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CiΓ² che resta del ππ’π΄π΅π¦πππ° π₯πͺ ππͺπ―π»π’π―π° (al Tagliamento – PN) Γ¨ ad oggi comodamente visitabile e rientra nel tracciato dell’anello omonimo, individuato coi segnavia del CAI 822. Il panorama Γ¨ a 360Β°: lo sguardo spazia dalla pedemontana pordenonese, al Piancavallo, le Prealpi e Alpi Carniche, il letto del Tagliamento, fino alle Prealpi Giulie e al Carso.
Un ottimo luogo dove costruire torri di avvistamento, roccaforti e castelli, appunto. I primi insediamenti sono attribuibili ai Romani, grazie a numerosi reperti archeologici rinvenuti, che perΓ² non fugano i dubbi circa le funzioni e l’etΓ precisa di costruzione dell’abitato posto sul cocuzzolo.
Sicuro Γ¨ che nel XII secolo i Signori di Pinzano hanno edificato un castello dotato di stalle, torrette di guardia, una chiesa dedicata a San NicolΓ², un mastio centrale e cinte murarie a proteggere la cittadella. Della struttura, ampliata e rimaneggiata numerose volte, anche in seguito ai terremoti del 1348 e del 1511, oggi restano poche tracce: alcune parti delle mura di cinta, recuperate dopo i crolli del devastante terremoto del 1976, e due volte ad arco da cui scattare favolose fotografie del Sole che tramonta dietro ai rilievi occidentali.
Dei signori di Pinzano restano altre tracce perΓ², alcune non troppo edificanti.
La casata nobiliare molto presumibilmente era imparentata coi dirimpettai Signori di Ragogna, discendenti a loro volta delle casate dei carinziani Eppenstein, confluiti poi nel marchesato di Stiria.
Una prima attestazione documentale di esistenza della casata dei Pinzano risale al 1164 quando Mainardo e Gualtiero di Pinzano si legano al patriarcato aquileiense, con obbligo di residenza presso il castello e fornitura di balestre ed elmi all’esercito del Patriarca.
Nel 1272 Federico di Pinzano, forte di alcune alleanze con potenti Signorie locali, entra a Cividale, decapitando, trucidando, mettendo a ferro e fuoco la cittadina e le campagne circostanti. Nessuno ha il coraggio di fermarlo e, anzi, nel 1275 il nuovo patriarca gli assegna pure il feudo di Castelnovo (PN).
La zona pinzanese, negli anni a seguire, diventa teatro di fenomeni di banditismo a danno dei mercanti, costretti ad attraversare il Tagliamento proprio nella stretta di Pinzano, e di lotte fra feudatari che vogliono affermare i propri schieramenti politici, chi a favore e chi contro il Patriarcato.
Ma Γ¨ l’anno 1344 che segna l’apice delle violenze: i Pinzano a quell’epoca sono divisi in cinque rami; tre di loro decidono di togliere di mezzo gli altri due. La faida dΓ il via a fratricidi, delitti efferati (alcuni di loro muoiono murati vivi) e violenze inaudite contro consanguinei.
Il Patriarca Bertrando, con un esercito radunato in gran fretta, dichiara i Pinzano decaduti dal feudo e pone d’assedio il castello per 46 giorni. Periscono cosΓ¬ anche alcuni superstiti della faida famigliare; chi di inedia, chi di malattia, chi suicida.
Conquistato il castello, il feudo viene spartito tra gli espugnatori: Odorico di Strassoldo, Giovanni di San Daniele (Varmo di Sopra) ed Enrico di Buttrio.
Nel 1352 il feudo passa, insieme a Castelraimondo (Forgaria n. Fr. – UD), ai Savorgnan, che se ne occupano fino al periodo napoleonico.
Quando il maniero viene ceduto ad un veneziano, tale Antonio Moro, la rovina della struttura Γ¨ giΓ in atto; l’opera di demolizione viene tristemente completata dal terremoto del 1976.
Per la descrizione dell’anello di Pinzano e per invogliarvi a percorrerlo, consiglio la lettura di:
https://www.tangia.it/lanello-di-pinzano-detto-anche-pinz-anello/
Per approfondire invece le vicende del castello, consiglio:
https://www.archeocartafvg.it/portfolio-articoli/pinzano-al-tagliamento-pn-castello/
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