๐๐จ ๐ฌ๐๐ฉ๐๐ฏ๐ข ๐๐ก๐?
In Friuli VG sono state reintrodotte solo tre specie animali, precedentemente stanziali ed estinte per mano dell’uomo: la marmotta, lo stambecco e la lince. Oggi vi parlo del roditore plantigrado, appartenente alla famiglia degli sciuridi, animale totem a cui si attribuisce l’arrivo della primavera.
E’ la simpatica ๐ข๐๐ง๐ข๐ค๐ฉ๐ฉ๐ (๐๐ข๐ณ๐ฎ๐ฐ๐ต๐ข ๐ฎ๐ข๐ณ๐ฎ๐ฐ๐ต๐ข), presente nuovamente nelle zone petrose dell’arco alpino dopo essere stata cacciata fino alla sua scomparsa certificata nel XVIII e XIX secolo.
Una prima reintroduzione datata 1910 (lago Dimon) non ha successo, per lo scoppio del primo conflitto mondiale. Ne seguono altre, nonostante la sporadica presenza di individui in dispersione provenienti dall’Austria. Nel 1968 ben 60 esemplari vengono liberati tra Amaro, Sutrio e Zuglio; tra il 1977 e il 1986 i rilasci avvengono in zona Cimolais e Tramonti. A piรน riprese, 1993 – 2003 – 2008, arrivano sulle Dolomiti friulane 165 individui. La piรน recente รจ del 2016, nelle Prealpi Giulie.
Purtroppo non sempre i rilasci sono stati coronati da successi riproduttivi. Alcuni siti di rilascio sono risultati non idonei alla formazione di nuclei famigliari. In altre occasioni sono mancati proprio i numeri di individui rilasciati per garantire una popolazione vitale. Ad oggi la marmotta gode di una salute discreta, con diverse centinaia di esemplari presenti in Friuli VG, raggiungendo quindi gli obiettivi prefissati. Quello di incrementare la presenza di aquile reali nell’ambiente alpino (primaria predatrice della marmotta) e di diminuire la pressione predatoria di quest’ultima su altre specie vulnerabili (lepre variabile, coturnice, pernice bianca).
Mi pare superfluo indugiare sulla descrizione morfologica dell’animale. Riporto solo alcune peculiaritร e caratteristiche singolari.
Vive in gruppi famigliari numerosi, composti dalla coppia riproduttiva, i cuccioli dell’anno (fino a 7) e gli helpers, solitamente figlie di cucciolate precedenti. I maschietti sono presto allontanati dal gruppo e vanno in dispersione.
Abitano nella fascia montana tra 1600 e 3500 mt s.l.m. (con qualche eccezione, tipo Mersino sul Matajรปr), preferendo le praterie ampie, intervallate da pietraie e macigni singoli.
Scavano ๐ฉ๐๐ฃ๐ nel sottosuolo, a ridosso di massi o cumuli di rocce. Le gallerie hanno numerose uscite, che permettono all’animale di spostarsi anche di decine di metri in sicurezza. Gli ingressi sono facilmente riconoscibili per gli accumuli di materiale da scavo depositati lรฌ vicino. Le tane sono articolate in un complesso reticolo di camere e gallerie. La camera principale, scavata a una profonditร di 2/3 metri e imbottita di materiali isolanti, puรฒ accogliere tutto il clan famigliare e serve per trascorrere in letargo i mesi invernali. Quelle secondarie sono destinate alla conservazione di cibo o alla crescita i cuccioli. Poi ci sono le latrine, i corridoi di collegamento e i tunnel di comunicazione con altre tane.
Infatti, in caso di alte densitร di popolazione, famiglie contigue si alleano per l’assegnazione dei compiti e collaborano attivamente.
Essendo la marmotta un erbivoro pascolatore (mangia radici, foglie, fiori, frutta e occasionalmente larve, insetti e uova) passa gran parte del suo tempo col capo chino a procurarsi il cibo. I predatori arrivano di preferenza dall’alto e lasciano pochissimo tempo e spazio al roditore per la fuga. Servono quindi le sentinelle, che appollaiate su massi elevati, tengono d’occhio cielo e terra, alla ricerca di eventuali pericoli per le compagne intente a cibarsi.
Del ๐๐๐จ๐๐๐๐ค della marmotta e del suo significato ho giร parlato qui.
Caratteristici dell’animale sono i ๐๐๐ฃ๐ฉ๐ incisivi, robusti e ben visibili. Sono privi di radice, quindi crescono continuamente. Vengono consumati allo stesso ritmo con la masticazione di vegetali fibrosi.
Notevoli anche le sue ๐ซ๐๐๐ง๐๐จ๐จ๐, i baffi, con cui si orienta alla perfezione nel buio delle tane, dove la vista conta poco.
Il ๐ก๐๐ฉ๐๐ง๐๐ค della marmotta รจ prolungato, va da ottobre a marzo, e puรฒ portare a una perdita di peso di oltre il 50% nell’individuo adulto. Nel loro caso “piรน si รจ, e meglio si sta” garantisce la sopravvivenza del clan famigliare. Il ๐ข๐๐ฉ๐๐๐ค๐ก๐๐จ๐ข๐ค rallenta progressivamente coi primi freddi: i respiri arrivano a 2-3 al minuto, la temperatura corporea da 38ยฐC scende a 7/4ยฐC e i battiti cardiaci a 40/min. Essere in tanti a scaldarsi a vicenda in una tana appositamente allestita, รจ fondamentale.
E da ultimo, a dispetto della stazza goffa e tozza, provate ad aguzzare la vista verso le pendici montane, quando entrate nel loro territorio. Potreste sorprendervi ad osservarle a salire o scendere, da abili e agili scalatrici quali sono, lungo impervi pendii e impegnativi salti rocciosi.
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