ππ¨ π¬ππ©ππ―π’ ππ‘π?
‘π΄ππππ ππ πππππ’ si adatta benissimo a un genere di insetti che in Friuli VG ha trovato un ambiente ottimale per vivere e moltiplicarsi. Oggi vi parlo delle π’ππ£π©πππ (15 specie presenti in Italia, di cui la piΓΉ famosa Γ¨ la ππ’π―π΅πͺπ΄ π³π¦ππͺπ¨πͺπ°π΄π’) il cui nome generico deriva dal greco ‘mΓ‘ntis’ e significa βveggente, profetaβ per la particolare postura del corpo e delle zampe. Sono originarie dell’Africa ma si sono diffuse in Asia, Europa centro-meridionale e Nord America con estrema facilitΓ , adattandosi anche a climi piΓΉ rigidi rispetto a quelli di provenienza.
Sono insettivore, ma all’occorrenza si nutrono anche di piccoli rettili e anfibi. Fanno caccia d’agguato, posizionandosi immobili tra gli steli erbosi in attesa che passi la preda. Trattandosi di un insetto dalle dimensioni medio-piccole, le sue capacitΓ predatorie sono straordinarie. E la mia meraviglia, ne converrete, Γ¨ giustificata da una serie di accorgimenti e caratteristiche che la rendono un animale davvero affascinante.
Innanzitutto ha 5 π€ππππ. Due grandi occhi composti, posizionati lateralmente sul capo, e 3 π€πππ‘π‘π indipendenti posti sulla fronte. Questi sono funzionali piΓΉ al volo che alla visione, restituendo alla mantide un’immagine sfocata dell’ambiente. PerΓ² riescono comunque a catturare intensitΓ differenti di luminositΓ , triangolando con precisione la posizione di corpi celesti luminosi e fissi (Sole, Luna, stelle).
Invece gli occhi composti sono formati da circa 10’000 π€π’π’ππ©πππ (o “occhi semplici”), recettori di luce, dotati ognuno di una cellula pigmentaria mobile, di colore nero. Questa cellula di giorno si ritrae in posizione protetta dall’esposizione della luce solare, mentre di notte si espande e l’occhio composto assume una colorazione uniformemente nera.
Avete mai provato a osservare una mantide immobile che vi fissa? E’ abbastanza inquietante: sembra che la (presunta) pupilla nera ci segua nei nostri spostamenti. In realtΓ stiamo vedendo ‘solo’ quelle poche cellule pigmentate degli ommatidi che in quel momento sono perpendicolari alla nostra traiettoria visiva. Noi ci spostiamo e altri ommatidi si posizioneranno in perpendicolo al nostro sguardo, senza discontinuitΓ ; e noi vedremo sempre quella che crediamo essere la pupilla attenta e indagatrice. Un effetto simile lo notiamo con elementi catarifrangenti: se una fonte luminosa li colpisce, ci restituiscono sempre un fascio, anche quando noi ci spostiamo e il catarifrangente Γ¨ immobile.
Tutto il complesso di organi visivi sopra elencati, permette alla mantide una π«ππ¨ππ€π£π π¨π©ππ§ππ€π¨ππ€π₯πππ ππ£ π―πΏ. CapacitΓ solitamente riservata ai primati. Oggettivamente, nonostante la fronte ampia, la distanza fra i due occhi composti della mantide Γ¨ troppo breve per garantirle una visione ottimizzata: la profonditΓ Γ¨ una dimensione che si apprezza solo posizionando i due recettori (occhi) a debita distanza tra di loro. E come sopperisce a questa mancanza dimensionale? Si muove, o meglio, muove il π₯π§π€π£π€π©π€, cioΓ¨ il primo segmento del suo torace, quello che potrebbe essere il nostro collo, ritmicamente a destra e sinistra. Amplia cosΓ¬ l’angolo di triangolazione ottenuto dai due occhi e riesce cosΓ¬ a percepire con precisione la distanza a cui si muove la preda.
Ma non basta: la mantide ha anche un π€π§ππππππ€ πͺπ‘π©π§ππ¨π€π£πππ€, in posizione ventrale. Riesce a percepire suoni sopra ai 20’000 Hertz (il range dell’uomo adulto Γ¨ tra 20 e 16’000 Hertz), soprattutto quelli emessi dai chirotteri, i predatori di mantide piΓΉ voraci. L’organo Γ¨ detto “π©ππ’π₯ππ£πππ€” perchΓ© in pratica Γ¨ una fessura lunga circa 1 mm, che si apre al centro del torace dell’insetto e contiene due membrane timpaniche. All’interno della fessura sono collocati 32 sensori neuronali, organizzati in tre gruppi, di cui due disassati rispetto al principale. Tutto ciΓ² per ottenere un’altra struttura capace di recepire con precisione stimoli esterni, in questo caso i suoni. E poi ditemi che non sono animali fantastici.
Passiamo invece agli aspetti piΓΉ noti.
Le due π―ππ’π₯π ππ£π©ππ§ππ€π§π, poco adatte alla locomozione, sono coperte di spine raptatorie, che facilitano cioΓ¨ la presa sulla preda catturata. Quelle posteriori sono dotate di πππ’π€π§π potenti, atte a spiccare salti notevoli. Non tutte le specie di mantidi posseggono ππ‘π. Le specie che ne sono dotate, le usano sia per il volo che per difesa: allargandole, appaiono decisamente piΓΉ grandi e imponenti e possono far desistere un eventuale predatore occasionale.
La mantide Γ¨ comunemente nota per il π₯ππ¨π©π€ post-coito operato dalla femmina a discapito del partner maschile. Sfatiamo un mito: solo un maschio su quattro perde letteralmente la testa durante l’atto; gli altri tre possono fumarsi tranquillamente una sigaretta, dopo. Trattasi comunque di una strategia che assicura una prole numericamente superiore al padre: la femmina se lo mangia per l’apporto nutritivo che rappresenta. Una mamma sazia Γ¨ una mamma piΓΉ prolifica.
E termino lo spiegone con un’altra meraviglia che occhi attenti possono intravvedere anche nel proprio giardino: le π€π€π©ππππ. Ovvero la struttura che mamma mantide depone su supporti fissi, all’inizio della stagione fredda, e che contiene da 70 a 200 uova. Dalla ooteca integra e non parassitata, a maggio/giugno, nascono le neanidi (stadio giovanile) di mantide che diventeranno adulte verso agosto.
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