Giglio di Carniola

𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?

E’ stagione di gigli. Quelli più comuni, i gigli di san Giovanni, li vediamo anche nei fossati ai lati delle strade di campagna, per non parlare dei giardini o perfino di aiuole cittadine. Ma a me interessano altri gigli. Il Martagone l’ho raccontato qui: https://www.tangia.it/martagone/

Oggi tocca al fratellino arancione, endemico in una zona di confine fra Slovenia, Austria e Friuli (e Veneto, per correttezza). Il 𝙜𝙞𝙜𝙡𝙞𝙤 𝙙𝙞 𝘾𝙖𝙧𝙣𝙞𝙤𝙡𝙖 (𝘓𝘪𝘭𝘪𝘶𝘮 𝘤𝘢𝘳𝘯𝘪𝘰𝘭𝘪𝘤𝘶𝘮) infatti lo incontriamo in quella che fino a inizio ‘900 era chiamata la Carniola. Un territorio allora appartenente all’Impero Austroungarico, individuabile nell’odierna Slovenia nord-occidentale, e di 55 m² appartenenti al comune di Tarvisio.

Copio la nomenclatura binomia del nome generico: ‘lilium’ deriva dal greco ‘λείριον leírion’, a sua volta tratto dal coptico ‘hlēri’ e dall’egiziano demotivo ‘ḥrry’ col significato di “fiore”. Lo specifico ‘carniolicum’ ne dà una collocazione geografica.

Lo incontriamo, solitamente individui singoli, forse per l’eccessiva raccolta effettuata fino a pochi anni fa, ai limiti dei boschi di latifoglie o su lande rupestri incespugliate, comunque soleggiate. Preferisce suoli calcarei, composto da ghiaie aride, anche grossolane, ma povere di humus. Si attesta tra i 400 mt. e 1400 mt. s.l.m. Un’eccezione alla regola sono i gigli della Carniola presenti lungo il sentiero botanico del Bila Pec (gruppo del Canin) a 1900 mt. sl.m. Il limite occidentale del suo areale è dato dal Monte Summano, vicino a Piovene Rocchette (VI).

Ricordo che è 𝙥𝙧𝙤𝙩𝙚𝙩𝙩𝙤 e ne è vietata l’asportazione, di stelo floreale o pianta intera, e/o la distruzione. Il regolamento è sempre quello: https://www.regione.fvg.it/…/28112016_flora_protetta_23… e prevede pesanti sanzioni pecuniarie per i trasgressori.

Il giglio fiorisce in questi giorni estivi, tra maggio e luglio, a seconda delle condizioni meteo e delle temperature alle quote in cui si trova.

La pianta raggiungere un’altezza compresa tra 30 e 60 cm. e presenta un fusto particolarmente ricco di foglie nella parte basale. I fiori, tipici dei gigli, pendono verso il basso, hanno 6 tepali (petali) molto ricurvi di colore arancione screziato o puntinato da macchioline in rilievo, di colore scuro. Al centro spuntano 6 stami con antere arancioni e filamenti verdastri lunghi 10 – 11 mm.

In fitoterapia viene usato come coadiuvante per terapie diuretiche e antiartritiche, come espettorante ed emolliente.

Nella Germania del IX sec. se ne consigliava l’uso contro il morso dei serpenti velenosi, mescolando il suo succo con vino Falerno.

L’agiografia ha trovato nel giglio (bianco, però) un simbolo, quello della purezza, attribuibile a un gran numero di Santi: Giuseppe, Domenico e Antonio.

Il naturalista e scrittore latino Plinio il Vecchio (I sec. d.C.) considerava il giglio il fiore più nobile dopo la rosa, ma già in tempi più remoti se ne tessevano le lodi (dalla Bibbia all’epoca minoica), per non parlare delle sue raffigurazioni su affreschi e vasi di Creta.

ᶠᵒᵗᵒ: ᴹᵃʳⁱⁿᵉˡˡᵃ ᶻᵉᵖⁱᵍⁱ ᵖᵉʳ ᴬᶜᵗᵃ ᴾˡᵃⁿᵗᵃʳᵘᵐ

Giglio di Carniola
Giglio di Carniola