Io sbadiglio; e tu?

𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?
Gran parte degli animali vertebrati (dotati, cioè, di una struttura scheletrica – colonna vertebrale – interna) sbadiglia. Lo sbadiglio è un’inspirazione profonda, involontaria, seguita da un’altrettanto profonda espirazione. Lo scopo è quello di raffreddare la temperatura del sangue che scorre nei tessuti cerebrali. Come effetto collaterale c’è una parziale ripresa di attività di vigilanza, specie negli individui in stato di incipiente sonnolenza.

Ma l’atto dello sbadiglio ha altri effetti, specie su individui vicini, che lo percepiscono: lo sbadiglio contagioso. E’ frequentissimo, ed altrettanto involontario, in un gran numero di animali.

Alcuni studi hanno dimostrato che un cane domestico sbadiglia molto di più se osserva il suo padrone sbadigliare. Invece ignora lo stesso atto in un estraneo. Esiste quindi un canale di comunicazione empatico preferenziale che connette individui di specie differenti.

La comunicazione è importante soprattutto in individui della stessa specie, quando questi formano un branco e dipendono l’uno dall’altro per la propria sopravvivenza. Lupi e leoni, ad esempio. Successivi studi hanno verificato che gli animali gregari (quelli che creano appunto delle strutture sociali organizzate) sbadigliano e contagiano gli altri individui del branco, per comunicare lo stato di rilassatezza, di assenza di stimoli stressatori, di apatia (fate caso al vostro cane, quando lo sgridate: lui sbadiglia per comunicarvi che il vostro appunto non lo tange), o anche per riportare i componenti del branco a un livello di attenzione superiore.

Ma non basta: un animale gregario che sbadiglia e compie un’azione – si alza, si sdraia, si stiracchia – induce nell’altro individuo sì lo sbadiglio contagioso, ma anche la stessa azione. Grazie a questo particolare i faunisti hanno supposto che lo sbadiglio venga usato dal capobranco per indurre il resto del branco a comportamenti altamente specializzati e sincronizzati, tipo l’inizio della battuta di caccia o azioni di difesa del branco.

A prescindere da deduzioni scientifiche ancora da verificare (ad esempio l’esito fortunoso o meno di una battuta di caccia indotta dallo sbadiglio del capobranco), la contagiosità è prova tangibile di una socializzazione evoluta e di una comunicazione emozionale. E non appartiene solo alla specie umana.
ᶠᵒᵗᵒ: ᵂᵒˡᶠ ᶜᵒⁿˢᵉʳᵛᵃᵗⁱᵒⁿ ᶜᵉⁿᵗᵉʳ

Lupo grigio americano sonnacchioso