๐๐จ ๐ฌ๐๐ฉ๐๐ฏ๐ข ๐๐ก๐?
Il Friuli VG รจ geograficamente territorio di passaggi, da nord a sud, da est a ovest e viceversa. Da quando esiste memoria storica, intesa come trasmissione orale e scritta degli avvenimenti che hanno interessato popoli e paesi, il Friuli ha visto transitare e, in alcuni casi, stanziarsi innumerevoli genti. Ve ne parlerรฒ in futuri spiegoni.
Intanto oggi vi tocca questo, che parla di una storia complessa, dolorosa e difficile da dimenticare. Per esigenze ‘editoriali’ l’ho semplificata estremamente, senza voler togliere nulla alla tragicitร degli eventi descritti, e mi limito ad accennare a una sola localitร coinvolta.
Ma partiamo da altrove: dalla tentata invasione russa ad opera degli eserciti tedesco e italiano. Hitler, nella sua avanzata verso Stalingrado, accetta – siamo nel 1942 – suo malgrado l’appoggio locale, offerto dagli oppositori al regime staliniano. Questi, una miscellanea di popoli diversi (cosacchi del Don, del Terek, del Kuban e caucasici), sono accomunati soprattutto da speranze di una restaurazione politica della Russia in chiave zarista. Al momento della disfatta e conseguente precipitoso ritiro delle truppe dell’Asse, interi gruppi famigliari di collaborazionisti abbandonano la loro patria.
Memori del proclama emesso dal Ministro dei territori occupati Alfred Rosenberg e dal comandante della Wehrmacht Wilhelm Keitel nel novembre 1943, raccolgono le loro poche masserizie e affidano all’esercito in fuga le fievoli speranze di salvezza. Il ๐ฅ๐ง๐ค๐๐ก๐๐ข๐ assicura ai soldati (e alle loro famiglie), impegnati nella guerra contro la Russia bolscevica, di rioccupare i territori da cui sono stati scacciati e potervi godere di ampie autonomie. Sempre secondo l’accordo, se gli eventi bellici avessero reso “temporaneamente” impossibile il loro rientro, avrebbero trovato una patria in altre parti d’Europa.
Nello stesso periodo la Carnia รจ teatro di aspri scontri fra l’esercito occupante e i gruppi partigiani. Alle autoritร tedesche pare difficile sedare le rivolte, vista la scarsa conoscenza del territorio. Ed ecco servita la soluzione: agevolare l’arrivo in Carnia dei suddetti profughi politici, che al momento stanno ancora vagando per le nazioni dell’Est Europa. Nelle intenzioni dell’occupante c’รจ la dislocazione di 40’000 profughi, in un territorio che al momento conta 60’000 residenti, e la creazione di “๐๐ฐ๐ด๐ข๐ฌ๐ฆ๐ฏ๐ญ๐ข๐ฏ๐ฅ ๐ช๐ฏ ๐๐ฐ๐ณ๐ฅ ๐๐ต๐ข๐ญ๐ช๐ฆ๐ฏ”.
Durante l’estate del 1944 giungono effettivamente le prime avanguardie dell’interminabile convoglio di soldati, nuclei famigliari, masserizie, carri, bestiame. Risalendo il Friuli, si fermano poco prima di Tolmezzo, in attesa che la Carnia venga “ripulita” dalle truppe tedesche.
A ๐๐๐ง๐ฏ๐๐๐ฃ๐๐จ, comune particolarmente ostico e con un movimento partigiano molto attivo, arrivano a ottobre 1944. Sono 1567 cosacchi (a fronte dei 1600 residenti circa), 465 cavalli, 58 mucche e 20 cammelli. Non รจ difficile comprendere perchรฉ il 1945 venga definito “๐ก’๐๐ฃ๐ฃ๐ค ๐๐๐ก๐ก๐ ๐ฅ๐ช๐ก๐๐ ๐ ๐๐๐ก๐ก๐ ๐๐๐ข๐”.
