๐๐จ ๐ฌ๐๐ฉ๐๐ฏ๐ข ๐๐ก๐?
La cittร di Udine sorge su depositi di ghiaie (detti “sedimenti fluvioglaciali e alluvionali della pianura”) risalenti al Pleistocene superiore. Cioรจ tra 126’000 e 11’700 anni fa, mese piรน mese meno. Essendo, queste ghiaie, state deposte da un fiume e/o ghiacciaio, la loro granulometria diminuisce mano mano che dalla montagna si scende verso il collinare e la pianura. Per intenderci, l’acqua รจ in grado di trasportare diametri (di pietre) maggiori quando la pendenza del suo letto รจ importante e la corrente, di conseguenza, impetuosa. Ma non appena il corso d’acqua incontra aree pianeggianti, la corrente diminuisce e cosรฌ anche la capacitร di trasportare a valle pietre e ghiaie. Continueranno il loro viaggio acquatico solo sabbie e limi di granulometrie sempre piรน fini.
Pensate al nostro Tagliamento, il “re dei fiumi alpini“. Nel suo tratto centrale, la presenza lungo l’alveo di pietre anche notevoli รจ quasi scontata. Ma provate ad osservare come i diametri diminuiscano coll’aumentare della distanza dalla sorgente. Le sabbie dorate che adornano Lignano e Bibione sono il prodotto del lavorรฌo incessante del fiume che macina, sgretola, setaccia e seleziona il materiale da consegnare al mare.
Udine, dicevo, si trova a nord della Linea delle Risorgive; la linea geomorfologica che divide la nostra regione in due sezioni ben distinte. Quella a nord, dove l’acqua meteorica e fluviale spesso scende al di sotto della superficie e scorre in alvei sotterranei, grazie ai diametri grossolani delle pietre che ne compongono il suolo. Quella a sud, dove l’acqua รจ costretta a risalire in superficie, per effetto delle granulometrie dei sedimenti troppo sottili, che le impediscono di continuare il suo viaggio “nascosto”.
Per completare il quadro del reticolo idrologico udinese, ribadisco che il Tagliamento dimostrava giร millenni fa il suo carattere indomito e velatamente prepotente. Fino all’avvento della glaciazione wรผrmiana, che ha coperto la nostra regione con una sostanziosa coltre gelida proprio negli anni del Pleistocene superiore, il fiume scorreva tranquillo e per i fatti suoi nella piana udinese. Poi l’azione del ghiaccio sul diaframma di Cornino e il suo conseguente crollo, ha aperto al Tagliamento una nuova via: quella dell’usurpazione dell’alveo dell’Arzino. Ma di questo fenomeno vi ho dato un assaggio qui: https://www.tangia.it/aonedis/
Sicuramente agli abitanti di Udine il cambio di rotta del Tagliamento ha interessato poco. I primi reperti storici, che attestano insediamenti in quell’area, risalgono all’etร del Bronzo (all’incirca 3500 – 3000 anni fa). Perรฒ ha avuto effetti a lunghissimo termine, come ad esempio la scarsezza di acqua facilmente disponibile nell’area che si stava velocemente urbanizzando.
E dopo questa lunghissima, doverosa e – spero – chiara introduzione, passo all’argomento dello spiegone. Cioรจ alla soluzione adottata dai primi residenti dell’agglomerato urbano che sarebbe diventato Udine. Facendo di necessitร virtรน, allargando gli orizzonti e acuendo l’ingegno.
La (o il) Torre scorre lรฌ accanto, magari non proprio nei pressi della cittร , ma รจ facilmente raggiungibile. Specie se si allestisce una “presa” a 15 km verso nord, in localitร Zompitta. E si predispongono alcuni canali artificiali che portino la tanto agognata acqua in cittร . Chi abbia avuto l’illuminante idea non รจ dato sapere. Tantomeno l’epoca precisa. Ma l’ipotesi piรน accreditata riferisce di un’autoritร politica o religiosa di epoca romana, che si adoperรฒ per risolvere l’annoso problema della carenza idrica.
Indizi storici, comprovati da ritrovamenti archeologici, sulla messa in opera delle derivazioni sono senza dubbio l’esistenza – nel marzo 922 – del ๐พ๐๐จ๐ฉ๐๐ก๐ก๐ค ๐๐๐ก๐ก๐ ๐๐ค๐ฉ๐ฉ๐. Un complesso fortificato costruito in posizione strategica, affacciato sulla presa, nell’odierno comune di Povoletto. Il castello, nel XIII secolo, รจ sicuramente in mano ai Savorgnan, che per la loro abilitร nel controllare e gestire le risorse idriche della regione, vengono chiamati “๐๐ช๐จ๐ฏ๐ฐ๐ณ๐ช ๐ฅ๐ฆ๐ญ๐ญ๐ฆ ๐ข๐ค๐ฒ๐ถ๐ฆ”.
Nello specifico, i Savorgnan controllano, dai bastioni del loro castello, il letto della ๐๐ฐ๐ณ๐ณ๐ฆ, della ๐๐ฐ๐จ๐จ๐ช๐ข ๐๐ช๐ท๐ช๐ฅ๐ช๐ฏ๐ข (che si stacca in direzione di Cividale) e del ๐๐ข๐ฏ๐ข๐ญ๐ฆ ๐๐ณ๐ช๐ฏ๐ค๐ช๐ฑ๐ข๐ญ๐ฆ che di lรฌ a poco (a Cortale) si divide nella ๐๐ฐ๐จ๐จ๐ช๐ข ๐ฅ๐ช ๐๐ฅ๐ช๐ฏ๐ฆ e nella ๐๐ฐ๐จ๐จ๐ช๐ข ๐ฅ๐ช ๐๐ข๐ญ๐ฎ๐ข.
Un documento storico certo relativo alle rogge, invece, รจ datato 4 maggio 1171. L’allora Patriarca di Aquileia, tale Vodolrico (o Ulrico) di Treffen (o Treven, in Baviera) concede a Cussignacco e Pradamano l’utilizzo delle acque della roggia. Manca l’indicazione precisa di quale roggia, perรฒ. Anche perchรฉ nel frattempo, in localitร Beivars, รจ stato allestito il ๐ณ๐ฐ๐ซ๐ฆ๐ญ๐ญ๐ฐ ๐ฅ๐ช ๐๐ณ๐ข๐ฅ๐ข๐ฎ๐ข๐ฏ๐ฐ che termina la sua corsa nell’abitato di Lovaria, tra Pavia di Udine e Pradamano; giusto per aggiungere mistero alle vicende giร intricate dei corsi d’acqua della Bassa Friulana.
Ma a cosa serviva il complesso reticolo idrico artificiale costruito attorno alla nascente cittadina di Udine? Lo saprete nella seconda parte dello spiegone dedicato alle rogge udinesi.
Intanto vi lascio con alcune notizie storiche sul castello della Motta