𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?
Ogni 19 marzo, dal 1997 ad oggi, vengono deposti dei fiori presso l’inferriata delle carceri del castello di Udine. La triste ricorrenza ha origine nell’anno 1421, quando l’ultimo vessillifero friulano…
Ma andiamo per ordine, come sempre.
Verso la fine del XIV secolo, probabilmente nel comune di cui acquisirà il toponimo, nasce 𝙈𝙖𝙧𝙘𝙤 𝙙𝙞 𝙈𝙤𝙧𝙪𝙯𝙯𝙤 (Marc di Murùs), della nobile casata dei D’Arcano. Il suo alto lignaggio, di preteso sangue reale croato, gli riserva il compito e l’onore di portare in guerra la bandiera dello Stato indipendente del Patriarcato di Aquileia, insediatosi in Friuli nel 1077. E’ anche stretto collaboratore e consigliere dell’allora Patriarca, Ludovico di Teck, e giura fedeltà, proprio per il patriottismo che lo contraddistingue, al Patriarcato.
In quegli anni la 𝙍𝙚𝙥𝙪𝙗𝙗𝙡𝙞𝙘𝙖 𝙙𝙞 𝙑𝙚𝙣𝙚𝙯𝙞𝙖 si sta rapidamente espandendo verso nord-est, con l’intento di occupare tutto il bacino adriatico. Trova strenua opposizione, a settentrione, da parte di ungheresi e tedeschi, a cui appartenevano – politicamente e ideologicamente – gli Stati Aquileiesi. Questi si estendevano tra il Friuli e l’Istria (le odierne Slovenia e Croazia) ed erano contrari all’annessione alla Serenissima.
Ma gli oppositori politici si corrompono, si comprano, gli si promette che manterranno i privilegi acquisiti, nonostante un clamoroso voltafaccia. E insinuarsi in lotte e faide locali, come ad esempio quella fra Marco e i signori di Zucco, a cui contendeva con ogni mezzo il possesso del castello di Moruzzo, è un gioco da ragazzi.
Anche i 𝘚𝘢𝘷𝘰𝘳𝘨𝘯𝘢𝘯 hanno un conto in sospeso con Marco: l’alleanza di quest’ultimo con gli Arcoloniani (di origini vicentine), che avevano appoggiato l’espulsione dei Savorgnan dal territorio friulano, aveva indispettito parecchio i nobili udinesi. Tant’è che saranno proprio i Savorgnan ad spalancare porte e portoni all’arrivo dei nuovi alleati Veneziani, tributando loro anche l’atto di sudditanza.
Dopo la 𝙘𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙞 𝙐𝙙𝙞𝙣𝙚 (6 giugno 1420), Marco si ritira nel suo castello sulle colline moreniche, fedele alla sua promessa di custodire, a costo della propria vita, il vessillo della Patria friulana. Resta per giorni in attesa che arrivino i rinforzi d’oltralpe, tanto vagheggiati, ma è una speranza vana. Riesce invece a far fuggire il figlio Pileo, attraverso un passaggio segreto che conduceva al fortilizio della 𝘽𝙧𝙪𝙣𝙚𝙡𝙙𝙚 (nell’odierno comune limitrofo di Fagagna), portandosi appresso il tesoro di Marco. Pare che il rampollo, per rendere più agevole la propria fuga verso le terre amiche, abbia nascosto il tesoro proprio nelle mura della casaforte. Aspettatevi uno spiegone su questo argomento.
La resistenza di Marco dura pochi giorni, considerato il numero soverchiante degli assedianti. Viene catturato e imprigionato nelle carceri del castello di Udine, simbolo del potere della Serenissima in Terra Friulana. E’ condannato a morte, in seguito a un processo-farsa, con pubblica esecuzione in Piazza Libertà. La sua sentenza e morte costituisce evidentemente un’azione dimostrativa, con scopi intimidatori, del nuovo ordine politico, appena insediatosi in questa strategica regione di confine.
Il 13 marzo 1421 Marco redige il suo testamento, chiedendo di essere sepolto accanto ai suoi avi nella chiesa di San Tommaso. Muore improvvisamente 4 giorni dopo; c’è chi dice soffocato (leggi: strangolato), chi invece incolpa una malattia contratta nelle umide segrete udinesi. Ma la condanna a morte dev’essere eseguita ugualmente. Il suo corpo privo di vita viene trasportato sul patibolo e 𝙙𝙚𝙘𝙖𝙥𝙞𝙩𝙖𝙩𝙤 il 19 marzo 1421, unico patriarchino giustiziato in quegli anni dalla Serenissima.
Nel 1986 vengono ritrovati dei documenti redatti nel 1600 da Riccardo D’Arcano (discendente di Marco) che lavorava presso la segreteria Vaticana di Roma; documenti accuratamente nascosti nella copertina di un libro. Vi sono descritti i fatti disdicevoli commessi dalla Repubblica Veneziana ai tempi di Marco.
Ecco perché oggi possiamo ricordare e, volendo, rendere onore al personaggio storico e leggendario che fu Marco. La deposizione floreale presso le carceri castellane udinesi è un omaggio non solo ai martiri dell’antica nazione friulana, ma anche tutte le vittime dell’ingiustizia e dell’oppressione in ogni epoca e latitudine.
ᶠᵒᵗᵒ ⁽ᶜᵃˢᵗᵉˡˡᵒ ᵈⁱ ᴹᵒʳᵘᶻᶻᵒ⁾. ᶜᵃᵗᵃˡᵒᵍᵒ.ᵇᵉⁿⁱᶜᵘˡᵗᵘʳᵃˡⁱ.ⁱᵗ/ᵈᵉᵗᵃⁱˡ/ᴬʳᶜʰⁱᵗᵉᶜᵗᵘʳᵃˡᴼʳᴸᵃⁿᵈˢᶜᵃᵖᵉᴴᵉʳⁱᵗᵃᵍᵉ/⁰⁶⁰⁰⁰⁰⁷⁷⁴³#ˡᵍ⁼¹&ˢˡⁱᵈᵉ⁼⁰