𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?
Ai piedi del ripido versante meridionale di Monte Prât (Forgaria nel Friuli, Ud) si stende il piccolo lago di Cornino. E’ classificato come 𝘨𝘦𝘰𝘴𝘪𝘵𝘰 per la sua peculiare e non ancora ben definita formazione geologica e l’idrografia.
Si tratta di uno specchio di neanche 150 mt di lunghezza e 8 mt di profondità, privo di immissari ed emissari, posto a 155 mt slm. Riceve attualmente le acque dal vicino Tagliamento, che scorre a una quota lievemente più alta, a 160 mt slm. e dalle precipitazioni meteoriche che cadono sull’altipiano di Monte Prât, di origine carsica. Entrambi gli apporti sono sotterranei e vengono convogliati verso lo specchio d’acqua da un fitto reticolo idrografico. La temperatura dell’acqua del lago è costante e si attesta sui 9/11°C mentre il colore turchese, molto intenso, è giustificato dalla presenza di alghe (ma secondo alcune teorie anche dalle rocce calcaree presenti sul fondo). E’ comunque un lago 𝘰𝘭𝘪𝘨𝘰𝘵𝘳𝘰𝘧𝘪𝘤𝘰, con una scarsa presenza di sostanze nutritive. Ospita poche specie animali: Ciprinidi, Salmonidi e il raro Gambero di fiume (𝘈𝘶𝘴𝘵𝘳𝘢𝘱𝘰𝘵𝘢𝘮𝘰𝘣𝘪𝘶𝘴 𝘱𝘢𝘭𝘭𝘪𝘱𝘦𝘴).
La peculiarità del lago di Cornino sta, oltre al colore e alla limpidezza delle sue acqua, nella sua origine misteriosa. Qui di seguito ne elenco alcune, ben sapendo che l’argomento non è molto digeribile. Resta comunque interessante anche per poter apprezzare in futuro la formazione di altri specchi d’acqua che avrete modo di osservare.
Origine 𝙘𝙖𝙧𝙨𝙞𝙘𝙖
Il lago si forma in seguito al crollo di una dolina carsica, creatasi grazie allo scioglimento chimico della rocce calcaree ad opera delle acque piovane. Ma lo sprofondamento non spiega la presenza, lungo le sponde rivolte verso la strada e verso il centro visite, di grandi massi provenienti dalla rupe di Monte Prât.
Origine 𝙛𝙧𝙖𝙣𝙤𝙨𝙖
Il materiale detritico proveniente da crolli originatisi dalla rupe di Monte Prât possono spiegare la presenza di massi di notevoli dimensioni sulle sponde del lago. Ma non si capisce dove sia finito il materiale detritico della frana che sicuramente occupava la sede dell’odierno lago. Una frana smuove detriti che si depositano a conoide nella zona di atterraggio, non certo a semicerchio, lasciando tra l’altro libero proprio il centro del conoide, pronto per ospitare un lago
Origine 𝙢𝙖𝙧𝙤𝙘𝙘𝙖
Ai piedi della rupe di Monte Prât sarebbe stata presente un’imponente lingua di ghiaccio, di forma tondeggiante e gibbosa. Dalla rupe si sarebbe staccata una frana il cui materiale detritico sarebbe atterrato sul ghiaccio, scivolando però lungo il suoi pendii fino a fermarsi ai margini esterni della gobba di ghiaccio, in particolare verso sud-est (versante strada) e sud-ovest (versante centro visite). Il ghiacciaio si sarebbe poi sciolto e avrebbe lasciato sul posto una conca priva di detriti e pronta per ospitare il lago.
Origine 𝙛𝙧𝙖𝙣𝙤𝙨𝙖 (ipotesi meno accreditata)
Ai piedi della rupe di Monte Prât ci sarebbe stato un ghiacciaio. Il suo ritiro toglie il piede alla rupe, che ormai instabile, frana verso la base. La notevole quantità e l’alta velocità del materiale franoso ne determina una risalita verso quello che oggi è il limite sud-est e sud-ovest del lago. Mentre crea una depressione proprio dove oggi ha sede il lago.
Origine 𝙣𝙞𝙫𝙤𝙢𝙤𝙧𝙚𝙣𝙞𝙘𝙖 (ipotesi non accreditata)
Simile alla marocca, ma al posto del ghiacciaio sarebbe stato un nevaio a deporre i massi lungo le sponde della conca, lasciando la depressione priva di detriti importanti.
A prescindere dall’origine, attualmente il lago di Cornino certifica la presenza di rocce carsiche, quindi calcaree, tutt’attorno. Tant’è che la Roggia del Molino, un piccolo corso d’acqua che lambisce l’abitato di Somp Cornino, sgorga a poca distanza dal lago e sfocia nel vicino Tagliamento.
E a dispetto della oggettiva ‘bio-povertà’ delle sue acque, il lago è inserito in una delle zone a più alta biodiversità del Friuli VG. La 𝙍𝙞𝙨𝙚𝙧𝙫𝙖 𝙉𝙖𝙩𝙪𝙧𝙖𝙡𝙚 𝙙𝙚𝙡 𝙇𝙖𝙜𝙤 𝙙𝙞 𝘾𝙤𝙧𝙣𝙞𝙣𝙤, coi suoi soli 449 ettari di superficie protetta, ospita un considerevole numero di specie animali e vegetali, nonchè un’importante porzione dell’alveo del fiume Tagliamento. Ma di questo vi parlerò in un altro spiegone…
ᶠᵒᵗᵒ: ᴹᵃᵘʳⁱᶻⁱᵒ ᴮʳᵘⁿⁱ ᵖᵉʳ ᴿⁱˢᵉʳᵛᵃ ⁿᵃᵗᵘʳᵃˡᵉ ᴸᵃᵍᵒ ᶜᵒʳⁿⁱⁿᵒ