Monte San Lorenzo I

๐‹๐จ ๐ฌ๐š๐ฉ๐ž๐ฏ๐ข ๐œ๐ก๐ž?

Cercando in rete notizie sul romitorio del monte di Muris, sono incappata in un articolo scritto dal giornalista friulano Marco Salvador, recentemente deceduto. Alla prima lettura lo relego nel dimenticatoio, non avendo attinenza con l’argomento del mio spiegone. Tra l’altro, si tratta della seconda parte di un racconto molto piรน articolato e avvincente. Ma parla di una zona che conosco piuttosto bene, e il tarlo della curiositร  torna a farsi vivo. Cerco in rete la prima parte del racconto e…

Ecco qui il riassunto, sicuramente indegno, dello scritto del giornalista.

Il Monte San Lorenzo si staglia a una quota modesta, 736 mt. s.l.m, a nord di Maniago e sul versante nord-orientale รจ devastato da una cava estrattiva gestita dal cementificio Zillo. E’ quindi facilmente individuabile e altrettanto facilmente scalabile. Non fosse per i numerosi cartelli che avvertono di “sparo mine”. Ma soprassiedo a queste violenze che perpetriamo ai danni della Natura.

Per raggiungere la cima del monte si puรฒ tentare di percorrere l’antichissima via, di epoca romana, che facilitava il transito dei montanari. Si puรฒ tentare, perchรฉ dell’antica via รจ rimasto ben poco, spazzato via dall’attivitร  estrattiva incurante e ignorante. Si incontrano croci e ancone votive, resti di qualche abitazione spartana, ruderi di ricoveri temporanei. E la chiesa di San Lorenzo, in cima. Dovrร  piegarsi anche lei alla fame di denaro dell’uomo moderno? Sรฌ perchรฉ la cava si sta giร  mangiando il versante su cui sorge la chiesa e avanza inesorabile.

Concentriamoci sulla chiesa, la cui esistenza รจ certificata da un documento datato 1291. Altri documenti testimoniano che nel XV secolo era gestita da un eremita “๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ฑ๐˜ถ๐˜ต๐˜ข๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ข๐˜ญ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ค๐˜ถ๐˜ด๐˜ต๐˜ฐ๐˜ฅ๐˜ช๐˜ข”. In tempi piรน recenti, verso la fine della seconda guerra mondiale, alla chiesa viene affiancata una costruzione in pietra, la cui destinazione d’uso era ben nota: doveva ospitare centraline per ripetitori tv e – in anni piรน recenti – cellulari. Ma l’abbandono e l’incuria hanno permesso alla vegetazione di reimpadronirsi di ciรฒ che in principio era suo. L’imprenditore locale G. Vallar si incarica di restaurarlo.

Ne parla col giornalista Salvador e spunta la leggenda secondo cui l’edificio fosse stato utilizzato da un frate capitato lassรน non si sa bene come. Il frate – raccontano i paesani – farfugliava un italiano stentato, il che fece supporre che fosse di origini slave. O addirittura una spia russa. Fatto sta che alla fine degli anni ’40, quando del misterioso e sedicente eremita si erano ormai perse le tracce, nel pozzo di pertinenza della casetta furono trovati ๐™ง๐™–๐™™๐™ž๐™ค๐™ฉ๐™ง๐™–๐™จ๐™ข๐™ž๐™ฉ๐™ฉ๐™š๐™ฃ๐™ฉ๐™ž. Ma non basta. Durante i lavori di ripristino, in un’intercapedine sono rinvenuti ๐™ž๐™จ๐™ค๐™ก๐™–๐™ฉ๐™ค๐™ง๐™ž ๐™ฉ๐™š๐™ง๐™ข๐™ž๐™˜๐™ž fissati alle travi, associabili a un’antenna celata.

Facciamo un passo avanti. L’articolo del Salvador, datato 2022, racconta che dopo lunghissime e complicate indagini anagrafiche, l’analisi delle poche foto dell’epoca e le ricerche in annali e archivi religiosi si รจ giunti a questi pochi e sparuti dati di fatto.

L’eremita, il presunto eremita, nasce nel 1922 a Pola. Ne fugge in seguito all’avanzata dei Titini che “ripuliscono” i monasteri dalmato-istriani dai “collaborazionisti”, dell’una o dell’altra fazione. Ai frati indesiderati รจ data generosamente l’opzione di farsi ospitare in Triveneto. L’aria che tira รจ pesante e induce il religioso a rifugiarsi dalla sorella a Venezia.

Vi resta fino al 1944, quando bussa alle porte del convento di Padova. Vuole farsi accogliere come fratello laico ed รจ inviato come probando a Fanna (PN), nel santuario di Madonna di Strada. Il convento patavino era gestito, fra gli anni 1943 e 1952 dai frati minori di Camposampiero. Nella biblioteca diocesana del convento รจ custodito un faldone dedicato a “๐™๐™–๐™ฃ๐™ฃ๐™–”. Contiene un rapporto dattiloscritto pervenuto da Madonna di Strada, datato 30 giugno 1952. La firma รจ di padre Sanvidotto e relaziona “๐˜ด๐˜ถ๐˜ญ ๐˜ด๐˜ฐ๐˜จ๐˜จ๐˜ฆ๐˜ต๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ค๐˜ฉ๐˜ฆ ๐˜ด๐˜ช รจ ๐˜ณ๐˜ช๐˜ต๐˜ช๐˜ณ๐˜ข๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ด๐˜ถ๐˜ญ ๐˜ฎ๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ฆ ๐˜ฅ๐˜ช ๐˜š๐˜ข๐˜ฏ ๐˜“๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ป๐˜ฐ ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ด๐˜ช๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ฐ๐˜ด๐˜ฐ ๐˜ฅ๐˜ช ๐˜ถ๐˜ฏ๐˜ข ๐˜ท๐˜ช๐˜ต๐˜ข ๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ฆ๐˜ฎ๐˜ช๐˜ต๐˜ช๐˜ค๐˜ข”.

Segue seconda parte… https://www.tangia.it/monte-san-lorenzo-ii/

แถ แต’แต—แต’ โฝหขแตƒโฟ แดธแต’สณแต‰โฟแถปแต’โพ: สฐแต—แต—แต–หข://แถ แต’โฟแตˆแต’แตƒแตแต‡โฑแต‰โฟแต—แต‰.โฑแต—/

La chiesetta in cima al Monte San Lorenzo
La chiesetta in cima al Monte San Lorenzo