Racconta Pio Cella, all’epoca 13enne, testimone oculare: “๐๐ถ๐ข๐ณ๐ฅ๐ข๐ช ๐ฅ๐ข๐ญ๐ญ๐ข ๐ง๐ช๐ฏ๐ฆ๐ด๐ต๐ณ๐ข ๐ค๐ข๐ณ๐ณ๐ช ๐ด๐ฐ๐ด๐ต๐ข๐ต๐ช ๐ญ๐ถ๐ฏ๐จ๐ฐ ๐ญ๐ข ๐ด๐ต๐ณ๐ข๐ฅ๐ข ๐ฆ ๐ฑ๐ฐ๐ช ๐ข๐ฏ๐ค๐ฉ๐ฆ ๐ฏ๐ฆ๐ญ ๐ค๐ฐ๐ณ๐ต๐ช๐ญ๐ฆ, ๐ฅ๐ข๐ช ๐ฒ๐ถ๐ข๐ญ๐ช ๐ท๐ฆ๐ฏ๐ช๐ท๐ข๐ฏ๐ฐ ๐ด๐ค๐ข๐ณ๐ช๐ค๐ข๐ต๐ช ๐ฅ๐ฆ๐ช ๐ฃ๐ข๐จ๐ข๐จ๐ญ๐ช. ๐๐ฎ๐ฑ๐ณ๐ฐ๐ท๐ท๐ช๐ด๐ข๐ฎ๐ฆ๐ฏ๐ต๐ฆ ๐ช ๐ณ๐ถ๐ด๐ด๐ช ๐ฆ๐ฏ๐ต๐ณ๐ข๐ณ๐ฐ๐ฏ๐ฐ ๐ช๐ฏ ๐ค๐ถ๐ค๐ช๐ฏ๐ข ๐ฅ๐ข ๐ฑ๐ข๐ฅ๐ณ๐ฐ๐ฏ๐ช. ๐๐ฆ๐ฑ๐ฐ๐ด๐ฆ๐ณ๐ฐ ๐ช ๐ฃ๐ข๐จ๐ข๐จ๐ญ๐ช, ๐ด๐ช ๐ด๐ฆ๐ฅ๐ฆ๐ต๐ต๐ฆ๐ณ๐ฐ ๐จ๐ถ๐ข๐ณ๐ฅ๐ข๐ฏ๐ฅ๐ฐ๐ค๐ช ๐ฏ๐ฆ๐จ๐ญ๐ช ๐ฐ๐ค๐ค๐ฉ๐ช, ๐ฑ๐ข๐ณ๐ญ๐ข๐ฏ๐ฅ๐ฐ ๐ถ๐ฏ๐ข ๐ญ๐ช๐ฏ๐จ๐ถ๐ข ๐ฅ๐ช ๐ค๐ถ๐ช ๐ฏ๐ฐ๐ฏ ๐ค๐ข๐ฑ๐ช๐ท๐ข๐ฎ๐ฐ ๐ฏ๐ถ๐ญ๐ญ๐ข.”
E ancora: “๐๐ฆ ๐ข๐ฃ๐ช๐ต๐ข๐ป๐ช๐ฐ๐ฏ๐ช ๐ฆ๐ณ๐ข๐ฏ๐ฐ ๐ด๐ฐ๐ท๐ณ๐ข๐ง๐ง๐ฐ๐ญ๐ญ๐ข๐ต๐ฆ ๐ฆ ๐ฎ๐ฐ๐ญ๐ต๐ช ๐ฅ๐ฐ๐ณ๐ฎ๐ช๐ท๐ข๐ฏ๐ฐ ๐ข๐ญ ๐ฑ๐ช๐ข๐ฏ๐ฐ ๐ต๐ฆ๐ณ๐ณ๐ข, ๐ฏ๐ฆ๐ช ๐ค๐ฐ๐ณ๐ณ๐ช๐ฅ๐ฐ๐ช. ๐โ๐ข๐ณ๐ช๐ข ๐ฑ๐ฆ๐ณ ๐ญ๐ฆ ๐ท๐ช๐ฆ ๐ฐ๐ฅ๐ฐ๐ณ๐ข๐ท๐ข ๐ฅ๐ช ๐ง๐ช๐ฆ๐ฏ๐ฐ, ๐ฅโ๐ข๐จ๐ญ๐ช๐ฐ, ๐ฅ๐ช ๐ค๐ข๐ณ๐ฏ๐ฆ ๐ญ๐ฆ๐ด๐ด๐ข๐ต๐ข ๐ฆ ๐ท๐ฆ๐ฏ๐ฏ๐ฆ ๐ช๐ฏ๐ต๐ณ๐ฐ๐ฅ๐ฐ๐ต๐ต๐ฐ ๐ช๐ญ ๐ค๐ฐ๐ฑ๐ณ๐ช๐ง๐ถ๐ฐ๐ค๐ฐ ๐ฅ๐ข๐ญ๐ญ๐ฆ 20 ๐ข๐ญ๐ญ๐ฆ 6. ๐๐ช ๐ค๐ฉ๐ช๐ข๐ฎ๐ข๐ท๐ข๐ฏ๐ฐ ๐ค๐ฐ๐ด๐ข๐ค๐ค๐ฉ๐ช ๐ฎ๐ข ๐ช๐ฏ ๐ณ๐ฆ๐ข๐ญ๐ตร ๐ด๐ช ๐ต๐ณ๐ข๐ต๐ต๐ข๐ท๐ข ๐ฅ๐ช ๐ถ๐ฏ ๐ฎ๐ช๐ด๐ค๐ถ๐จ๐ญ๐ช๐ฐ ๐ฅ๐ช ๐ฆ๐ต๐ฏ๐ช๐ฆ ๐ฅ๐ช๐ด๐ต๐ช๐ฏ๐ต๐ฆ, ๐ด๐ฐ๐ฑ๐ณ๐ข๐ต๐ต๐ถ๐ต๐ต๐ฐ ๐ฅ๐ช ๐ณ๐ฆ๐ญ๐ช๐จ๐ช๐ฐ๐ฏ๐ฆ ๐ฎ๐ถ๐ด๐ถ๐ญ๐ฎ๐ข๐ฏ๐ข ๐ฐ๐ณ๐ต๐ฐ๐ฅ๐ฐ๐ด๐ด๐ข, ๐ค๐ฆ๐ค๐ฆ๐ฏ๐ช, ๐ข๐ป๐ฆ๐ณ๐ฃ๐ข๐ช๐จ๐ช๐ข๐ฏ๐ช, ๐ฅ๐ข๐จ๐ฉ๐ฆ๐ด๐ต๐ข๐ฏ๐ช.”
La convivenza non รจ pacifica: requisizioni di fieno per il bestiame, cibo e alloggi per i profughi, occupazioni di suoli e aree coltivate, con conseguente devastazione del coltivato, violenze fisiche e abusi sulla popolazione inerme sono all’ordine del giorno.
