Fienagione a Sauris

𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?

ESTRATTO DI UNA DIDASCALIA PRESENTE AL CENTRO ETNOGRAFICO DI SAURIS 

𝙄𝙣 𝙘𝙝𝙚 𝙢𝙤𝙙𝙤 𝙫𝙚𝙣𝙞𝙫𝙖 𝙖𝙢𝙢𝙪𝙘𝙘𝙝𝙞𝙖𝙩𝙤 𝙞𝙡 𝙛𝙞𝙚𝙣𝙤 𝙚 𝙩𝙧𝙖𝙨𝙥𝙤𝙧𝙩𝙖𝙩𝙤 𝙛𝙞𝙣𝙤 𝙖𝙡 𝙛𝙞𝙚𝙣𝙞𝙡𝙚?  

Con il rastrello si ammucchiava il fieno, che era poi diviso in fasci. Si distendevano delle apposite corde, munite di gancio (chiamate refa, in Carnia), a terra. Il gancio era fissato nel terreno e gli si assicuravano le corde, lunghe circa un metro e mezzo ciascuna. Col rastrello si portavano i mucchi di fieno (𝘳𝘢𝘪𝘴𝘵𝘭𝘢𝘯 – cioè: la quantità di fieno che si raduna con una ‘tratta di rastrello‘) sulle corde.

Liberato il gancio dal terreno, lo si legava alle corde, in modo da avvolgere il fieno in una forma di balla che potesse essere trasportata da una persona. Al centro del fascio si lasciava libero uno spazio a cupola, in cui infilare la testa. Una seconda persona alzava il fascio sopra il capo della prima, che se lo aggiustava tra le spalle e la testa. A volte si utilizzavano gerle o teli per fieno (𝘩𝘢𝘱𝘭𝘰), per portare il carico nei fienili. Più rari erano i trasporti con carri trainati da muli o vacche, teleferiche o slitte. 

𝚁𝚒𝚌𝚎𝚛𝚌𝚊 𝚜𝚟𝚘𝚕𝚝𝚊 𝚍𝚊𝚐𝚕𝚒 𝚊𝚕𝚞𝚗𝚗𝚒 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚜𝚌𝚞𝚘𝚕𝚊 𝚎𝚕𝚎𝚖𝚎𝚗𝚝𝚊𝚛𝚎 𝚍𝚒 𝚂𝚊𝚞𝚛𝚒𝚜, 𝚊.𝚜. 𝟷𝟿𝟾𝟾/𝟾𝟿

ᶠᵒᵗᵒ: ʰᵗᵗᵖˢ://ʷʷʷ.ˢᵃᵘʳⁱˢ⁻ᶻᵃʰʳᵉ.ᵒʳᵍ/ʰᵃᵃ⁻ᵐᵒᶜʰⁿ⁻ˡᵃ⁻ᶠⁱᵉⁿᵃᵍⁱᵒⁿᵉ/

fienagione a Sauris
fienagione a Sauris

ESTRATTO DI UNA DIDASCALIA PRESENTE AL CENTRO ETNOGRAFICO DI SAURIS 

𝙄𝙡 𝙘𝙖𝙡𝙚𝙣𝙙𝙖𝙧𝙞𝙤 𝙖𝙜𝙧𝙤𝙥𝙖𝙨𝙩𝙤𝙧𝙖𝙡𝙚

Raccogliendo in un complesso calendario agropastorale tutte le tradizioni religiose e folkloristiche, le attività umane e i cicli vegetativi e produttivi animali, si giunge a uno schema come da foto. Sono indicate le feste paesane, le scadenze legate all’allevamento delle varie specie animali da cortile, soma e reddito, i lavori nei campi, orti e giardini. Troviamo quindi indicati i periodi dedicati alla fienagione e al trasporto dei fieno dai prati alti alle stalle. Quelli dedicati alla semina, crescita e raccolto delle specie vegetali commestibili. I mesi dedicati ai lavori necessariamente da svolgere in casa: filatura, tessitura e delle fibre vegetali; nonché la lavorazione di prodotti alimentari destinati a lunga conservazione (carni animali e crauti).

Si evidenziano due periodi critici. L’estate, quando la domanda di manodopera per fienagione ed altre attività agricole saliva ai massimi annuali. E il tardo inverno, quando le scorte di fieno e altri prodotti alimentari destinati al bestiame e ai residenti erano in procinto di esaurirsi.

Lo spostamento degli animali in malga d’estate e lo spostamento degli artigiani specializzati (da Sauris: tessitori e sarti fino al secondo Ottocento) erano fenomeni funzionali al mantenimento del sistema agropastorale. L’attività di alpeggio, oltre che permettere lo sfruttamento del pascolo alto utile alla salute dei bovini e alla qualità dei latticini, liberava a manodopera da destinare alla fienagione e ai lavori agricoli. L’emigrazione stagionale nel periodo invernale diminuiva il fabbisogno alimentare della comunità, sfruttava in maniera ottimale i saperi tradizionali e le abilità della gente di montagna, manteneva i canali di relazione con l’esterno. 

calendario agropastorale di Sauris