Ma le bacche no

𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?

E dopo lo spiegone sull’edera, che presenta unicamente le bacche velenose, eccovi una pianta che per contrappasso dantesco ha esclusivamente le bacche commestibili.

Si tratta del tasso (𝘛𝘢𝘹𝘶𝘴 𝘣𝘢𝘤𝘤𝘢𝘵𝘢, unica specie presente in Italia), conifera che cresce spontanea, ma sempre più raramente, nelle foreste montane umide. Viene invece coltivata con un certo successo a tutte le latitudini e altitudini per scopi ornamentali, sopportando bene potature decise e inquinamento ambientale. Infatti è molto apprezzato nell’arte topiaria, che non è un’attività creativa riguardante i roditori. E’ la capacità di dare forme artistiche a individui singoli o a siepi per farne opere effimere o labirinti verdi.

Il nome del genere deriva dal greco 𝘵ó𝘹𝘰𝘯 che significa arco/freccia, mentre quello specifico 𝘣𝘢𝘤𝘤𝘢𝘵𝘢 indica la produzione di bacche, dette 𝙖𝙧𝙞𝙡𝙡𝙞.

Il legno, duro ma flessibile ed elastico, si presta bene per la costruzione di archi e balestre. Ötzi portava appresso un arco di legno di tasso; qui lo spiegone: https://www.tangia.it/otzi-le-sue-armi/. Ma la peculiarità di utilizzarlo per costruire armi letali (e per abbellire, in una sequenza logica truce, i cimiteri) non sono gli unici motivi per cui è comunemente chiamato ‘albero della morte’.

La caratteristica più segnante è l’alta tossicità di tutte le componenti vegetali: rami, foglie, corteccia, radici, semi; tutto tossico, contenente 𝙩𝙖𝙨𝙨𝙞𝙣𝙖. Questa agisce su vari sistemi, gastroenterico, cardiocircolatorio, respiratorio, causando diarrea, vomito, bradicardia, paralisi cardiaca, ipotermia, dispnea etc. La prognosi, se non si interviene tempestivamente, è infausta e porta al decesso in 2/3 giorni di chiunque abbia ingerito parti tossiche, anche in minime quantità.

Ma gli arilli no: basta staccarli dal rametto su cui crescono e avere l’accortezza di estrarre il semino contenuto (tossicissimo ovviamente) per assaggiarli in tutta sicurezza.

Tornando seri, alcuni decenni fa si è scoperto che il 𝙩𝙖𝙨𝙨𝙤𝙡𝙤, molecola prodotta dalla pianta, è un chemioterapico fondamentale nella lotta contro tumori dei polmoni, mammella e cervello.

E visto che alcuni tassi hanno raggiunto e oltrepassato la considerevole età di 2000 anni (“Itamos” in Grecia, 2000 anni, e “The Fortingall Yew” in Scozia, 2000-3000 anni) valuterei se chiamarlo “l’albero della Vita”.

A breve seguirà spiegone su un altro tasso.

ᶠᵒᵗᵒ: ᵂⁱᵏⁱᵖᵉᵈⁱᵃ ⁻ ᴰⁱᵈⁱᵉʳ ᴰᵉˢᶜᵒᵘᵉⁿˢ