Oltrerugo

𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?

A Castelnovo del Friuli, oltre alla Raccolta archeologica delle ceramiche di Villa Sulis e alla casa natale di Virginia Tonelli (i relativi spiegoni li trovate qui:: https://www.tangia.it/villa-sulis/ e https://www.tangia.it/virginia-tonelli/ ) troviamo anche siti di interesse geologico notevoli. Uno di questi è il geosito di Oltrerugo (frazione di Castelnovo, PN). Arrivarci è piuttosto facile: il geosito affiora lungo il ciglio della strada chiamata “Davour la Mont” (dietro il monte).

Cosa rappresenta questo luogo così interessante? E’ la testimonianza di quello che era il Friuli nel periodo compreso fra 10 e 6 milioni di anni fa. Una 𝙗𝙖𝙞𝙖 𝙙𝙚𝙡𝙩𝙞𝙯𝙞𝙤-𝙡𝙖𝙜𝙪𝙣𝙖𝙧𝙚 posta a ridosso di quelli che oggi sono i primi rilievi della pedemontana carnica. La baia è stata originata dalla foce di un corso d’acqua di smantellamento prealpino. E’ poi stata sommersa da acqua marina, che l’ha trasformata in una battigia (spiaggia semisommersa) di sabbia ghiaiosa. Successivamente il delta fluviale – probabilmente del Paleo-Meduna – si è allungato verso il mare aperto. E’ poi abbondantemente sommerso dal mare in fase di innalzamento, per venire infine sollevato nella posizione odierna dallo scontro fra le placche tettoniche.

Anche l’osservatore più disattento nota la 𝙨𝙩𝙧𝙖𝙩𝙞𝙜𝙧𝙖𝙛𝙞𝙖 di diversi materiali rocciosi, di granulometrie e di colori dei sedimenti che si alternano, nonché l’azione erosiva di un corso d’acqua e il sollevamento della catena prealpina.

Ma partiamo dall’inizio, o meglio, da sotto. Alla base del geosito sono posizionate 𝙨𝙖𝙗𝙗𝙞𝙚 per un’altezza di 5 metri. La loro composizione è calcarea e dolomitica, quindi sono il risultato dello sgretolamento della catena alpina carnica ad opera di un reticolo idrico che li ha portati verso la pianura. Tra queste sabbie si notano sottili depositi (1 – 5 mm.) di 𝙖𝙧𝙜𝙞𝙡𝙡𝙖, originatisi dalla decomposizione di materiale vegetale spiaggiato nella baia marina di acqua bassa e stagnante.

Al di sopra delle sabbie, per uno spessore di 10 metri, si stagliano i 𝙘𝙤𝙣𝙜𝙡𝙤𝙢𝙚𝙧𝙖𝙩𝙞. Sono rocce formatesi da sedimenti incoerenti inizialmente (cioè quando il corso d’acqua li ha deposti in loco), poi cementatisi grazie alla pressione subita dagli strati soprastanti. E’ dunque una roccia solida, ma dall’aspetto rivelatore del materiale che la compone. La granulometria dei ciottoli aumenta salendo verso la sommità del rilievo.

I geologi lo spiegano così: il delta fluviale stava avanzando verso il largo, spostando in avanti la 𝙡𝙞𝙣𝙚𝙖 𝙙𝙞 𝙧𝙞𝙫𝙖. Un corso d’acqua depone, salvo dinamiche disturbate, i ciottoli più grossolani a monte, mentre trasporta lungo il proprio letto e verso la foce ciottoli a mano a mano sempre più piccoli. Allungandosi il letto del fiume, con conseguente avanzamento della foce (o linea di riva) di cui sopra, l’acqua perde anche la forza trasportatrice dei materiali litici. E’ logico quindi pensare che in uno stesso punto, col trascorrere del tempo, si depositino calibri sempre maggiori di ghiaie.

Per terminare il viaggio nel tempo e nello spazio di Olterrugo, si osserva in cima al cocuzzolo uno spesso strato di 𝙡𝙞𝙢𝙞 𝙚 𝙨𝙖𝙗𝙗𝙞𝙚, ricco di 𝙛𝙤𝙨𝙨𝙞𝙡𝙞 di un mollusco – 𝘖𝘴𝘵𝘳𝘦𝘢 𝘤𝘳𝘢𝘴𝘴𝘪𝘴𝘴𝘪𝘮𝘢 – tipico dei fondali lagunari. Questo strato testimonia il periodo di relativa quiete raggiunto dall’area, prima che lo scontro fra le placche tettoniche (eurasiatica e africana) ne sollevasse i sedimenti, dando origine alle Prealpi carniche. Una 𝙡𝙖𝙜𝙪𝙣𝙖 𝙩𝙧𝙖𝙣𝙦𝙪𝙞𝙡𝙡𝙖 caratterizzata da sedimenti quasi esclusivamente fini (limi, appunto).

Suggerisco una visita al geosito, per apprezzare di persona le vicissitudini geologiche della nostra regione, o almeno di uno spicchio di essa.

ᶠᵒᵗᵒ: ʷʷʷ.ᵃⁿᵈᵃʳᵖᵉʳᵛᵃˡˡⁱ.ⁱᵗ