𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?
Visitando Venzone, vi sarà capitato di ammirare l’imponente cittadella fortificata e avvolta da possenti mura in pietra. La quasi totalità di quello che oggi si erge al di sopra del piano stradale è stato minuziosamente ricostruito, pietra per pietra, dopo i catastrofici sismi del 1976 (maggio e settembre). Dinnanzi a cotanti ingegno e dedizione umani, passa inosservato il colle “di Nave”, che si eleva tra la sponda sinistra del Tagliamento e l’odierna arteria stradale detta “Pontebbana”.
Sul colle trovate ancora oggi i ruderi di un fortino (detto anche “Rivellino”) costruito dai Veneziani nel 1617 in seguito alla guerra di Gradisca che vide contrapposta la Serenissima ai Duchi d’Austria. Il fortilizio aveva pianta pentastellata e le sue mura difensive erano in origine collegate a quelle della cittadella di Venzone. All’interno del Rivellino è stata trovata una lapide recante l’incisione: “VT INCORRUPTA FIDE IN / PREMP. VENT. VENTIONEM./ TESTARENTUR VALLV. HOC / AD BARBARORUM IMPETUS / ARCENDOS EXTRUXERE / HIERO, LEONI IC. PRAEF. / ET IO. AND. VORAI QUAEST. / AUSPICIIS ANN MDCXVII”.
Riporto la descrizione, stilata da Guido Clonfero e Claudio De Nardi nel 1973: ” I 5 speroni che compongono il forte, s’elevano esternamente a scarpata, fino a raggiungere un marcapiano in pietra tufacea. Al di sopra di tale marcapiano, s’innalza un altro tratto di muratura che, in alcune parti, è andata distrutta. In tale struttura muraria, sopra il marcapiano, erano un tempo ricavate delle feritoie”
Il colle “di Nave” aveva evidente importanza strategica, nonostante la poca elevazione (solo 270 mt. s.l.m.), sia per il controllo della valle scavata dal Tagliamento, quindi via di accesso preferenziale per mercanti, pellegrini ma anche invasori e briganti, che di difesa di Venzone. La cittadella godeva comunque di un efficiente sistema difensivo: un doppio ciclo di mura a pianta pseudo-esagonale lungo circa 1300 metri. I muri principali erano alti 8 metri e spessi 1,5 metri, intervallati da una dozzina di torri di avvistamento e difesa.. All’esterno correva un ampio e profondo fossato attraversato da tre ponti levatoi posti in corrispondenza delle porte d’ingresso fortificate.
Nel 1866 si ultimarono i lavori di realizzazione della linea ferroviaria che separa ancora oggi il colle “di Nave” dalla cittadella. Nel 1933 si spostò l’allora “Strada Postale Pontebbana”, che correva internamente al centro storico del borgo, all’esterno delle mura di cinta. Il fossato fu quindi colmato e il circuito di circonvallazione interrotto, relegando il fortilizio veneziano ben al di fuori delle pertinenze cittadine.
Il 28 dicembre 1944 un bombardamento aereo anglo-americano colpì il lato ovest del fortilizio mutilandolo. Il terremoto del 1976 ne compromise le poche opere murarie ancora in piedi e solo recenti lavori di stabilizzazione hanno reso nuovamente fruibile il sito.
Il sistema difensivo Venzonese sfoggia ulteriori vestigia a Portis, sotto la chiesa di San Bartolomeo, dove due bastioni murati sono ancora visibili. A questi si aggiungono tratti di muraglia presso Campo Castello, il fortilizio di Satimberch, quello di Pragjel, gli spalti di Santa Caterina.
Alcune foto storiche del fortilizio veneziano di Venzone le trovate qui: https://www.hydra-juli.it/venzone/foto/tagliamento/fortinoveneziano/fortinoveneziano.html
Ovviamente ho spulciato il web a fondo e sono incappata in questa chicca. Sul prato e tra i massi affioranti del pianoro sommitale del fortilizio cresce spontanea una pianta endemica, il cui nome non lascia spazio a malintesi: l’alisso di Gemona o 𝘈𝘶𝘳𝘪𝘯𝘪𝘢 𝘱𝘦𝘵𝘳𝘢𝘦𝘢 https://dryades.units.it/FVG/index.php?procedure=taxon_page&id=1470&num=7309
Che sia il caso di fargli visita?
Per completezza, vi linko un documento che elenca tutta la flora presente sulle mura difensive della cittadella di Venzone, Rivellino incluso. A scorrerlo, anche distrattamente, si ha un’idea approssimativa di quanta varietà di habitat e nicchie ecologiche possano offrire dei semplici “ruderi” (e di conseguenza ospitare un’ampia varietà di vegetazione): https://www.civicimuseiudine.it/images/MFSN/Gortania/Gortania%2037_BZ/G37_Bot%20Zool_Mainardis%20Martini%20Venzone%20LR.pdf
ᶠᵒᵗᵒ ⁽ᶠᵒʳᵗⁱⁿᵒ⁾: ʰᵗᵗᵖˢ://ᶜᵃᵗᵃˡᵒᵍᵒ.ᵇᵉⁿⁱᶜᵘˡᵗᵘʳᵃˡⁱ.ⁱᵗ/ᵈᵉᵗᵃⁱˡ/ᴬʳᶜʰⁱᵗᵉᶜᵗᵘʳᵃˡᴼʳᴸᵃⁿᵈˢᶜᵃᵖᵉᴴᵉʳⁱᵗᵃᵍᵉ/⁰⁶⁰⁰¹⁷⁷¹⁹⁵#ˡᵍ⁼¹&ˢˡⁱᵈᵉ⁼⁰
⁽ᴬˡⁱˢˢᵒ ᵈⁱ ᴳᵉᵐᵒⁿᵃ⁾: ᴬⁿᵈʳᵉᵃ ᴹᵒʳᵒ ᵖᵉʳ ᴰʳʸᵃᵈᵉˢ