𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?
L’Australia è il continente con la più alta percentuale di animali endemici ( = che vivono solo in Australia). Canguri, quokka, scoiattoli volanti, pesci pagliaccio, taipan, echidna, casuari, giusto per citarne alcuni.
Considerata la mia passione per le curiosità animali, oggi vi elenco le peculiarità del Wombat, o vombato in italiano, un marsupiale australiano con abitudini crepuscolari, piuttosto riservato ed elusivo.
Nonostante la sua mole tozza (lungo 1 metro, può pesare fino a 35 kg), in caso di fuga precipitosa raggiunge la velocità di 40 km/h.
Passa gran parte della sua vita in un articolato reticolo di gallerie sotterranee, scavate grazie a zampe robuste e a incisivi affilati, che crescono ininterrottamente. Il Wombat è quindi costretto a rosicchiare continuamente cortecce e e radici, per controllarne la lunghezza.
Mamma Wombat custodisce, come tutti i marsupiali, il proprio cucciolo nella classica sacca di pelle posta sull’addome della femmina. Ma il marsupio della Wombat è differente: l’apertura è rivolta verso il basso, per impedire che la terra smossa dalla mamma finisca nel marsupio e provochi danni al piccolo.
Vogliamo accennare al suo “posteriore”? La coda è quasi inesistente, mentre la pelle del fondoschiena è molto spessa e cartilaginea, al punto che l’animale, sentendosi braccato, s’infila nella tana usando proprio quella parte anatomica come tappo per impedire al predatore di penetrare nelle gallerie.
La sua dieta è composta principalmente da graminacee, erbe, corteccia e radici che sono notoriamente difficili da digerire. Ma lui ci mette 14-18 giorni, per completare un ciclo digestivo.
Ma veniamo alla sua caratteristica più curiosa: il Wombat è l’unico animale sulla faccia della Terra a farla cubica.
Esatto, le sue deiezioni sono a forma di dado, in modo che non rotolino lontano dal punto di deposizione e marchino il terreno in modo inequivocabile e inappellabile. Sia mai che delle palline tonde scombinino le planimetrie dei possedimenti territoriali.
E ne può produrre fino a un centinaio in una notte ispirata, tutte regolari e di circa 2 cm di lato.
Numerosi faunisti hanno preso a cuore la condizione inusuale del simpatico animaletto e ne hanno studiato accuratamente il sistema digestivo. Una recente pubblicazione afferma che sono le pareti elastiche dell’ultimo tratto di intestino a provocare differenti sollecitazioni di pressione sul materiale in transito. I tratti più rigidi, che portano una maggiore deformazione elastica, appiattiscono le feci, mentre quelli più “morbidi” lasciano che si formino gli angoli.
E stasera dormiamo tutti più sereni, sapendo che la forma cubica delle sue cacche non procura alcun disagio fisico al Wombat.
ᶠᵒᵗᵒ ᵂᵒᵐᵇᵃᵗ: ᶠᵒᶜᵘˢ ᴶᵘⁿⁱᵒʳ; ᶠᵉᶜⁱ: ᵀʷⁱᵗᵗᵉʳ