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E siamo giunti al Presidio Slow Food numero dieci, sempre secondo una mia cronotabella personale, che nulla ha a che fare con gusti o prioritΓ personali. Torniamo agli ortaggi: la πΎππ₯π€π‘π‘π ππ πΎππ«ππ¨π¨π€ π πππ‘π‘π πππ‘ πΎπ€π¨π. Innanzitutto, dove si trovano Cavasso Nuovo e la Val Cosa? La Val Cosa Γ¨ una vallata delle Prealpi Carniche, attraversata dal torrente Cosa, e confinata idealmente tra i comuni di Clauzetto (nord), Pinzano al T.to (est), Lestans (sud) e Travesio (ovest). Cavasso Nuovo Γ¨ un comune dell’ex provincia di Pordenone, posto poco piΓΉ a occidente della Val Cosa.
La pedemontana del Friuli occidentale Γ¨ sempre stata vocata alle coltivazioni orticole, soprattutto nell’ambito di un’economia di sussistenza e forte dell'”arte di arrangiarsi” tipicamente friulana. Il secondo dopoguerra ha indotto molti friulani, volenti o nolenti, ad espatriare, delegando le coltivazioni dell’orto alle donne o agli anziani rimasti a casa. I piccoli appezzamenti a ridosso delle abitazioni, o poste giusto al di fuori del centro abitato, ospitavano rigogliose piante di scalogno, fagioli, meli, peri, patate e cipolle.
E oggi accenno proprio a questa cipolla, cosΓ¬ tipica della zona geografica definita sopra, da meritarsi l’inserimento nell’elenco dei Presidi Slow Food. Ricordo brevemente che il progetto Slow Food intende tutelare la biodiversitΓ di alcuni prodotti vegetali e la loro filiera che va dalla semina alla commercializzazione. Oppure di prodotti lavorati (caseari, panificati o salumieri) che prevedono l’utilizzo di ingredienti di ottima qualitΓ e tecniche di lavorazione tradizionali, entrambi recuperate grazie ai custodi di antichi saperi.
La cipolla di Cavasso e della Val Cosa, da disciplinare, ha tunica rossa con riflessi dorati, che virano al rosato se l’ortaggio proviene da coltivazioni della Val Cosa. Il cuore Γ¨ bianco, con screziature rosate, croccante e dolce, mai piccante, ottimo per essere gustato anche a crudo. Le dimensioni sono medie (100/150 gr), il bulbo Γ¨ leggermente appiattito, l’apice Γ¨ doppio o singolo.
Stimola la funzionalitΓ renale, favorendo l’eliminazione delle scorie di azoto, e quelle digestive e diuretiche. Mantiene l’elasticitΓ arteriosa, Γ¨ ipoglicemizzante, ricca di sali minerali, vitamine e antiossidanti (quali i flavonoidi), con un alto valore nutritivo. In campo dermatologico viene usata per fare impacchi antibatterici; la sua azione antibiotica Γ¨ utile nel trattamento delle affezioni polmonari; combatte ipertensione, arteriosclerosi, senescenza, ipercolesterolemia.
Ma la cipolla che oggi possiamo gustare per il suo sapore particolare e i suoi effetti benefici, Γ¨ frutto di un attento e minuzioso recupero delle sementi e delle tecniche di coltivazione. Soprattutto i due comuni di Castelnovo del Friuli e Cavasso Nuova si sono impegnati per incentivare la ripresa della recente orticoltura consapevole e rispettosa della biodiversitΓ custodita.
Il terremoto del 1976, con l’arrivo rapido e – a volte – destabilizzante dei benefici economici derivanti dalla ricostruzione, ha segnato il declino della cipolla rossa. Il trendi si Γ¨ fortunatamente invertito col rientro di emigranti, richiamati in patria dalla nostalgia o dal senso di appartenenza a una comunitΓ forte e unita. Gli orti incolti sono stati ripuliti e si Γ¨ pensato a cosa piantare. Il recupero delle varietΓ antiche di cipolle non Γ¨ stato facile, ma la perseveranza ha pagato.
Ad oggi si contano una trentina di coltivatori dislocati nell’area geografica indicata dal disciplinare. Sono le sagre di fine estate a offrire le occasioni piΓΉ ghiotte per vendere e acquistare la cipolla. La speranza dei coltivatori Γ¨ di contribuire alla valorizzazione e commercializzazione dell’ortaggio anche al di fuori dei confini regionali. E di implementare la collaborazione col mondo della ristorazione sensibile e sempre pronta a nuove esperienze.
Ma facciamo un passo indietro,. Scopriamo la procedura articolata che negli anni ’50 caratterizzava (e caratterizza nuovamente ai giorni nostri) la coltivazione della cipolla rossa. A fine gennaio, con luna calante, le donne seminavano la cipolla, facendo attenzione a che l’appezzamento fosse abbastanza al riparo dai rigori invernali. Verso aprile, al raggiungimento di un’altezza media di 20 cm, i bulbi venivano estratti a mano e trapiantati in un terreno piΓΉ aerato e friabile, diradando le piante tra di loro. Sarchiature e eliminazione di erbe infestanti erano operazioni ripetute e sempre manuali. A fine estate, sempre a mano, si raccoglievano le cipolle e le si trasportava in soffitte ad asciugare e riposare. Con i gambi delle cipolle piΓΉ grosse, intrecciate ad erba di palude (π±π’πΓΉπ΅) particolarmente resistente e flessibile, si formavano le π³πͺπ¦π΄π΅πͺ (trecce).
Queste erano destinate alla vendita nei mercati di Maniago o Spilimbergo. Ma le donne erano disposte anche a salire fino a Claut, Barcis e oltre, dove approfittavano dei locali delle latterie turnarie per concludere gli affari. Oppure scendevano verso la pianura, dove barattavano le cipolle con la π£ππ’π·π¦ (la farina di mais), ingrediente principale della polenta, da cucinare in inverno. Le donne venditrici di ortaggi erano chiamate “π³πͺπ·πͺπ―π₯πͺπ€πΆππ¦π΄” dagli abitanti dei paesi che attraversavano nei loro lunghi viaggi commerciali.
La tecnica di produzione moderna non differisce da quella tradizionale e vanta ben tre quintali di cipolle di altissima qualitΓ . Il disciplinare prevede l’utilizzo di solo concime naturale, la semina a mano in orti soleggiati, la rotazione dei terreni, la consociazione con carote, sedano e prezzemolo. I produttori si sono riuniti in un’associazione https://www.associazionecipollarossadicavasso.it/ che tutela tutta la filiera produttiva, di promozione e vendita della cipolla e organizza eventi di valorizzazione e consumo consapevole [ππ πππ πππππ ππππππππ πππππππππππ ππ ππππ π΅πππ; ππππ£ππ ππππππ πππ ππ ππππππππ ππππππππ£ππππ].
Il video che vi consiglio di guardare Γ¨ in friulano (tranquilli: con sottotitoli in italiano). Le immagini da sole restituiscono, in un linguaggio facilmente comprensibile, la passione e la dedizione che i coltivatori (vecchi e nuovi) dedicano alla cipolla rossa.
https://www.youtube.com/watch?v=5AwLy_PodN4
Sono certa che condividerete con me impressioni, ricordi e ricette.