๐๐จ ๐ฌ๐๐ฉ๐๐ฏ๐ข ๐๐ก๐?
Percorrendo la sponda idrografica sinistra del Tagliamento, tra Aonedis e Codroipo potete facilmente individuare ed attraversare numerose volte la roggia di s. Odorico. Si tratta di una derivazione del Tagliamento, operata poco a monte dei cosiddetti “laghetti di pesca sportiva di Pighin”, per fornire il prezioso elemento liquido a numerose attivitร produttive e ricreative sorte nel passato lungo le sponde del grande fiume.
Ad una di queste ho accennato qui: https://www.tangia.it/filanda-banfi/ . Invece oggi vi incuriosisco col ๐ข๐ช๐ก๐๐ฃ๐ค ๐๐ ๐๐๐ซ๐๐จ. La frazione del comune di Sedegliano, nei documenti datati 1774, รจ chiamata ๐ฅ๐ฆ ๐๐ช๐ฑ๐ช๐ด (dal latino “sulle rive”, ovviamente del Tagliamento). Se ne fa menzione in una concessione del Giurisdicente della Serenissima, Mario Savorgnan, a favore di Valentino Pressacco e Angelo Mitri.
In tale occasione fu permesso ai due richiedenti l’uso della “presa”, ovvero derivazione, delle acque della roggia. E di “๐ฆ๐ณ๐ณ๐ช๐จ๐ฆ๐ณ ๐ถ๐ฏ ๐ฎ๐ฐ๐ญ๐ญ๐ช๐ฏ๐ฐ ๐ฅ๐ช ๐ฒ๐ถ๐ข๐ต๐ณ๐ฐ ๐ณ๐ถ๐ฐ๐ต๐ต๐ฆ ๐ค๐ฐ๐ฏ ๐ด๐ถ๐ฐ๐ช ๐ฑ๐ฆ๐ด๐ต๐ฆ๐ญ๐ญ๐ช ๐ด๐ฐ๐ฑ๐ณ๐ข ๐ญ๐ข ๐ณ๐ฐ๐จ๐จ๐ช๐ข”, nelle pertinenze di Rivis, “๐ฏ๐ฆ๐ญ ๐ด๐ช๐ต๐ต๐ฐ ๐ฅ๐ฆ๐ต๐ต๐ฐ ๐ด๐ฐ๐ต๐ต๐ฐ ๐ญ๐ข ๐ฃ๐ถ๐ค๐ค๐ข”. Il mulino, che si chiamerร “๐ฃ๐ช๐ค๐ซ๐ค” per distinguerlo dagli altri due giร presenti in loco, inizierร la sua attivitร produttiva due anni piรน tardi, nel 1776.
I due mulini giร operativi e storicamente piรน antichi, erano quello “๐๐๐ก ๐๐๐จ๐ค”, la cui storia ha inizio nel 1382, quando Giacomo fu Vodorlico, detto “del Rosso” da Pozzo, lasciรฒ in ereditร perpetua alla confraternita di s. Maria eretta nella chiesa di s. Giustina “๐ถ๐ฏ ๐ด๐ถ๐ฐ ๐ฎ๐ฐ๐ญ๐ช๐ฏ๐ฐ ๐ฑ๐ฐ๐ด๐ต๐ฐ ๐ด๐ฐ๐ฑ๐ณ๐ข ๐ญ๐ข ๐ณ๐ฐ๐ช๐ข ๐ฆ๐ต ๐ต๐ฆ๐ณ๐ณ๐ช๐ต๐ฐ๐ณ๐ช๐ฐ ๐ฅ๐ช ๐๐ช๐ท๐ช๐ด ๐ข๐ฑ๐ฑ๐ณ๐ฆ๐ด๐ด๐ฐ ๐ช๐ญ ๐๐ข๐ช๐ข๐ฎ๐ฆ๐ฏ๐ต๐ฐ”. Obbligรฒ i camerari e fabbricieri a dare in elemosina nel giorno del suo anniversario metร dellโaffitto riscosso, a far dire messe ed “๐ข๐ญ๐ต๐ณ๐ฆ ๐ค๐ข๐ณ๐ช๐ต๐ข'”. Nel XIX secolo l’attivitร passรฒ alla famiglia Pressacco di Turrida, detta “da la Visa” che lo riscattรฒ e ne fece abitazione provata nel 1932.
L’altro mulino, chiamato “๐๐ ๐๐๐ข๐ฅ๐๐๐ฃ๐” o “๐๐ถ๐ญ๐ช๐ฏ๐ข๐ต”, era posto a sud di Rivis, ai confini coi territori di Gradisca (di Sedegliano). Di proprietร dei Valoppi, un’antica dinastia di mugnai, passรฒ di mano in mano per ereditร , fino al fatidico anno 1801. Quando l’armata austriaca, in rovinosa ritirata di fronte all’esercito Napoleonico, ne causรฒ gravi danni strutturali. I resoconti dell’epoca riportano saccheggi e violenze perpetrate ai danni dei residenti e dei loro pochi averi. Il mulino cessรฒ di produrre definitivamente nel 1895 e di lui non restano tracce.
Torniamo al mulino “nuovo” che a partire dal 1926 viene sostanzialmente ammodernato nelle attrezzature e nelle tecnologie. Si passa dalle ruote in legno e palmenti (macine) in pietra alla turbina elettrica e ai cilindri rigati. I reperti storici si possono ammirare durante le visite guidate alla struttura.
Il piccolo bacino artificiale costruito all’esterno del mulino, che permette all’acqua di originare una cascatella, ospitava fino a pochi anni fa una turbina idraulica (una Pelton), installata nel 1933. Al giorno d’oggi si puรฒ invece ammirare una ๐๐ค๐๐ก๐๐ idraulica (o chiocciola di Archimede, o vite senza fine) che รจ mossa dalla forza dell’acqua e produce fino a 20 kWh di energia idroelettrica rinnovabile.
Stesso efficientamento รจ toccato alle ๐ข๐๐๐๐ฃ๐. Allora erano composte da due pesanti dischi di pietra scanalati, posti uno sopra l’altro e forati al centro, dove era infilato il palo di trasmissione della forza motrice. Oggi sono costituite da una coppia di cilindri rigati in acciaio, che si avvicinano e allontanano ritmicamente. Sminuzzano cosรฌ con maggiore resa i chicchi del mais, con granulometrie sempre piรน fini. Il passaggio dal chicco alla farina prevede piรน passaggi per i cilindri, gestiti dalla sapienza ed esperienza del mugnaio.
Invece altri utensili e macchinari, quali tramoggia, elevatori, serbatoi a due scomparti, buratti, setacci, ripiani in legno, palette e sacchi hanno mantenuto l’aspetto e la funzione ereditata dall’antichitร e risalgono quasi tutti all’800.
Il comune di Sedegliano ha promosso il recupero e restauro dell’edificio negli anni 2004-2008. Quelli che oggi sono i locali destinati al Museo del Territorio testimoniano l’archeologia industriale della cultura rurale della pianura friulana, basata sull’utilizzazione della forza motrice dell’acqua a scopi produttivi. Sono state recuperate le murature originali in sasso del Tagliamento, mentre le strutture portanti di solai e coperture in legno sono state rifatte rispettando le forme tradizionali. L’edificio รจ attualmente visitabile su richiesta (chiamate pure il 349 2706059). Ogni invito ad approfittare della disponibilitร delle guide locali รจ superfluo.
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