Gatto selvatico

𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐒 𝐜𝐑𝐞?
Oggi lo spiegone tratta di un felide, elusivo e timido abitante delle foreste e aree ecotonali (di transito) a parziale copertura arborea. E’ il turno del π™œπ™–π™©π™©π™€ π™¨π™šπ™‘π™«π™–π™©π™žπ™˜π™€ (𝘍𝘦𝘭π˜ͺ𝘴 𝘴π˜ͺ𝘭𝘷𝘦𝘴𝘡𝘳π˜ͺ𝘴) che non Γ¨ un gatto domestico tornato a condurre vita randagia.
E’ una specie autoctona, ma che gode di un grande apporto di individui dalle regioni limitrofe, soprattutto quelle balcaniche. Ad oggi un monitoraggio sistematico e una stima esatta delle presenze in Friuli VG non ci sono. Si pensa che siano stanziali 150-300 esemplari, in espansione. Ovviamente numeri cosΓ¬ contenuti determinano una criticitΓ  estrema e l’iscrizione nell’elenco delle specie a rischio di estinzione, redatto dalla IUCN, ha favorito la lenta ma inesorabile ricomparsa della specie.

A tal proposito sottolineo la fondamentale importanza dei π™˜π™€π™§π™§π™žπ™™π™€π™ž π™šπ™˜π™€π™‘π™€π™œπ™žπ™˜π™ž: sono terre di transito, soprattutto vie di acqua, dove gli spostamenti di animali e vegetali sono facilitati sia da abbondanti risorse trofiche che di riparo. Tutelare e rinaturalizzare i bacini idrografici significa adottare politiche lungimiranti di conservazione e ampliamento della biodiversitΓ .

Torniamo al gattone. Le dimensioni dell’adulto sono leggermente maggiori e l’aspetto Γ¨ piΓΉ massiccio del gatto domestico: lungo 40-65 cm (coda esclusa), alto al garrese 25-35 cm e dal peso di 5-8 kg. Sono la particolare colorazione del pelo e alcuni aspetti molto caratteristici che ne permettono l’identificazione a distanza (che perΓ² ho sempre bisogno di una validazione genetica).

Nello specifico, 4 sono i π™˜π™–π™§π™–π™©π™©π™šπ™§π™ž π™šπ™¨π™©π™šπ™§π™žπ™€π™§π™ž che devono essere necessariamente presenti, perchΓ© l’individuo sia ragionevolmente un gatto selvatico (vedi disegno sotto). 4 linee di pelo scuro, piΓΉ o meno parallele, che coprono il capo e la zona cervicale. 2 linee di pelo scuro in zona scapolare. Una linea centrale di pelo scuro lungo il dorso, a partire dalle scapole fino all’attaccatura della coda. La π™˜π™€π™™π™– a clava, folta, grossa, con diversi anelli neri, non collegati tra loro, soprattutto nella parte terminale. Le dimensioni della coda dipendono da fattori stagionali (estate= meno folta), dall’etΓ  (giovani = meno folta) e dal sesso (femmine che accudiscono una cucciolata = piΓΉ magre in genere), ma gli anelli disgiunti sono sempre presenti.

Ovviamente, con un esemplare morto, l’identificazione Γ¨ inequivocabilmente certa. Ma perchΓ© muoiono i gatti selvatici? Investimenti, abbattimenti illegali (leggi bracconaggio), avvelenamento, predazione (da parte di lupo, lince e aquila reale), malattie, diminuzione e frammentazione dell’habitat e, non da ultimo, π™žπ™—π™§π™žπ™™π™–π™―π™žπ™€π™£π™š.

Quest’ultima rappresenta un problema soprattutto legato all’impoverimento genetico e alla trasmissione di patologie tra cugini felini. Non Γ¨ un evento cosΓ¬ raro: nelle Valli del Natisone parecchi gatti domestici sono chiaramente ibridi, ma restando in ambito “casalingo”, Γ¨ difficile che inquinino pesantemente il corredo e la purezza genetica dei progenitori selvatici. Solitamente Γ¨ una femmina domestica che si lascia circuire dal maschio selvatico. I cuccioli crescono al pari di altri gatti di famiglia, magari un pΓ² piΓΉ massicci e col pelo peculiare.

Il discorso cambia per il lupo, ma questo sarΓ  oggetto di spiegone futuro.

Il gatto silvestre Γ¨ un microteriofago esclusivo, cioΓ¨ si ciba solamente di π™₯π™§π™šπ™™π™š da lui cacciate, solitamente piccoli mammiferi, uccelli, anfibi o rettili. In casi rarissimi diventa necrofago, ma non mangia assolutamente vegetali.
I segni della sua π™₯π™§π™šπ™¨π™šπ™£π™―π™– sono impronte, fatte, graffi, difficilmente distinguibili dal cugino domestico, salvo analisi di materiale genetico.

Una curiositΓ , per chiudere lo spiegone. Oltre al fototrappolaggio, che lascia sempre qualche dubbio sulla corretta identificazione, i faunisti adottano un trucco tanto semplice quanto efficace per reperire campioni biologici (pelo soprattutto). Cospargono i tronchi degli alberi nei pressi degli avvistamenti di presunti gatti selvatici di essenza di π™«π™–π™‘π™šπ™§π™žπ™–π™£π™–. I gatti, tutti, lince inclusa, vanno in brodo di giuggiole e si strofinano sulla corteccia, lasciandovi abbondante pelo e pelle.

Da ultimo ribadisco che la caccia, la detenzione, anche di parti anatomiche post-mortem, e il commercio del micione Γ¨ vietato dalla legge nazionale 157/92, dalla Direttiva Habitat e dal CITES.

Per informazioni piΓΉ dettagliate sul suo riconoscimento, consultate il documento nel link (un po’ datato, ma con molte foto chiare ed esplicative)
https://www.dolomitipark.it/wp-content/uploads/2021/03/PNDBLdocumento-1206-2.pdf
αΆ α΅’α΅—α΅’: ᴬⁿᡗᡒⁿⁱᡒ α΄Ήα΅ƒαΆœβ±α΅’αΆœα΅‰ / α΅ˆβ±Λ’α΅‰α΅βΏα΅’: α΄Έ. ᴸᡃᡖⁱⁿⁱ

Gatto selvatico, foto di Antonio Macioce
Disegno delle caratteristiche distintive del gatto selvatico, L. Lapini