๐๐จ ๐ฌ๐๐ฉ๐๐ฏ๐ข ๐๐ก๐?
La prima parte dello spiegone, la trovate qui: https://www.tangia.it/le-rogge-di-udine/
Per chi avesse sotto mano una cartina fisica della zona interessata dal reticolo idrico dell’Udinese (o ne conoscesse a memoria i corsi che lo compongono) appare evidente come le rogge non attraversino il centro storico di Udine. Preciso brevemente – ma seguirร spiegone dedicato – che la cittร si sviluppa a partire da un castelliere, costruito nell’etร del Bronzo (II millennio a.C.), nell’area tra gli odierni giardini Ricasoli, via Gorghi, via Rialto. Risale invece agli anni 3500 – 3000 a.C. l’edificazione del colle del Castello, che viene circondato dalla prima cinta muraria solo nel 1000 a.C. circa.
Per motivi altimetrici e fisici – la cittร di Udine si eleva di ben 113 mt. sul livello del mare e l’acqua non scorre verso l’alto – le rogge lambiscono solamente il centro cittadino, scorrendovi accanto e senza ricongiungersi. La roggia di Palma tocca l’aggere del castelliere sulla sinistra orografica; quella di Udine il profilo del colle del castello, in destra orografica.
Le innegabili capacitร gestionali e predittive degli “urbanisti” di allora hanno portato a un’ulteriore implementazione della risorsa idrica udinese: il ๐ค๐ข๐ฏ๐ข๐ญ๐ฆ ๐ฅ๐ช ๐๐ข๐ฏ ๐๐ฐ๐ต๐ต๐ข๐ณ๐ฅ๐ฐ. E’ una derivazione del ๐ค๐ข๐ฏ๐ข๐ญ๐ฆ ๐๐ฆ๐ฅ๐ณ๐ข, che ha lo scopo di sopperire alle inattese e eventuali secche del Torre, continuando a alimentare le rogge principali. Lo stesso canale Ledra attraversa la zona urbana, a ovest, seguendo il percorso della quinta cerchia muraria. E’ un’opera ottocentesca, molto piรน recente delle rogge medievali, che capta parte delle acque del fiume Tagliamento e del suo affluente, il Ledra.
Certa di avervi confuso non poco, ma invitandovi a percorrere a piedi o in biciletta il complesso e a tratti pittoresco reticolo idrico del nostro capoluogo, passo a illustrarvi i suoi scopi utilitaristici.
In primis c’รจ l’approvvigionamento di ๐๐๐ฆ๐ช๐ ๐ฅ๐ค๐ฉ๐๐๐๐ก๐. Che nei secoli passati, quando per il Friuli transitavano popoli di tutte le fattezze, origini e intenzioni, era una risorsa irrinunciabile e vitale. Si possono leggere testimonianze che raccontano di “๐ข๐ค๐ฒ๐ถ๐ฆ ๐ง๐ณ๐ฆ๐ด๐ค๐ฉ๐ฆ, ๐ค๐ฉ๐ช๐ข๐ณ๐ฆ, ๐ญ๐ช๐ฎ๐ฑ๐ช๐ฅ๐ฆ ๐ฆ ๐ฑ๐ถ๐ญ๐ช๐ต๐ฆ” risalenti ai primi anni di utilizzo. Poi gli usi e costumi degli udinesi, in rapida crescita demografica, cambiano decisamente. E nelle rogge finisce tutto ciรฒ che non dovrebbe finirci: scarichi domestici, rifiuti organici, scoli provenienti da attivitร industriali, agricoli e di allevamento. Il consiglio cittadino emana allora una serie di divieti, incluso quello di rilascio nelle rogge di suddetti liquami.
La mancata osservanza dei divieti causa un’epidemia di colera, attribuita alla qualitร pessima delle acque delle rogge, che nel 1836 porta a 700 decessi tra i residenti.
