𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?
La pianta chiamata comunemente Stramonio (𝘋𝘢𝘵𝘶𝘳𝘢 𝘴𝘵𝘳𝘢𝘮𝘰𝘯𝘪𝘶𝘮), ma anche 𝘦𝘳𝘣𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘋𝘪𝘢𝘷𝘰𝘭𝘰, è ampiamente diffusa in Europa, Asia e Americhe. Lo si trova pure in Friuli, specie nei campi incolti o non gestiti, con tendenze infestanti. E’ una pianta appartenente alla famiglia delle Solanacee (patate, melanzane, pomodori) ma è velenosa, dalla radice ai semi.
Fin dall’antichità lo Stramonio veniva assunto per i ben noti effetti allucinogeni, sedativi e narcotici da sciamani delle popolazioni indo-americane; mescolato in pozioni vudù, catturava l’anima del malcapitato di turno e lo trasformava in zombi; anche le streghe napoletane ne facevano ampio uso in intrugli e misture magiche.
Infatti, la pianta contiene numerosi e potenti alcaloidi (soprattutto scopolamina e atropina) difficilmente quantificabili perché la loro concentrazione varia in base alla stagione, alla parte vegetale (radice, fusto, foglie, semi) da cui provengono, e addirittura di pianta in pianta.
Questa estrema variabilità delle concentrazioni ha reso difficile definire le dosi necessarie e “sicure per sballare, ma non troppo”. L’assunzione eccessiva provoca solitamente il decesso per paralisi della muscolatura respiratoria, oltre a tutta una serie di effetti collaterali indesiderati anche in caso di sopravvivenza.
Nella letteratura classica la pianta sembra essere stata usata da Cleopatra per ammaliare Cesare (qualche autore individua nella scopolamina estratta dallo Stramonio il veleno assunto sempre dalla regina egizia per togliersi la vita), mentre Shakespeare racconta che Romeo, ingannato dalla presunta morte dell’amata Giulietta, si sia suicidato proprio assumendo l’estratto della pianta.
Nel linguaggio dei fiori lo Stramonio significa illusione e brevità: non è proprio di buon auspicio. E’ anche simbolo di incognita, magia e incantesimo.
ᶠᵒᵗᵒ ᶜᵃᵖˢᵘˡᵃ: ᵐⁱᵃ; ᵖⁱᵃⁿᵗᵃ: ᴬⁿᵈʳᵉᵃ ᴹᵒʳᵒ ᵖᵉʳ ᴰʳʸᵃᵈᵉˢ