A fare un po’ di ordine arriva, nel febbraio 1945, l’atamano ๐๐ซ๐ฐ๐ต๐ณ ๐๐ช๐ฌ๐ฐ๐ญ๐ข๐ซ๐ฆ๐ธ๐ช๐ต๐ด๐ค๐ฉ ๐๐ณ๐ข๐ด๐ด๐ฏ๐ฐ๐ง๐ง che si insedia nella locanda “๐๐ฉ๐๐ก๐ก๐ ๐’๐ค๐ง๐ค”, in pieno centro paesano. Il prelato, Don Graziano Boria, intavola un dialogo stentato col generale cosacco e riesce a far terminare le violenze e i furti.
L’occupazione termina com’รจ iniziata: bruscamente, senza avvisaglie e in gran fretta. Il 29 aprile 1945, alla morte di Mussolini, il prelato chiede all’atamano di deporre le armi. Iniziano quasi immediatamente le operazioni di smantellamento e ripartenza degli occupanti. Il convoglio parte all’alba del 30 aprile, in direzione passo Monte Croce Carnico.
Nelle intenzioni dell’atamano c’รจ la resa alle truppe anglo-americane, ma il cosacco ha fatto i conti senza l’oste. Tutti gli ufficiali in fuga vengono convocati a Spittal (Carinzia) dal feldmaresciallo inglese Alexander, per un fantomatico convegno, durante il quale si sarebbe discusso il destino dei profughi. Vengono invece imprigionati dagli inglesi e consegnati, secondo gli accordi di Yalta, ai sovietici. Krassnoff, insieme a tanti suoi ufficiali, verrร giustiziato tramite impiccagione a Mosca, il 16 gennaio 1947. Numerosi profughi civili, presagi del destino che gli sarebbe toccato, si gettano nella Drava, altri tentano la fuga, invano. Oltre metร delle genti arrivate in Carnia morirร durante il tormentato viaggio verso la patria ostile o nei campi di prigionia in cui verranno internati.
Delle poche e fortunate vicende di alcuni cosacchi rimasti in Carnia, vi parlerรฒ in un futuro spiegone.
Fโโโ: www.แตขโโc.แตฃโgแตขโโโ.fแตฅg.แตขโ / โโโโy