๐๐จ ๐ฌ๐๐ฉ๐๐ฏ๐ข ๐๐ก๐?
Lo spiegone di oggi รจ incentrato sulla promozione del “mio” territorio di adozione. La frazione di Flagogna, sita nel comune di Forgaria nel Friuli (Ud), ospita i ruderi di un castello le cui origini si perdono nei secoli che furono. Per essere precisi, si tratta di due castelli. Di “๐๐ข๐ด๐ต๐ฆ๐ญ๐ท๐ฆ๐ค๐ค๐ฉ๐ช๐ฐ” si conosce solo l’ubicazione approssimativa. Di “๐๐ข๐ด๐ต๐ฆ๐ญ๐ฏ๐ถ๐ฐ๐ท๐ฐ” detto anche “๐๐ ๐๐๐ฃ ๐๐๐ค๐ซ๐๐ฃ๐ฃ๐” restano ad oggi il muro difensivo munito di feritoie, il portale che si apre sul lato nord, i resti del mastio e la piccola chiesa cinquecentesca – recentemente restaurata – di San Giovanni, rifacimento della piรน antica cappella.
La costruzione del castello vecchio รจ attribuita ai ๐๐ค๐ฃ๐๐ค๐๐๐ง๐๐, ma il primo documento scritto risale al 1170. Si tratta dell’elenco di alcune proprietร (tra cui i castelli di Attimis e Partistagno) di Ulderico da Attems e della moglie Diemont donate al Patriarcato di Aquileia. In occasione del rito di passaggio รจ presente tale “๐๐ข๐ญ๐ฅ๐ข๐ณ๐ช๐ค๐ถ๐ด ๐ฅ๐ฆ ๐๐ญ๐ข๐จ๐ถ๐ข๐จ” (Flagogna) che giura fedeltร alla chiesa di Aquileia, attribuendo il suo castello alla proprietร patriarcale.
Per un secolo le sorti del castello spariscono dalle testimonianze scritte. Nel 1280 un documento recita “๐ด๐ถ๐ฃ ๐ฎ๐ฐ๐ฏ๐ต๐ฆ ๐ค๐ข๐ด๐ต๐ณ๐ฐ๐ณ๐ถ๐ฎ ๐๐ญ๐ข๐จ๐ฐ๐ฏ๐ฆ๐ฆ” ad intendere che nel frattempo รจ stato costruito un altro edificio, con finalitร simili. La posizione scelta รจ piรน elevata, rispetto al precedente, e verso est, su un dirupo strapiombante alto tra 20 e 40 metri, meglio protetto da eventuali assalti e visibile dai manieri circostanti.
Diversi atti notarili confermano l’esistenza in contemporanea di due castelli durante i secoli XIII e XIV, di proprietร di casate locali. Negli anni tra il 1318 e 1332 ๐๐ฉ๐ฉ๐ค๐ง๐ ๐๐ ๐๐๐ซ๐ค๐ง๐๐ฃ๐๐ฃ๐ค acquista a lotti i possedimenti di Nicolรฒ di Flagogna e di Bartolo e Simone da San Daniele afferenti ai due castelli.
Il 25 gennaio 1348 si scatena un terremoto che “๐ค๐ฐ๐ฏ ๐ต๐ณ๐ฆ ๐ด๐ค๐ฐ๐ด๐ด๐ฆ ๐ช๐ฏ ๐ค๐ณ๐ฆ๐ด๐ค๐ฆ๐ฏ๐ฅ๐ฐ ๐ฅ๐ช ๐ท๐ช๐ฐ๐ญ๐ฆ๐ฏ๐ป๐ข” fa crollare irrimediabilmente Castelvecchio. Non sarร piรน ricostruito e, anzi, i materiali recuperati dal rudere vengono utilizzati per riparare e ampliare Castelnuovo. Atti notarili raccontano che il maniero era dotato di “๐ด๐ข๐ญ๐ข ๐ฅ๐ฆ๐ญ ๐ฏ๐ถ๐ฐ๐ท๐ฐ ๐ฑ๐ข๐ญ๐ข๐ป๐ป๐ฐ” e di “๐ด๐ต๐ถ๐ง๐ข ๐ด๐ถ๐ฑ๐ฆ๐ณ๐ช๐ฐ๐ณ๐ช ๐ต๐ณ๐ข ๐ญ๐ข ๐ต๐ฐ๐ณ๐ณ๐ฆ ๐ฆ ๐ญ๐ข ๐ค๐ฉ๐ช๐ฆ๐ด๐ข ๐ฅ๐ช ๐๐ข๐ฏ ๐๐ช๐ฐ๐ท๐ข๐ฏ๐ฏ๐ช”.
Nel 1412 si scatena la faida tra Tristano Savorgnan e le milizie udinesi (fedeli al Patriarcato). Il castello, espropriato, รจ dapprima assegnato a Gian Antonio Bartolini. Probabilmente i Savorgnan lo riconquistano brevemente, ma il patriarca Ludovico di Teck lo concede in uso perpetuo ai fratelli Valentinis nel 1414. Questi, pur di non consegnarlo nelle mani della ๐๐๐ง๐๐ฃ๐๐จ๐จ๐๐ข๐, insediatasi in terra friulana nel 1420, lo smantellano. Tristano torna ad impossessarsi di quello che รจ definito “๐ค๐ข๐ด๐ต๐ณ๐ถ๐ฎ ๐ฅ๐ช๐ณ๐ถ๐ต๐ถ๐ฎ”, ma non ha alcuna intenzione di ripristinarlo, lasciandolo andare in rovina. Il terremoto del 1511 ne provoca il definitivo crollo. Resterร di proprietร dei Savorgnan fino al 1797, che se ne disinteresseranno, abbandonandolo all’oblio.
Recenti restauri hanno reso il colle e i ruderi del castello nuovamente fruibili. Dalle mura perimetrali si abbracciano le alture circostanti, i letti del Tagliamento e dell’Arzino, la pedemontana e alcuni spicchi di pianura friulana. Si comprende appieno come anche l’orografia abbia determinato le vite e gli spostamenti dei nostri antenati. Una visita รจ caldamente consigliata, come sempre.
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