𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?
Alcuni spiegoni fa ho accennato alla pareidolia, quella capacità (o esemplificazione) del nostro cervello di associare immagini note e famigliari (la forma di un animale, il volto di una persona) a forme non altrimenti categorizzabili (nuvole, profili di rilievi, macchie sul muro).
La natura è una tavolozza di colori, forme e volumi a cui noi assegniamo definizioni o immagini del nostro bagaglio culturale.
La classe degli aracnidi – i ragni -, in tal senso, è un calderone zeppo di soggetti papabili per pareidolie più o meno azzardate
Un esempio lampante è il 𝘚𝘺𝘯𝘦𝘮𝘢 𝘨𝘭𝘰𝘣𝘰𝘴𝘶𝘮, un ragno tomiside comune in Italia. I ragni tomisidi sono chiamati anche ragni granchio per la forma allargata del loro primo paio di zampe, che assomiglia alle chele dei granchi.
Ma vengono chiamati anche ragni dei fiori, per l’abitudine di nascondersi nelle corolle di fiori di prato, di cui possono anche assumere il colore per mimetizzarsi. Proprio dalle corolle sferrano gli attacchi alle prede, immobilizzandole con le due zampe anteriori e procurando loro la morte con un morso avvelenato, senza dover ricorrere a una tela appositamente tessuta.
E infine, il nome più identificativo assegnato alla specie: ragno Napoleone. I ragni così chiamati presentano una colorazione gialla, bianca o rossa dell’addome (detto opistoma) e una vistosa macchia nera che assomiglia davvero molto alla silhouette dell’imperatore francese.
Voi la vedete?
ᶠᵒᵗᵒ; ˢʸⁿᵉᵐᵃ ᵍˡᵒᵇᵒˢᵘᵐ: ᴳⁱˡᵇᵉʳᵗᵒ ˢáⁿᶜʰᵉᶻ ᴶᵃʳᵈóⁿ; ᴺᵃᵖᵒˡᵉᵒⁿᵉ: ᴬˡᵃᵐʸ