Marcolino

𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?

La toponomastica è, secondo l’enciclopedia Treccani, “lo studio fondamentalmente linguistico dei toponimi o nomi di luogo, sotto l’aspetto dell’origine, della formazione, della distribuzione, del significato ecc. Nella toponomastica si possono distinguere due indirizzi: uno tipologico e l’altro storico. Il primo – quello tipologico – è volto alla constatazione dei modi in cui i nomi di luogo vengono formati o si evolvono e trasformano. L’indirizzo storico è quello che studia i toponimi e le loro evoluzioni nella storia (in senso lato: politica, culturale, linguistica) dei relativi popoli, sia in quanto essa è atta a spiegare tali evoluzioni sia in quanto i toponimi permettono di ricostruire la storia delle popolazioni avvicendatesi in una data località.”

Uno degli esempi di toponomastica storica mista a tipologica mi si è presentata perlustrando le pendici meridionali del “monte delle Grazie” sul cui cocuzzolo sorge il santuario di Castelmonte. Una borgata, raggiungibile pressochè solo a piedi, è indicata sulle cartine col toponimo slavo e quello italiano.

Parto da quello slavo (da uno di essi, viste le numerose grafie verificate), che sorprende per la precisione e accuratezza nella descrizione del territorio. “Laišče“, che in dialetto locale diventa “Laišča”, ma anche “Lasig”, “Lasiza”, “Lasig”, “Lasizza”, lasciando libero sfoggo alla fantasia dei residenti.

Tutte queste varianti derivano però da una radice della lingua slava che si perde nella notte dei tempi. “Laz” significa “prato o radura ricavato da un disboscamento, adibito a pascolo”. Il suffisso “išče” è un diminutivo, vezzeggiativo. Laišče significa quindi “piccolo prato…”.

Ovviamente la mia curiosità non si è attivata per così poco, nonostante debba ammettere il dono della sintesi della lingua slava, capace di riunire in una parola di tre lettere un significato così particolareggiato. Nel borgo, che oggi si chiama “Marcolino / Laišče”, risiedeva un nutrito nucleo famigliare, attestatosi grazie a documenti di compravendite e acquisizioni sul territorio già a partire dal 1600, i Marcolino.

Nello specifico, un’abitazione del borgo Marcolino reca l’iscrizione “1603 𝘥𝘪 22 𝘨𝘪𝘶𝘨𝘯𝘰 𝘪𝘰 𝘔𝘢𝘳𝘤𝘶𝘭𝘪𝘯𝘰 𝘦𝘵 𝘍𝘪𝘭𝘪𝘱𝘱𝘰 𝘧𝘳𝘢𝘵𝘦𝘭𝘭𝘪 𝘥𝘪 𝘓𝘢𝘴𝘪𝘨 𝘢 𝘭𝘢𝘶𝘥𝘦 𝘥𝘪 𝘋𝘪𝘰 𝘦𝘵 𝘔𝘢𝘳𝘪𝘢 𝘩𝘢𝘷𝘦𝘮𝘰 𝘧𝘢𝘵𝘵𝘢 𝘴𝘵𝘢 𝘤𝘢𝘴𝘢”, soppiantando di fatto il cognome locale dei Luchesig (risalente al 1400) che da allora scompare dai documenti scritti.

Lo stemma dei Marcolino rappresenta un faggio solitario, presumibilmente cresciuto in una radura, alla cui ombra pascola un maiale. Infatti i Marcolino erano conosciuti in zona per la loro attività di allevatori di suini. Animali lasciati liberi di pascolare e grufolare su tutti i terreni attorno alla cittadella fortificata di Castelmonte. L’attività abusiva degli allevatori non si limitava all’incontrollato pascolamento dei suini, ma anche ad opere di disboscamento non autorizzate dai legittimi proprietari.

Le più che comprensibili diatribe che ne nascevano, costrinsero i Marcolino a vendere la loro dimora signorile costruita all’interno delle mura della cittadella. E a ritirarsi presumibilmente nel piccolo borgo di provenienza. I discendenti della famiglia si sono sparpagliati in regione, tanto che troviamo toponimi che ce li ricordano a Toppo, Frisanco, Ampezzo, Castions di Strada, Gonars e Dolegna del Collio.

E ora lo spunto curioso: lo stemma sopra descritto campeggia ancora lungo la via di accesso che dal portico d’ingresso raggiunge il santuario di Castelmonte. Reca anche l’iscrizione MDCXI (1611) a ribadire che in quegli anni la famiglia Marcolino aveva acquisito un certo potere economico e sociale, nonostante la loro condotta non proprio lodevole. Provate a cercarlo.

Ultima nota, ovviamente toponomastica: Castelmonte e Marcolino sorgono nel comune di Prepotto. “𝘗𝘳𝘢𝘱𝘳𝘰𝘵” è una voce della lingua slava che significa “felce”. Prepotto suggerisce quindi di essere un “luogo su cui crescono piante di felce”. Mentre la frazione Prapotischis – sempre grazie al suffisso suffisso “išče” già incontrato sopra – indica un “piccolo terreno ricco di felci”.

La fontana di Marcolino
La fontana di Marcolino