Il Pettirosso

𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?
Alla leggenda, secondo cui il sangue di Gesù crocifisso avrebbe macchiato indelebilmente le piume di un uccello accorso in suo aiuto, ho già accennato parlando del cardellino. Lo stesso racconto attribuisce anche al petto del pettirosso (𝘌𝘳𝘪𝘵𝘩𝘢𝘤𝘶𝘴 𝘳𝘶𝘣𝘦𝘤𝘶𝘭𝘢) il suo inconfondibile colore rosso.

Ma studiando la specie ho trovato altre leggende interessanti. Eccone alcune.

Il mondo celtico spiega l’alternanza delle stagioni con una sorta di “faida”, scoppiata tra il Re dell’Agrifoglio dell’Inverno – uno scricciolo – e il Re della Quercia dell’Estate – un pettirosso. Pare che nella notte dei tempi il pettirosso fosse molto attivo durante la stagione “nascente”, cioè in primavera ed estate. Invece lo scricciolo era l’uccello che personificava l’arrivo del torpore e della stagione dedicata al riposo, autunno e inverno.

Sempre secondo la leggenda il pettirosso avrebbe spodestato il trono dello scricciolo, in altre parole, il Re della Quercia si sarebbe impossessato del trono del re di Agrifoglio. Questi, per vendetta, avrebbe usurpato il trono del re di Quercia.

Da quella volta è tutto un susseguirsi e inseguirsi di stagioni, ma anche un’alternanza abbastanza netta nella presenza di pettirossi (che oggi simboleggiano l’arrivo dell’inverno) e scriccioli (la cui stagione attiva inizia a tarda primavera) nei nostri giardini. Fateci caso.

Torniamo nel mondo cristiano per questo ultimo racconto.

Nella capanna in cui nacque Gesù, la temperatura era davvero rigida e Maria chiese ai presenti di attizzare il fuoco. Ma vista la grande concitazione per il lieto evento, erano tutti sfiniti e profondamente addormentati.

Allora la neo mamma chiese aiuto alla Natura. Rispose un pettirosso, che si posò accanto al fuoco e, agitando le alette con vigore e per tutta la notte, provocò alte fiamme nel focolare. Una di queste lo colpì al petto, provocandogli delle ustioni. Al mattino successivo Maria se ne accorse, benedisse l’uccellino e guarì le sue ferite donandogli un coloratissimo piumaggio rosso a coprire le cicatrici.
ᶠᵒᵗᵒ: ᴳʳᵉᵉⁿᵐᵉ