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Nei giorni scorsi ho visitato il colle di Medea, ultima propaggine del cosiddetto “Carso isontino”. Mai avrei pensato di trovare, lungo le sue pendici settentrionali, cosรฌ numerose fioriture di ๐๐๐๐ก๐๐ค ๐ข๐๐ง๐ฉ๐๐๐ค๐ฃ๐ (๐๐ช๐ญ๐ช๐ถ๐ฎ ๐ฎ๐ข๐ณ๐ต๐ข๐จ๐ฐ๐ฏ). Ho sempre idealmente collocato la pianta in ambiente montano-carsico ad altezze superiori ai 130 metri del colle in questione. Invece il microclima, l’orografia e la pedologia del sito permette al giglio di crescere rigoglioso.
Il nome generico ‘lilium’ deriva dal greco ‘ฮปฮตฮฏฯฮนฮฟฮฝ leรญrion’, a sua volta tratto dal coptico ‘hlฤri’ e dall’egiziano demotivo ‘แธฅrry’ col significato di “fiore”. Quello specifico invece potrebbe derivare da una parola spagnola che descrive i riccioli di capelli di dama; oppure dal turco ‘martagฤn’ che indica un turbante, la cui forma ricorda il fiore. La fantasia non manca.
Troviamo il martagone in tutto il continente eurasiatico e in quasi tutte le regioni italiane. In Friuli VG vegeta bene tra i 300 e 1800 metri s.l.m. (ma anche sul colle di Medea). Preferisce le radure boschive, suoli argillosi ben drenati, umidi ma freschi, ricchi di composti azotati e basici.
Fiorisce tra giugno e agosto e lo si distingue dagli altri gigli della stessa famiglia solo dal colore: uno sfondo rosa pallido con screziature viola intenso o porpora. I tepali sono incurvati all’indietro, mentre le corolle panciute espongono gli stami penduli piuttosto vistosi
Lo stelo raggiunge e supera il metro di altezza. La parte apicale dello stelo puรฒ ospitare da 3 a 20 fiori, a seconda dell’esposizione alla luce del Sole e ai nutrienti contenuti nel terreno. Quando la densitร di piante e fiori รจ alta, nell’aria si diffonde il loro caratteristico odore forte e non proprio gradevole ai nostri bulbi olfattivi. Invece attrae gli insetti, che hanno il compito di spargere il polline tra le piante e concorrere al perpetrarsi della specie.
Trattandosi di ๐ฅ๐๐๐ฃ๐ฉ๐ ๐ฅ๐ง๐ค๐ฉ๐๐ฉ๐ฉ๐, ne รจ vietata la raccolta sia dello stelo che della pianta intera. La sua esistenza รจ minacciata non solo dagli umani sconsiderati e ignoranti, ma anche dai cinghiali, che amano nutrirsi delle sue radici, e dagli insetti che possono cibarsi delle parti aeree della pianta.
La pianta รจ ๐ฉ๐ค๐จ๐จ๐๐๐, anche se a volte viene usata in erboristeria per diverse proprietร officinali. Il Giglio martagone pare sia pianta espettorante, emmenagoga, diuretica e cardiotonica. Il suo bulbo e i petali sono impiegati per uso esterno per lenire piaghe, eczemi, macchie della pelle e scottature.
Il ๐๐ค๐ก๐ ๐ก๐ค๐ง๐ popolare attribuisce alle radici di giglio martagone la facoltร di trasformare alcuni metalli in oro. Ma anche di alleviare i dolori da dentizione negli infanti. Si raccoglie la radice un venerdรฌ, senza toccarla con le dita, la si avvolge in un fazzoletto di tela, facendo attenzione a evitare i nodi, e lo si appende al collo del bimbo fino ad eruzione avvenuta.
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Bello, un articolo sul Martagone e sul Carso.
Grazie per l’apprezzamento.