L’alt(r)o tasso

𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?

Uno degli animali che sta finalmente tonando a popolare i nostri sottoboschi, anche grazie a una politica di protezione nazionale e al progressivo abbandono di ampie zone forestali, è il tasso.

La specie di tasso che ospitiamo in Friuli è il 𝘔𝘦𝘭𝘦𝘴 𝘮𝘦𝘭𝘦𝘴 (dal greco 𝘮𝘪𝘭𝘢𝘹, 𝘮𝘪𝘭𝘢𝘤𝘰𝘴 = tasso) e lo si riconosce dalla caratteristica mascherina facciale: ampie strisce alternate bianche e nere che gli solcano il musetto dal naso fino alle orecchie.

Essendo un mammifero plantigrado, appoggia tutta la pianta del piede a terra (come fanno anche l’orso e l’uomo), per cui le sue orme sono facilmente riconoscibili e ne svelano le scorribande, soprattutto notturne. Ha cinque dita sia sugli arti anteriori che posteriori e tutte sono dotate di robusti artigli, che gli servono per espletare quella che sembra esser la sua attività preferita: scavare tane. Le ricava utilizzando grotte naturali, tane pre-esistenti, anfratti, complessi apparati radicali – l’insieme di tutte le radici di un albero – magari divelti. Dopo averne cacciato l’eventuale inquilino precedente – (volpi, conigli o altri tassi), la adatta, allarga, aggiunge stanze, cunicoli di collegamento e uscite secondarie.

Ogni tana è composta da numerosi spazi condivisi dai membri del proprio gruppo famigliare, composto da 2 – 15 individui: magazzino per le provviste, cavità comode per il riposo, la nursery e, esternamente, nei pressi di una delle gallerie di accesso, la latrina. Il tasso è un animale “pulito”. Alcune tane, quelle più articolate e ampie, possono essere condivise con altri gruppi famigliari di tassi, ma in modalità ‘separati in casa’.

Un tasso adulto raggiunge il metro di lunghezza e 15 kg di peso, è capace di correre con punte di 30 km/h, arrampicarsi e nuotare.

E’ onnivoro, mangia di preferenza lombrichi, lumache, ma non disdegna conigli, polli e vipere. Ogni tanto indugia sulla frutta molto matura che, ormai alcoolica, gli procura sonore sbornie.

Per l’abbondante risorsa trofica che non conosce stagionalità, il tasso difficilmente va in letargo: passa l’inverno riposando e ristrutturando la tana.

Grazie alle mascelle potenti, capaci di assestare morsi molto dolorosi, all’aposematismo della mascherina facciale (che fa desistere potenziali predatori) e alla folta pelliccia, il tasso non ha praticamente nemici naturali. La sua nota indole pacifica può trasformarsi in improvvisa aggressività diretta anche verso l’uomo, qualora si senta minacciato.

E per concludere lo spiegone, alcune curiosità.

Mamma tasso e papà tasso si dedicano gioiosamente all’accoppiamento durante tutti i mesi dell’anno, ma l’embrione si impianta nell’utero solo all’arrivo dell’inverno. Così i cuccioli nascono praticamente tutti assieme, tra gennaio e marzo.

Il tasso è stato ampiamente cacciato sia per la carne che per la pelliccia, ma soprattutto per i suoi peli, che trattengono una gran quantità di acqua e con cui si producevano i pennelli da barba. I pennelli attualmente in commercio vengono prodotti con peli di tasso appositamente allevati (soprattutto in Cina).

Il tasso emette una serie di suoni, rantoli, brontolii, soffi e abbai. La sua voce richiama quella umana, tanto da dare luogo a numerose leggende su misteriosi e rumorosi abitanti dei boschi.

ᶠᵒᵗᵒ ⁽ᵗᵃˢˢᵒ⁾: ˢᶜʰᵘᵗᵗᵉʳˢᵗᵒᶜᵏ; ⁽ⁱᵐᵖʳᵒⁿᵗᵉ⁾: ᵐⁱᵃ