๐๐จ ๐ฌ๐๐ฉ๐๐ฏ๐ข ๐๐ก๐?
Nella Riserva Naturale Regionale del Lago di Cornino sono ospitati e accuditi alcuni esemplari di specie animali autoctone, inadatti a essere reintrodotti in natura. In alcuni fortunati casi (in cui la fortuna c’entra poco; sono le competenze e la preparazione dello staff scientifico, semmai, a dare i frutti sperati) delle coppie riproduttive hanno svolto egregiamente il compito a loro assegnato. Nello specifico, si tratta di avifauna, i cui pulli verranno inseriti in progetti di ripopolamento e reintroduzione in natura.
In parole povere, mamma e papร volatile, opportunamente collocati in un ambiente favorevole, covano e accudiscono uno o piรน uova , si spera fecondate. Alla nascita dei pulcini, lo staff pluricompetente in materie specifiche, si prende cura di loro e li crescono secondo tecniche e disciplinari ben definiti, frutto di prolungati studi ed esperimenti. Raggiunta l’etร dell’autosufficienza, l’individuo รจ rilasciato in natura, con diversi scopi. Contribuire alla variabilitร genetica, ad esempio, della popolazione giร presente. Oppure rioccupare nicchie ecologiche lasciate vacanti dalla sua specie per cause esterne (bracconaggio, inquinamento, incidenti, malattie).
Lo spiegone di oggi invece tratta del solitario ๐๐ค๐ง๐ซ๐ค ๐๐ข๐ฅ๐๐ง๐๐๐ก๐ (๐๐ฐ๐ณ๐ท๐ถ๐ด ๐ค๐ฐ๐ณ๐ข๐น) presente in Riserva. Condivide la spaziosa voliera coi 5 grifoni suoi colleghi di permanenza. Si chiama ๐พ๐ง๐ค๐ e proviene da un sequestro per detenzione illegale operata da un privato cittadino. Praticamente, l’umano ignorante ha trovato un uovo in un nido e se l’รจ portato a casa. Ha atteso la schiusa e ha nutrito il pulcino, non sapendo – forse – che l’imprinting, soprattutto negli uccelli, avviene fin dal primo momento successivo alla schiusa dell’uovo e dura poche ore.
L’๐๐ข๐ฅ๐ง๐๐ฃ๐ฉ๐๐ฃ๐ รจ quella forma di apprendimento molto precoce che alcune specie animali adottano per individuare, fin dai primi istanti della loro vita, la figura di riferimento e protezione. Numerosi esperimenti hanno permesso di capire che soggetti neonati sono “ingannabili”, presentando loro “mamme surrogate” (pupazzi o oggetti in movimento, animali di altre specie, umani inclusi). Famosi sono gli studi condotti da Konrad Lorenz e le sue oche, per le quali lui rappresentava “mamma oca”. Le informazioni apprese attraverso l’imprinting sono difficilmente reversibili e segnano l’esistenza dell’individuo imprintato.
Torniamo a Crok, abituato a considerare l’๐ถ๐ฐ๐ฎ๐ฐ-๐ญ๐ข๐ฅ๐ณ๐ฐ-๐ฅ๐ช-๐ถ๐ฐ๐ท๐ข come “mamma corva”. L’uomo lo nutre e lo protegge durante le fasi infantili. Poi, una volta svezzato il giovane corvo, lo lascia uscire in natura, confidando che l’istinto di Crok lo tenga lontano dai pericoli. Ma Crok รจ abituato a interagire con l’uomo e il fatto che incontri altri uomini, o donne, non lo scoraggia affatto. Anzi: si avvicina a loro sperando in qualche boccone di cibo o attenzione particolare. Non ottenendoli, lui insiste e diventa ardito, tanto da beccare – ad esempio – i lacci delle scarpe o i polsini delle camice degli escursionisti incontrati per caso.
