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Di recente sono stati pubblicati i risultati di uno studio scientifico (PLOS One), volto ad appurare il motivo per cui le zebre sembrano decisamente meno afflitte dai morsi di insetti ematofagi (= che si nutrono di sangue) rispetto ai loro cugini del genere ππ²πΆπΆπ΄. Numerose specie di equidi – cavalli, asini, muli, zebre – sono quindi state poste nelle stesse condizioni ambientali, climatiche, geografiche e ecosistemiche per determinare quale o quali fossero i caratteri morfologici, tipo forma, colore, odore, che rendessero la zebra esente (o quasi) dagli attacchi dei temibili tafani.
Ebbene, lo studio rivela che il manto a strisce bicolori delle zebre disorienta gli insetti al punto tale da impedire loro di atterrare sul pelo dell’animale. A riprova di questa tesi, i cavalli, coperti da teli a strisce bianco/nere ad esclusione del capo, sono stati morsi solo sul capo, ma con frequenza comunque minore rispetto a cavalli non “travestiti”. Il risultato ottenuto potrebbe portare a un drastico calo dell’uso di repellenti per insetti nell’ambito degli allevamenti animali. In un futuro potremmo incontrare vacche, capre e pecore a strisce nei pascoli montani.
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