๐ด invece sono, da tradizione, i coscritti destinati al servizio di leva nell’anno in corso, detti i โ๐ค๐ฐ๐ด๐ค๐ณ๐ช๐ต๐ปโ. La platea di tiratori di ๐๐ช๐ฅ๐ถ๐ญ๐ช๐ด si รจ poi allargata a tutti gli scapoli maggiorenni del paese. Lo scopo del rito รจ di augurare sorte propizia a coppie di giovani, assortite anche sul momento, in etร da matrimonio.
Le fasi preparatorie dell’evento prevedevano incontri serali tra gli organizzatori e i celibi in cerca di moglie. I primi interrogavano i secondi, chiedendo loro le “preferenze” tra le “๐๐ช๐ฅ๐ถ๐ญ๐ข๐ณ๐ฆ๐ด” – le ragazze, almeno quindicenni “๐ฎ๐ข๐ฅ๐ถ๐ณ๐ฆ๐ด”, papabili ed eventualmente libere del paese. Venivano quindi composte le coppie di “๐๐ช๐ฅ๐ถ๐ญ๐ข๐ฅ๐ฆ”, rispettando le sole indicazioni dei giovanotti. Nel caso che questi non avessero espresso i propri gusti, tocca agli organizzatori creare abbinamenti non troppo arditi, rispettosi del censo e delle aspettative di entrambe le parti (e delle loro famiglie).
La sera dell’evento, i ๐๐ช๐ฅ๐ถ๐ญรข๐ณ๐ด, assieme al loro “Capo” anziano, si recavano in cima a un promontorio o un dosso, posto a un centinaio di metri al di sopra del paese, ai cui piedi si stendeva un prato privo di alberi. Accendevano un fuoco nel luogo scelto, attendevano il calar del Sole e il radunarsi del resto dei compaesani ai piedi del rilievo. Non poteva mancare qualche fiasco di vino, a rallegrare la comitiva e infondere coraggio ai giovanotti. Nell’attesa, ponevano i dischi ad arroventare tra i tizzoni del focolare.
In paese il “๐๐ฆ๐ด๐ต๐ฆ๐จรฎ๐ณ” sovrintendeva ai festeggiamenti e organizzava gli spazi che sarebbero serviti come pedane da ballo. I “๐ฎ๐ถ๐ด๐ช๐คร ๐ฏ๐ด”, solitamente due, armati di fisarmonica e violino, intrattenevano i presenti. Passava poi il “๐ง๐ช๐ฅรข๐ต” a raccogliere le offerte devolute, che potevano consistere in denaro, ma anche fagioli, pere, noci ecc. Le famiglie contribuivano come meglio potevano.
Al momento convenuto, dalla cima del promontorio, i ๐๐ช๐ฅ๐ถ๐ญรข๐ณ๐ด iniziavano a lanciare ๐ญ๐ช๐ด ๐๐ช๐ฅ๐ถ๐ญ๐ช๐ด, estraendole dal fuoco con la “๐ด๐ง๐ช๐ญ๐ฆ”. Roteando nell’aria, i margini arroventati dei dischi si ravvivavano, disegnando nell’aria una parabola di faville e scintille. Voleva ricordare il percorso che il Sole compie ogni giorno sulla volta celeste (lo so che รจ la Terra a girare attorno al Sole, ma cosรฌ si perde in romanticismo). Mentre il disco scendeva dal pendio erboso, il ๐๐ช๐ฅ๐ถ๐ญรข๐ณ di turno chiamava a gran voce il nome della sua prescelta. La filastrocca recitava piรน o meno cosรฌ: “๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐รด๐ ๐ ๐๐ ๐๐๐รด๐, ๐๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐ ๐๐รข๐ฃ, ๐๐ ๐๐๐ฃ ๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐ *๐ผ๐๐๐๐๐๐*”
Le ragazze, riunite nell’area festeggiamenti, attendevano trepidanti di udire il proprio nome, magari scandito dal giovanotto del cuore. Nel caso di abbinamenti un po’ forzati, le giovani potevano stare al gioco e accettare le velate avances del ๐๐ช๐ฅ๐ถ๐ญรข๐ณ, ballando poi con lui per alcuni giri di danza. Oppure potevano allontanarsi dal gruppo, pagando un piccolo pegno. Capitava che le famiglie si sentissero poco onorate, nel vedere abbinata la propria figliola o sorella a un giovanotto di modeste condizioni o aspirazioni.
In tal caso il comitato organizzatore veniva bacchettato e invitato a rivedere con maggiore cura la combinazione. Per conservare i favori anche del clero, che del rito poteva contestare le origini pagane, il primo saluto fatto dal capo dei ๐๐ช๐ฅ๐ถ๐ญรข๐ณ๐ด era indirizzato al santo patrono, alla chiesa, al “๐ฑ๐ญ๐ฆ๐ทรก๐ฏ”, al cappellano e alla canonica.
La giornata di festa terminava con grandi bevute, spari di “๐ง๐ถ๐ด๐ฆ๐ต๐ช๐ด” e balli tra coppie giร maritate, tra fidanzati e tra quelle appena ๐๐ช๐ฅ๐ถ๐ญ๐ข๐ฅ๐ฆ๐ด.
A inizio spiegone ho accennato al dio Beleno. Tutto il rito รจ un’invocazione alla fortuna e alla fertilitร . Dei campi, dei raccolti, delle stagioni propizie, delle famiglie appena create e di quelle giร consolidate, delle giovani generazioni.
Ai nostri giorni l’evento ha perso un po’ del trasporto folkloristico, ma si rinnova in numerose localitร della Carnia, con date che si adattano a ricorrenze religiose (Epifania, Pasqua, santo patrono), eventi astronomici (solstizio d’inverno o d’estate) o addirittura politico (la proclamazione dell’Impero, a Treppo Carnico). L’elenco รจ nutrito; riporto solo alcuni eventi.
Tualis (5 Gennaio), Comeglians (6 Gennaio), Mione (16 Gennaio), Agrons (12 Febbraio), Cleulis (21 Marzo), Forni Avoltri (Pasqua), Cercivento (mese di Giugno), Paularo (mese di Luglio), Ravascletto (mese di Luglio), Arta Terme (mese di Agosto), Buttea (30,31 Ottobre), Pesmolet (30,31 Ottobre), Lauco (mese di Dicembre), Povolaro (31 Dicembre), Mieli (31 Dicembre), Luincis (31 Dicembre).
Nonostante le versioni “modernizzate”, condite di accensioni di fuochi d’artificio e di musiche meno folkloristiche, vi invito ad assistere a un “๐รฎ๐ณ ๐ฅ๐ฆ๐ด ๐๐ช๐ฅ๐ถ๐ญ๐ช๐ด”. E’ uno spettacolo ammaliante anche per menti e occhi meno avvezzi a rievocazioni e riti propiziatori.
แดตหกหกแตหขแตสณแตแถปโฑแตโฟแต แตโฑ แดฌแตโฟแตหขแต แตแตแตแตแตโฑโฟโฑ.