La selva di Arvonchi

𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?
Il Friuli VG ospita numerosi endemismi; ma cosa significa 𝘦𝘯𝘥𝘦𝘮𝘪𝘴𝘮𝘰? Si definisce così una specie (animale o vegetale) quando il suo habitat ottimale è esteso a una zona geografica molto limitata. Insomma: sta bene solo lì e non altrove. Le specie vegetali endemiche in Friuli sono più numerose di quelle animali, che però non mancano.

Una è il toporagno di Arvonchi (𝘚𝘰𝘳𝘦𝘹 𝘢𝘶𝘳𝘶𝘯𝘤𝘩𝘪), che ha eletto il bosco planiziale chiamato “selva di Arvonchi” (Muzzana del Turgnano) come sua dimora. Il suo cariotipo (il corredo genetico che lo differenzia da altre specie di toporagni) è stato studiato e mappato solo nel 1998; prima di tale data lo si attribuiva alla specie 𝘢𝘳𝘢𝘯𝘦𝘶𝘴 (toporagno comune).

Come i suoi cugini, è un piccolo mammifero notturno (mai più lungo di 7 cm.), di abitudini fossorie, che si nutre di insetti e lombrichi. Vivendo in un areale ristretto, la sua sopravvivenza è fortemente minacciata da competizione interspecifica (la lotta per la sopravvivenza con altre specie) e la riduzione della rete trofica (disponibilità di cibo). Anche le attività umane – l’uso di pesticidi, la riduzione dell’habitat, l’antropizzazione – ne riducono il numero.

I boschi planiziali sono genericamente terreni di pianura ricoperti da vegetazione a fusto, soprattutto di latifoglie igrofile (che amano l’acqua). Nel caso del bosco di Muzzana invece, si tratta di ciò che resta dell’antica 𝘚𝘪𝘭𝘷𝘢 𝘓𝘶𝘱𝘢𝘯𝘪𝘤𝘢, citata da Virgilio e Plinio il Vecchio (I sec. a.C. – I sec. d.C.), che copriva tutta la pianura friulana, dal Livenza fino all’Isonzo. Anche in questo caso è stato l’intervento dell’uomo a modificarne profondamente estensione e sopravvivenza: disboscamento, bonifica di paludi, agricoltura, urbanizzazione.

Al giorno d’oggi ne troviamo relitti sparsi nella Bassa pianura friulana: Muzzana appunto, Porpetto, San Giorgio di Nogaro, Carlino, Palazzolo. Sono tutelati e spesso ospitano Siti Natura 2000, proprio per la loro unicità e biodiversità.

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il toporagno di Arvonchi