Figli voraci

𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?

Spiegone breve ma intenso su un coleottero che, per un certo verso, ha tutta la mia stima; specie da quando trascorro molto tempo in aule scolastiche. Ho già accennato a come le cure parentali rientrino nella mirata strategia di sopravvivenza di una specie animale.

Nello specifico ho preso ad esempio i rapaci diurni, laddove il pullo secondogenito, per quanto si affanni a ricevere dai genitori le stesse cure del fratello maggiore, verrà ignorato e servirà solo come cibo proprio per il primogenito.

Qui ci occupiamo invece di un insetto, il 𝘕𝘪𝘤𝘳𝘰𝘱𝘩𝘰𝘳𝘶𝘴 𝘷𝘦𝘴𝘱𝘪𝘭𝘭𝘰. Vive in Europa e Asia, preferendo il sottobosco coperto di lettiera (foglie e altro materiale vegetale in decomposizione). Gode di un ottimo olfatto e individua con facilità cadaveri di animali su cui impiantare una nursery.

Mamma coleottera depone infatti le sue uova nei pressi di un organismo deceduto e ricopre il sito con altro materiale organico, garantendo così umidità, calore e protezione ottimali per la covata. Entrambi i genitori attendono la schiusa delle uova e la nascita delle larve.

Da quel momento e per i 30 giorni successivi, mamma e papà coleottero porteranno al nido cibo con cui nutrire la prole.

E ora vi svelo la parte “edificante” (concedetemi il velato sarcasmo).

Le larve che attendono con pazienza di essere nutrite e imbocconate, ricevono una dose adeguata di cibo, commisurata al loro stadio di crescita e alle necessità oggettive. Quelle che invece sgomitano, pretendono, chiedono con insistenza cibo (quando invece i genitori hanno decretato che ne è stato fornito a sufficienza) scavalcando pure la fila… insomma, fanno le prepotenti… quelle vengono mangiate dagli stessi genitori.

I motivi sono fondamentalmente legati alla cura della prole più “promettente” e socialmente corretta. Sfamare larve troppo voraci costringe i genitori a un superlavoro d dispendio energetico che non ha motivo d’esistere, soprattutto se tra qualche settimana la coppia genitrice può dare alla luce una nuova covata. In natura, lo spreco di risorse ed energia può decretare la fine di un individuo, branco, gruppo sociale.

Raccontiamo questa allegra storiella ai nostri figli e nipoti, così en passant, anche senza uno scopo educativo ben preciso. E vediamo di nascosto l’effetto che fa.

ᶠᵒᵗᵒ: ᴮʸ ᵁᵈᵒ ˢᶜʰᵐⁱᵈᵗ ᶠʳᵒᵐ ᴰᵉᵘᵗˢᶜʰˡᵃⁿᵈ ⁻ ᴺᵉᶜʳᵒᵖʰᵒʳᵘˢ ᵛᵉˢᵖⁱˡˡᵒ ⁽ᴸⁱⁿⁿé, ¹⁷⁵⁸⁾ ᵐᵃˡᵉᵁᵖˡᵒᵃᵈᵉᵈ ᵇʸ ᴹᵃᵍⁿᵘˢ ᴹᵃⁿˢᵏᵉ, ᶜᶜ ᴮʸ⁻ˢᴬ ².⁰, ʰᵗᵗᵖˢ://ᶜᵒᵐᵐᵒⁿˢ.ʷⁱᵏⁱᵐᵉᵈⁱᵃ.ᵒʳᵍ/ʷ/ⁱⁿᵈᵉˣ.ᵖʰᵖ?ᶜᵘʳⁱᵈ⁼²²⁹⁵⁰⁵²³