Formicaleone

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Il (o la ?) formicaleone ĆØ un insetto a dir poco stupefacente. Appartiene alla famiglia dei š˜”š˜ŗš˜³š˜®š˜¦š˜­š˜¦š˜°š˜Æš˜µš˜Ŗš˜„š˜¢š˜¦ e all’ordine nei š˜•š˜¦š˜¶š˜³š˜°š˜µš˜µš˜¦š˜³š˜Ŗ, a cui ho brevemente accennato qui: https://www.tangia.it/insetti/ . Sono animali che, come quasi tutti gli insetti, vivono vari stadi a partire dall’uovo deposto dalla madre, fino a raggiungere lo stadio adulto e riproduttivo.

Nel caso del formicaleone, lo stadio larvale ĆØ molto diverso da quello adulto. Che debba nutrirsi e trovare riparo ĆØ un’esigenza che condivide con pressochĆ© tutto il mondo dei viventi. Ma vediamo cosa rende la larva di questo insetto cosƬ particolare.

Partiamo come sempre dall’inizio. PapĆ  formicaleone e mamma formicaleonessa (passatemi il termine poco scientifico) si incontrano durante le ore crepuscolari. Sono dotati di 4 ali, trasparenti e fittamente percorse da nervature – per questo sono chiamati neurotteri – e assomigliano alle libellule, ma sono anche pessimi volatori. Essendo prede ambite da numerosi insettivori, di giorno se ne stanno nascosti tra la vegetazione dove si camuffano alla perfezione.

La deposizione delle š™Ŗš™¤š™«š™– avviene nella sabbia, dove la madre sceglie zone protette da agenti atmosferici, solitamente nella stagione tardo-primaverile o estiva. A qualche giorno di distanza dall’uovo esce una larva molto piccola, qualche millimetro, ma giĆ  famelica. Il capo e soprattutto il forcipe (delle pinze mandibolari) sono perfettamente sviluppati. Soprattutto quest’ultimo serve alla larva. Col forcipe scava nella sabbia un š™žš™¢š™—š™Ŗš™©š™¤ dalle dimensioni proporzionali al suo stadio vitale. L’imbuto di 1/2 cm inizialmente, quando la larva ĆØ di appena pochi millimetri di lunghezza, raggiunge i 6/8 cm. di diametro e 6 cm. di profonditĆ  quando la larva ĆØ al terzo stadio.

L’operazione di scavo non ĆØ cosƬ semplice come si potrebbe immaginare. La pendenza dei versanti dell’imbuto e la granulometria della sabbia lasciata sui versanti ĆØ frutto di millenni di selezione naturale e adattamenti agli habitat frequentati. Una volta soddisfatto del lavoro svolto, la larva si mette in attesa.

Si apposta alla base dell’imbuto, nascosta dalla sabbia. Sporgono solo le š™—š™§š™–š™£š™˜š™š™š š™™š™šš™” š™›š™¤š™§š™˜š™žš™„š™š, pronte ad entrare in azione. Ovviamente attende il suo pranzo, che spesso consiste in una formica sprovveduta. Questa, trovandosi ad attraversare quella lieve depressione nel suolo, mai si aspetterebbe feroci zanne pronte a ghermirla. Invece la sabbiolina, smossa con maestria dalla larva, rende difficile alla formica la risalita dall’altro versante. Oltre ad avvertire la larva in attesa sull’imbocco dell’imbuto.

Questa ha il corpo ricoperto di š™¢š™šš™˜š™˜š™–š™£š™¤š™§š™šš™˜š™šš™©š™©š™¤š™§š™ž, che sono in grado di percepire l’avvicinarsi di una preda giĆ  a 10 cm di distanza dalla buca. Dalle vibrazioni prodotte dalla malcapitata, la larva ne intuisce anche la stazza e valuta se valga la pena spendere energie per stordire e ingaggiare un’eventuale lotta con una preda troppo grossa e non alla sua portata.

Torniamo alla sabbia che riveste i versanti della buca. La granulometria ĆØ tale che ad ogni movimento della preda, si innescano piccoli smottamenti nella sabbia circostante, complice anche la pendenza delle pareti della trappola. E come se non bastasse, la larva, dal fondo del buco, inizia a gettare addosso alla preda altra sabbia, in modo da stordirla e farla rotolare verso il basso. Una volta giunta a portata di pinze, la larva sbuca dalla sabbia, afferra la preda e la trascina sottoterra. Le branche delle pinze sono attraversate da un canale che inietta una sostanza paralizzante e digerente nell’animale predato.

Con le stesse branche, una volta che la š™©š™¤š™Øš™Øš™žš™£š™– š™™š™žš™œš™šš™§š™šš™£š™©š™š ha liquefatto gli organi interni della vittima, il formicaleone risucchia i liquidi e le sostanze nutrienti nel proprio tratto digerente. A fine pasto, le parti organiche non digerite dal formicaleone vengono scagliate ben oltre la circonferenza dell’imbuto.

Questa famelica caccia alle formiche puĆ² durare fino ad alcuni mesi. DopodichĆ© la larva affronta l’ultima mutazione per diventare adulta. Si costruisce un bozzolo sferico sotterraneo, utilizzando della seta autoprodotta dai tubi di Malpighi (organi simili a reni che secernono seta in alcune specie di insetti). Il rivestimento piĆ¹ esterno include granelli di sabbia, per conferire compattezza al bozzolo. All’interno la larva fodera con altra seta il luogo in cui potrebbe trascorrere parecchie settimane, in attesa di ‘sfarfallare’.

Infatti, l’ultimo stadio ĆØ influenza dalle condizioni meteorologiche; dopo circa un mese l’individuo ormai adulto fora l’estremitĆ  del bozzolo e risale in superficie. Pronto a cercare un partner e dare vita alla successiva generazione di formicaleoni. Gli adulti si nutriranno per i mesi di vita che gli restano di polline e nettare.

Per la sua posizione nella rete trofica, il formicaleone ĆØ considerato un efficace antagonista di afidi e altri insetti dannosi. Sono certa che quando incapperete, la prossima estate, in quelle inconfondibili buchette scavate nella spiaggia, le osserverete con l’occhio esperto di chi conosce i segreti piĆ¹ reconditi del formicaleone.

Qui qualche interessante approfondimento: https://lacewing.tamu.edu/neuropterida/neur_bibliography/edoc12/nicolialdini1979ref7928-10057.pdf

Qui invece un video della caccia di formicaleone: https://www.facebook.com/watch/?ref=saved&v=337352002339587

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I vari stadi del formicaleone
I vari stadi del formicaleone