E’ soprattutto la forza dell’acqua che amplia decisamente il ventaglio delle attivitร umane nella zona. Lungo le rogge si iniziano a insediare attivitร produttive quali ๐ข๐ช๐ก๐๐ฃ๐, ๐๐๐ฉ๐ฉ๐๐๐๐ง๐ง๐ค, ๐จ๐๐๐๐๐ง๐๐, ๐๐๐ก๐๐ฃ๐๐, ๐ฉ๐๐จ๐จ๐๐ฉ๐ค๐ง๐๐, ๐ฉ๐๐ฃ๐ฉ๐ค๐ง๐๐, ๐๐ค๐ฃ๐๐๐ง๐๐, ๐๐๐ก๐๐๐ฃ๐๐๐, ๐๐๐ง๐ฉ๐๐๐ง๐, ๐ข๐๐๐ก๐ ๐ฅ๐๐ง ๐ก๐ ๐๐๐ฉ๐ฉ๐๐ฉ๐ช๐ง๐ ๐๐๐ก๐ก๐ค ๐จ๐ฉ๐ค๐๐๐๐๐๐จ๐จ๐ค. Vengono allestiti, sparsi nelle borgate, ๐จ๐ฉ๐๐ฏ๐๐ค๐ฃ๐ ๐๐ฃ๐ฉ๐๐ฃ๐๐๐ฃ๐๐๐ค, che in una cittร in rapida espansione e priva di un piano urbanistico strutturato, poteva garantire una certa tranquillitร ai residenti.
In aggiunta, le rogge garantivano acqua per l’๐๐ง๐ง๐๐๐๐ฏ๐๐ค๐ฃ๐ ๐๐๐ ๐๐๐ข๐ฅ๐ attigui. Tramite fossi irrigui si poteva canalizzarla anche a distanza, approvvigionando al contempo pure gli ๐๐ก๐ก๐๐ซ๐๐ข๐๐ฃ๐ฉ๐ posti in periferia. E come non citare i ๐ก๐๐ซ๐๐ฉ๐ค๐, luoghi vocati alla socializzazione delle donne del circondario?
Tutto ciรฒ generato, a costo praticamente zero, dal flusso dell’acqua.
Toponimi quali “Via del Maglio”, “Viale Vat” (vat = guado), “Molin Nuovo”, “Borgo Segat” (segat = segheria), “Reana del Rojale” (Reana deriva da ‘roje’ – roggia, Rojale pure; trattasi di tautologia, insomma: roggia della roggia) sono piuttosto indicativi.
Nella guida “๐๐ญ๐ญ๐ถ๐ด๐ต๐ณ๐ข๐ป๐ช๐ฐ๐ฏ๐ฆ ๐ฅ๐ช ๐๐ฅ๐ช๐ฏ๐ฆ” del 1886. sono elencati ben 58 mulini nel solo tratto urbano delle rogge. Sui tratti a nord, da Zompitta a Beivars, se ne contavano 17 oppure 26, a seconda dei documenti consultati.
Al giorno d’oggi, di mulini funzionanti e produttivi, ne restano pochi. Ve ne elenco alcuni, senza pretesa di completezza, che si incontrano passeggiando lungo le rogge.
A Valle di Reana macina ancora cereali il Molino Di Giusto; link qui: http://www.molinodigiusto.it/index.htm
Invece ad Adegliacco, inserito nella rete museale dell’Immaginario Scientifico dell’universitร di Trieste, troviamo questo: https://www.triestecittadellascienza.it/mulino-di-adegliacco/ . E’ visitabile e vanta la presenza dei macchinari originali dell’epoca, offrendo uno spaccato di vita degli abitanti del territorio. A Udine, infine, รจ stato recentemente riportato alla antica gloria il mulino in Viale Volontari della Libertร . Qui il servizio relativo all’inaugurazione: https://www.telefriuli.it/cronaca/udine-mulino-restaurato-viale-volontari/
Ultima nota tecnica. ๐ค๐๐ฎ๐น ๐ฒ’ ๐น๐ฎ ๐ฑ๐ถ๐ณ๐ณ๐ฒ๐ฟ๐ฒ๐ป๐๐ฎ ๐๐ฟ๐ฎ ๐ฐ๐ฎ๐ป๐ฎ๐น๐ฒ ๐ฒ ๐ฟ๐ผ๐ด๐ด๐ถ๐ฎ?
Sono entrambi corsi d’acqua totalmente o in parte artificiali. Ma il canale, oltre alla maggiore portata, deve scorrere “a pelo libero”, cioรจ con la superficie sempre visibile per permettere anche la navigazione di piccole imbarcazioni e puรฒ scorrere anche in tratti di alveo naturali. La roggia invece ha un flusso moderato, regolabile tramite chiuse o paratie, e prevalente funzione di canalizzazione irrigua o di azionamento di attivitร produttive e puรฒ scorrere “intombata”, cioรจ nascosta da coperture fisse o amovibili.
E’ mia abitudine incuriosirvi e farvi apprezzare i piccoli gioielli nascosti della nostra regione; vi invito quindi a percorrere la ciclabile delle Rogge, tra Molin Nuovo e Zompitta e a esprimere pareri e impressioni personali: https://www.turismofvg.it/2018/08/23/passeggiata-delle-rogge-in-bicicletta/
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