๐๐จ ๐ฌ๐๐ฉ๐๐ฏ๐ข ๐๐ก๐?
Le caducifoglie alle nostre latitudini si stanno adeguando al calendario astronomico, che ci ricorda l’incipiente fine dell’autunno. Tra le fronde che si diradano, ecco spuntare vistose macchie di colore, e non parlo del “๐ง๐ฐ๐ญ๐ช๐ข๐จ๐ฆ”. A proposito, sapete che la parola, che indica la ๐ฅ๐ง๐ค๐๐ง๐๐จ๐จ๐๐ซ๐ ๐๐๐ข๐๐ฃ๐ช๐ฏ๐๐ค๐ฃ๐ ๐๐ ๐๐ก๐ค๐ง๐ค๐๐๐ก๐ก๐ ๐ฅ๐ง๐๐จ๐๐ฃ๐ฉ๐ ๐ฃ๐๐ก๐ก๐ ๐๐ค๐๐ก๐๐ (con conseguente ingiallimento e successiva sequenza cromatica, fino all’abscissione, cioรจ la caduta della foglia), non รจ di origini francesi? E’ inglese, in realtร . E sebbene io sia per principio contro i neologismi inutili, per brevitร e facilitร di comprensione, ho imparato a usarla nei miei spiegoni.
Ma torniamo alle chiazze di colore, rosse e blu scuro. Avvicinandoci all’origine di cotanto sfarzo autunnale, potremmo restare sbalorditi dalle forme di questo frutto che appare tra il fogliame. Stiamo ammirando la drupa (cosรฌ si chiamano i frutti carnosi esternamente, con una parte interna legnosa, come ad esempio la pesca, l’albicocca, etc.) del ๐๐ก๐๐ง๐ค๐๐๐ฃ๐๐ง๐ค (๐๐ญ๐ฆ๐ณ๐ฐ๐ฅ๐ฆ๐ฏ๐ฅ๐ณ๐ถ๐ฎ ๐ต๐ณ๐ช๐ค๐ฉ๐ฐ๐ต๐ฐ๐ฎ๐ถ๐ฎ).
Si tratta di una pianta arbustiva originaria della Cina e del Giappone, introdotta in Europa come specie ornamentale nel 1800. In Italia la troviamo a settentrione (Friuli VG, Veneto e Lombardia), come pianta “๐ฏ๐ฆ๐ฐ๐ง๐ช๐ต๐ข ๐ค๐ข๐ด๐ถ๐ข๐ญ๐ฆ” a crescita ๐ด๐ถ๐ฃ๐ด๐ฑ๐ฐ๐ฏ๐ต๐ข๐ฏ๐ฆ๐ข. ‘Neofita’ significa che รจ stata introdotta casualmente o volontariamente (รจ il caso del clerodendro) dall’uomo dopo la scoperta dell’America. ‘Casuale’ indica quelle specie alloctone che possono riprodursi occasionalmente, ma senza creare nuclei persistenti o invasivi. La crescita ‘subspontanea’ si riferisce alla ridotta capacitร di moltiplicarsi del clerodendro, a causa dei climi rigidi e dell’habitat che non รจ proprio il suo ottimale.
Curiosa รจ l’etimologia, come sempre molto varia. Secondo alcuni il nome generico deriva dall’unione delle parole greche ‘ฮบฮปแฟฯฮฟฯ klรฉros’ (piccoli oggetti usati per tirare a sorte, quindi: sorte, fortuna, destino) e ‘ฮดฮญฮฝฮดฯฮฟฮฝย dรฉndron’, albero. Col significato composto di “๐๐ก๐๐๐ง๐ค ๐๐๐ก ๐๐๐จ๐ฉ๐๐ฃ๐ค”, forse anche per la grande variabilitร di proprietร delle varie specie. Si va da quelle medicinali alle tossiche fino alle velenose. Altri abbinano la prima parte al termine “clero”, inteso come gruppo religioso. Quindi “๐๐ก๐๐๐ง๐ค ๐๐๐ ๐จ๐๐๐๐ง๐๐ค๐ฉ๐”.
Il nome specifico, anch’esso composto da due termini, deriva dal greco ‘ฯฯแฟฯฮฟแฟก trichou’, cioรจ suddivisoย in tre parti, e daย ‘ฯฯฮผฮฟฯ tรณmos’ย fetta, ritaglio, suddivisione. Con chiaro riferimento alle ramificazioni delle infiorescenze, tripartite per l’appunto. Oppure, giusto per creare un po’ di confusione, dai termini greci ‘trichรฒs’ cioรจ pelo e ‘tomรฒs’ cioรจ strato, ad indicare la leggera pelositร sulla pagina inferiore delle foglie.
L’ambiguitร permane anche spulciando i nomi stranieri:๐๐ฐ๐ด๐ฃ๐ข๐ถ๐ฎ in tedesco (albero del destino), ๐๐ณ๐ฃ๐ฐ๐ญ ๐ฅ๐ฆ๐ญ ๐ฅ๐ฆ๐ด๐ต๐ช๐ฏ๐ฐ in spagnolo, ๐๐ณ๐ฃ๐ณ๐ฆ ๐ฅ๐ถ ๐ค๐ญ๐ฆ๐ณ๐จรจ (albero del clero) in francese.
A fugare i dubbi identificativi ci pensano le ๐๐ฃ๐๐๐ค๐ง๐๐จ๐๐๐ฃ๐ฏ๐, profumatissime, che sbocciano tra luglio e agosto. Su ogni cima (rametto) troviamo 10 o piรน fiori veri e propri, che presentano una corolla bianca o rosea formata da 5 lacinie (frange) dal cui interno sporgono 4 stami filamentosi, ben visibili.
Alla fecondazione dei fiori segue la crescita dei ๐๐ง๐ช๐ฉ๐ฉ๐ (vedi foto) che sono, a mio avviso, particolarissimi. La drupa, a cui accennavo a inizio spiegone, รจ una sfera morbida, inizialmente verde, poi vira a blu perlaceo, che contiene un unico seme. Contrasta col rosso cardinale del calice, l’insieme dei quelle 5 – 6 foglie che racchiudono il frutto. Nonostante i loro colori facciano pensare immediatamente ad un’eventuale tossicitร , la letteratura botanica ci rivela che il frutto non lo รจ, almeno non fino a prova contraria.
La pianta ha portamento arbustivo, superando difficilmente l’altezza di 4 metri. Resiste bene alle gelate (-15ยฐC) e ai periodi di siccitร , prediligendo terreni freschi, umidi e profondi, da 0 a 800 m s.l.m. La prolungata fioritura, la bellezza di fiori e frutti, la facilitร di modellare il tronco durante la crescita, ne fa una pianta apprezzata da giardinieri e florovivaisti. Unica nota negativa – a detta dei professionisti – sono le ๐๐ค๐๐ก๐๐ che cadono a inizio inverno e sono piuttosto tenaci, obbligando i proprietari a lavori tardivi di pulizia.
L’uso fitofarmacologico in occidente non ha avuto modo di perfezionarsi. Ma il clerodendro ha stimolato comunque la fantasia di grandi e piccini. Ci si preparava una specie di inchiostro: i frutti maturi contengono tannini e pigmenti solubili in acqua, che donano un intenso colore blu indaco o turchese ai tessuti.
Nei paesi orientali d’origine le drupe di clerodendro sono utilizzate come colorante alimentare mentre le foglie – commestibili – rientrano nella dieta locale. Le fronde della pianta adornano le processioni religiose sull’isola di Sri Lanka, offrendo influssi beneauguranti ai partecipanti.