Forbicina

๐‹๐จ ๐ฌ๐š๐ฉ๐ž๐ฏ๐ข ๐œ๐ก๐ž?

Conoscete l’insetto comunemente chiamato ๐™›๐™ค๐™ง๐™›๐™ž๐™˜๐™ค๐™ก๐™–, ๐™›๐™ค๐™ง๐™›๐™ž๐™˜๐™š๐™ฉ๐™ฉ๐™–, ๐™›๐™ค๐™ง๐™›๐™š๐™˜๐™˜๐™๐™ž๐™–, ๐™›๐™ค๐™ง๐™—๐™ž๐™˜๐™ž๐™ฃ๐™–, ๐™›๐™ค๐™ง๐™—๐™ž๐™˜๐™ž๐™จ๐™˜๐™–, ๐™ฉ๐™–๐™œ๐™ก๐™ž๐™–๐™›๐™ค๐™ง๐™—๐™ž๐™˜๐™ž, ๐™ข๐™–๐™ก๐™–๐™›๐™ค๐™ง๐™—๐™ž๐™˜๐™ž, ๐™ข๐™ค๐™ฏ๐™ฏ๐™ž๐™˜๐™–-๐™ฉ๐™š๐™ฃ๐™–๐™œ๐™ก๐™ž๐™š, ๐™ž๐™ฃ๐™จ๐™š๐™ฉ๐™ฉ๐™ค ๐˜พ๐™ช๐™œ๐™ช๐™ง๐™ง๐™–? I nomi comuni si sprecano per un animaletto cosรฌ piccolo. Se poi aggiungo l’epiteto per cui รจ piรน noto (“dell’orecchio”) ecco che si scatena il panico. Eppure sto parlando di un innocuo insetto, presente praticamente ovunque, che molto difficilmente puรฒ provocare danni a noi, umani timorosi. Il nome scientifico รจ ๐˜๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ง๐˜ช๐˜ค๐˜ถ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ข๐˜ถ๐˜ณ๐˜ช๐˜ค๐˜ถ๐˜ญ๐˜ข๐˜ณ๐˜ช๐˜ข e fa parte dell’ordine dei ๐˜‹๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ฎ๐˜ข๐˜ต๐˜ต๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ช, che accoglie circa 1800 specie di “forbicine”.

L’etimologia dell’ordine dei Dermaptera รจ di per sรฉ giร  interessante. E’ formato da due parole greche, “dรฉrma” (“pelle”) e “pterรณn” (“ala”), e allude alle ali dell’animale che, quando la specie ne รจ provvista, sono sclerificate (indurite, inadatte meccanicamente al volo) e/o di misura ridotta. Nel caso della nostra forficula, in realtร , sono adatte al volo e la forficula ne รจ capace, anche se solo per brevi tratti.

La forbicina รจ onnivora e adora piccoli insetti, animali morti, fiori, frutti, foglie e germogli. Soprattutto per le sue preferenze alimentari vegetariane, non รจ ben vista negli ambienti contadini. A essere sinceri, i danni apportati da un unico esemplare alle coltivazioni sono del tutto trascurabili. Ma le forbicine tendono ad essere saltuariamente gregarie e in tale occasione, quando centinaia di insetti aggrediscono un coltivo, le rimostranze sono quasi giustificate. Sono eventi comunque rari e facilmente risolvibili con insetticidi (ahimรจ) autorizzati.

Invece la sua vorace fitofagia lo eleva a ‘insetto ausiliario’, utile nel controllo delle specie veramente dannose alle coltivazioni e fondamentale nel mantenimento dell’equilibrio della entomofauna presente in determinati ambienti.

Le forbicine sono specie molto adattabili e possono colonizzare e occupare numerosi ambienti, sostanzialmente molto diversi. Sono originarie dell’Europa, specie delle regioni coi climi meno estremi, ma sono stata introdotte anche nel continente americano nel XIX secolo e paiono trovarcisi bene. Le possiamo incontrare in zone boscate umide come in magredi steppici e aridi. Di giorno se ne stanno rintanate tra foglie e lettiera vegetale, di notte invece pattugliano la propria zona in cerca di cibo ed eventuali partner.

Non temono nemmeno di entrare nelle nostre abitazioni, magari passando da finestre lasciate socchiuse o facendosi trasportare con la legna da ardere. Ma sono ๐™ž๐™ฃ๐™ฃ๐™ค๐™˜๐™ช๐™š (stesso discorso del cervo volante), non pungono, non trasmettono malattie, non amputano arti, non inoculano veleno. Possono, ma solo se messe alle strette, mordere. Lo fanno utilizzando le mandibole, molto forti, di cui sono dotate. La rilevanza medica del medico รจ praticamente nulla, puรฒ restare il fastidio e un lieve arrossamento che si risolve in qualche ora.

