𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?
Il bombo (𝘉𝘰𝘮𝘣𝘶𝘴 𝘵𝘦𝘳𝘳𝘦𝘴𝘵𝘳𝘪𝘴) è un simpatico imenottero, nettarivoro, che col suo svolazzare rumoroso e, all’apparenza, goffo rallegra i nostri prati estivi. La leggenda metropolitana per cui “La struttura alare del bombo, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso” (cit. Antoine Magnan, 1934) è stata smentita dall’autore stesso, dopo aver rifatto i calcoli relativi alla resistenza dell’aria sul volo dell’insetto.
Il bombo può volare, vola e fa molto altro. Impollina, ad esempio: favorisce cioè la dispersione dei granuli che trasportano il gamete maschile di alcune piante. Lo trasporta di fiore in fiore e permette all’organo femminile di farsi fecondare, perpetrando così la specie. Ovviamente lo fa per un tornaconto personale: raccoglie, assieme al polline, anche il nettare che rappresenta il suo alimento principale.
Il bombo può anche farsi infettare da un parassita intestinale, 𝘊𝘳𝘪𝘵𝘩𝘪𝘥𝘪𝘢 𝘣𝘰𝘮𝘣𝘪, che in condizioni ambientali normali, non causa grandi sintomi al bombo infestato. Ma in caso di risorse trofiche ridotte, magari causate dal cambiamento climatico, dall’abuso di pesticidi, dal ridursi di habitat adatti, l’animale può manifestare sintomi che lo conducono a morte prematura.
Ed eccovi servito il colpo di scena: i bombi hanno imparato ad automedicarsi, grazie al polline dei girasoli 𝘏𝘦𝘭𝘪𝘢𝘯𝘵𝘩𝘶𝘴 𝘢𝘯𝘯𝘶𝘶𝘴. Entomologi e biologi hanno notato questa peculiarità: i bombi parassitati che facevano largo consumo di pollini di girasole erano in grado di sconfiggere completamente il parassita.
La domanda sorge spontanea nel 2018 negli ambienti scientifici: come agisce il polline sul parassita? Fortifica le risposte immunitarie dell’imenottero? In tal caso la medicina fitoterapica avrebbe nuove molecole a disposizione per patologie debilitanti, quali le parassitosi intestinali (anche umane).
Invece la risposta è più semplice, meccanica e scatologica. Gli studiosi, dopo aver suddiviso i bombi oggetti di ricerca in due gruppi (quelli infetti e quelli sani) hanno fornito abbondante polline di girasole a entrambi. Si erano immediatamente accorti che l’assunzione di polline di girasole (e solo quello) procurava un notevole aumento nella produzione di deiezioni, anche del 67%. Insomma, ai bombi scappava di continuo.
Altra domanda: il polline ha un effetto lassativo o stimolante? Nel primo caso richiamerebbe liquidi nel tratto intestinale interessato al “compattamento” delle feci; la differenza di volume sarebbe quindi solo imputabile al liquido in eccesso espulso con le stesse. Nel secondo caso invece il polline “massaggerebbe” le pareti intestinali, aumentando il ritmo dell’espulsione.
Eh lo so, ora mi ringrazierete per questa disamina approfondita sui lassativi.
Eppure nessuna delle due ipotesi c’entra col polline di girasole: si tratta solo di geometria. Lo strato esterno del polline è molto appuntito e irrita il rivestimento dell’intestino, che risponde alla sollecitazione meccanica producendo muco lubrificante in eccesso. Sarebbe il muco a staccare fisicamente i parassiti dalle pareti intestinali e ad agevolarne l’espulsione. A riprova di ciò, i bombi alimentati con il solo strato esterno del polline godono degli evidenti effetti antiparassitari presi in esame; i bombi alimentati col solo cuore del polline non beneficiano della “pulizia profonda”.
Ovviamente in natura c’è anche il rovescio della medaglia: farne molta e a ripetizione aumenta anche il numero dei parassiti dispersi nell’ambiente, con conseguenze dirette su altri imenotteri che potrebbero infettarsi.
Ma a me piace pensare che il metodo “detox” naturale al 100% venga servito nelle corolle giallo sole che svettano altere nei nostri campi.
ᶠᵒᵗᵒ: ʰᵗᵗᵖˢ://ʷʷʷ.ᶠᵒᵗᵒᵃⁿᵗᵒˡᵒᵍⁱᵃ.ⁱᵗ/ᶠᵒᵗᵒ⁻¹²⁸⁴⁶/ᴮᴼᴹᴮᴼˢᵁᴸᴳᴵᴿᴬˢᴼᴸᴱ.ʰᵗᵐˡ