Il problema fondamentale รจ che la ๐๐๐ช๐ฃ๐ ๐จ๐๐ก๐ซ๐๐ฉ๐๐๐ tale deve restare: diffidente, timorosa e guardinga. Perchรฉ di uomini (intendendo il genere umano) con doppi fini o incapaci di valutare oggettivamente una situazione anomala, รจ pieno il mondo. E di fauna selvatica che รจ diventata confidente a causa di errati comportamenti umani, sono pieni i titoloni dei giornali.
Quindi Crok rappresenta, per i comportamenti errati acquisiti dal suo ‘benefattore’, un pericolo per gli uomini e, di conseguenza, per sรจ stesso. E trova, per sua fortuna, ospitalitร in Riserva, dove puรฒ ancora esternare la sua fiducia nell’uomo, avvicinandosi alla recinzione della voliera. Ma senza innescare reazioni scomposte in chi lo osserva a distanza di sicurezza.
Vi presento brevemente la specie di appartenenza di Crok, invitandovi ovviamente ad andare a vedere coi vostri occhi l’eleganza e impertinenza che caratterizzano il corvo che si crede un umano.
E’ un passeriforme, il piรน grande (assieme al ๐ค๐ณ๐ข๐ด๐ด๐ช๐ณ๐ฐ๐ด๐ต๐ณ๐ช๐ด) della famiglia dei corvidi, presente in Eurasia e Nordamerica. Raggiunge, da adulto, la lunghezza di 65/70 cm e un peso tra 600 e 1600 kg, mentre l’apertura alare si estende per 130 cm. Gli individui residenti in zone calde, sono tendenzialmente piรน piccoli dei loro fratelli nordici. Anche le femmine sono piรน minute dei maschi.
La ๐ฉ๐๐จ๐ฉ๐ รจ il carattere morfologico che ne permette una rapida identificazione. E’ allungata, con occhi bruno scuro e un ๐๐๐๐๐ค robusto e nero, leggermente ricurvo, coperto parzialmente da piume setolose nella parte prossimale che lo fanno sembrare piรน corto di quanto in realtร sia (vedi foto). Il ๐ฅ๐๐ช๐ข๐๐๐๐๐ค รจ completamente nero, con occasionali riflessi blu-acciaio se illuminato dal Sole. Le ๐ฏ๐๐ข๐ฅ๐ sono glabre dal tarso in giรน e di colore nero; ha 4 dita, di cui tre rivolte verso avanti e una all’indietro, utili ad afferrare saldamente prede e appigli e a muoversi comodamente al suolo.
E’ onnivoro e opportunista: mangia tutto ciรฒ che รจ commestibile. L’ambiente e le disponibilitร trofiche ne caratterizzano quindi la dieta. Nel volo alla ricerca di cibo assomiglia, per velocitร ed agilitร , ai classici uccelli rapaci diurni. Non รจ raro osservarli, all’interno della Riserva, volare in compagnia dei grifoni, in ampi cerchi e sospinti dalle correnti ascensionali.
Sono ottimi imitatori di versi di altri animali, suoni e rumori, voci umane, ed estremamente interessati ad oggetti luccicanti che sottraggono all’ambiente, anche rubandoli ai legittimi proprietari, per portarli al nido e – si presume – impressionare i conspecifici. La loro intelligenza, di gran lunga superiore ad altra avifauna, รจ studiata da anni. Sono capaci di analizzare situazioni nuovo e mai esperite, trovare soluzioni pratiche e imparare dagli insegnamenti ricevuto, da individui della stessa specie o specie diverse (umani inclusi).
Il corvo imperiale in Italia non รจ cosรฌ diffuso, ma alcune coppie nidificanti hanno scelto proprio il Friuli VG per mettere su famiglia. E’ quindi specie sedentaria e svernante, prediligendo le rocce strapiombanti delle Prealpi Carniche, cave dismesse e i rilievi dirupati del Carso come suo ambiente ottimale. Un resoconto piuttosto datato (2006 – 2011) contava una ventina di coppie riproduttive in regione. Ci auguriamo che la Riserva del Lago di Cornino, col suo carnaio ben fornito e a disposizione del corvo imperiale sia un richiamo forte e deciso per favorire l’arrivo e la permanenza di ulteriori esemplari. Magari piรน fortunati di Crok.