E qui sfato alcune leggende metropolitane: la forbicina non morde con i ๐™˜๐™š๐™ง๐™˜๐™ž, che sono quelle appendici addominali (che sporgono dal didietro, per capirci) di molte specie di insetti. Sono un carattere primitivo, indice cioรจ di una origine antica dell’animale, che รจ mutato ben poco durate il susseguirsi dei periodi geologici. Le forbicine maschio usano i cerci, lunghi da 10 a 15 mm., per altri motivi: come organo sensoriale che permette all’animale di muoversi nello spazio, come organi di difesa da eventuali predatori o competitori, come aiuto meccanico nel dispiegare le ali, e infine servono ad ancorarsi stabilmente alla partner durante l’accoppiamento.

Una forbicina maschio che durante uno scontro tra rivali abbia perso uno o entrambi i cerci, non potrร  piรน accoppiarsi; invece i maschi che presentano coppie di cerci ipotrofici, vengono chiamati ‘ermafrodito’ e ha poche chance si essere scelto dalle femmine come partner.

Una volta concluso l’incontro amoroso, la coppia scava una tana nella terra smossa o sotto a dei sassi, in cui la femmina depone le uova fecondate (da 50 a 100 alla volta, fino a 500 in un anno). Caso abbastanza singolare, nel mondo degli insetti: papร  e mamma forbicina si prodigano in cure parentali per tempi prolungati. Papร  accumula cibo nella tana, a sufficienza per garantire la sopravvivenza della mamma e dei figli. Invece la mamma sorveglia le uova fino alla loro schiusa e si assicura che la prole cresca forte e vigorosa. Durante questi mesi, solitamente quelli invernali, lei resta rintanata accanto alle uova o ai piccoli in uno stato simile a un letargo vigile, per ottimizzare il consumo energetico. A primavera, quando i piccoli sono in grado di affrontare il mondo esterno, anche la femmina riappare in superficie.

Altra leggenda da sfatare: le forbicine ๐™ฃ๐™ค๐™ฃ ๐™š๐™ฃ๐™ฉ๐™ง๐™–๐™ฃ๐™ค ๐™ฃ๐™š๐™ก๐™ก๐™š ๐™ค๐™ง๐™š๐™˜๐™˜๐™๐™ž๐™š per deporre le uova nel cervello dei malcapitati. Non entrano proprio nelle orecchie, se non in casi rarissimi (equiparabili, come frequenza a qualsiasi altro insetto). La credenza nasce nel I sec. d.C. grazie a Plinio il Vecchio, naturalista romano, che nella sua opera “๐˜•๐˜ข๐˜ต๐˜ถ๐˜ณ๐˜ข๐˜ญ๐˜ช๐˜ด ๐˜๐˜ช๐˜ด๐˜ต๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ช๐˜ข” ne tratta.

Una curiositร  ๐™ข๐™š๐™ฉ๐™š๐™ค๐™ง๐™ค๐™ก๐™ค๐™œ๐™ž๐™˜๐™–: la diffusione e la moltiplicazione delle forbicine su base annua รจ legata strettamente a fattori climatici quali temperatura, velocitร  e direzione del vento, temperature massime e minime. Analizzando questi dati, si puรฒ ricavare con scarti minimi il numero di forbicine che popoleranno un certo ambiente.

Sopra ho accennato al ๐™˜๐™–๐™ง๐™–๐™ฉ๐™ฉ๐™š๐™ง๐™š ๐™ฅ๐™ง๐™ž๐™ข๐™ž๐™ฉ๐™ž๐™ซ๐™ค dei cerci, che indica a spanne l’era in cui sono apparsi certi animali che ne sono dotati ancora oggi. Infatti la Terra dev’essere stata popolata da specie affini alle attuali forbicine giร  dal Giurassico (200 – 145 milioni di anni fa). Ma abbiamo la certezza matematica che siano rimaste immutate praticamente dall’Eocene (55 milioni di anni fa) in poi, grazie all’ambra fossile che ne ha conservato alcuni esemplari.

E infine, breve carrellata sull’etimologia dei ๐™ฃ๐™ค๐™ข๐™ž ๐™˜๐™ค๐™ข๐™ช๐™ฃ๐™ž, italiani e non solo, delle forbicine. Nell’antichitร  e fino a tempi recenti, la polvere secca di forbicine era usata per curare malattie e affezioni dell’orecchio. Da questa usanza sarebbe nato l’epiteto “auricularia”. Per il nome comune tedesco ‘Ohrenwurm’ (bruco dell’orecchio) si rimanda alla forma dei cerci, che ricordano la cruna di un ago; in tedesco questa si chiama “ร–hr” e che – storpiata – diventa “Ohr” (orecchio). Il nome comune francese “Perce-oreille” lo si attribuisce alla tenaglia, con cui gli orafi bucavano i lobi per applicare gli orecchini, dalla forma simile alle pinzette dell’insetto.

Termino con l’invito a osservare la complessitร  dell’insetto in questione, magari anche “intrappolandolo” momentaneamente sotto a un bicchiere capovolto; sia mai che vi azzanni alla giugulare. Sono animali sopravvissuti a millenni di sconvolgimenti, estinzioni di massa, cambi repentini di clima. Meritano rispetto e un occhio di riguardo anche solo per la loro estrema adattabilitร , per non parlare del ruolo ecologico che svolgono nel ciclo della materia e nella lotta biologica.

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Forbicina o forficula auricularia
Forbicina o forficula auricularia