Il Perdon

๐‹๐จ ๐ฌ๐š๐ฉ๐ž๐ฏ๐ข ๐œ๐ก๐ž?
๐˜พ๐™ก๐™–๐™ช๐™ฏ๐™š๐™ฉ๐™ฉ๐™ค รจ un comune delle Prealpi carniche, abbarbicato alle pendici del monte Pala. Per la sua posizione geografica e panoramica viene chiamato il “Balcone del Friuli” ed effettivamente, dai numerosi belvederi sparsi per il paese, si puรฒ abbracciare con lo sguardo ampia parte del Friuli VG. Ma Clauzetto รจ conosciuto anche per la chiesa di San Giacomo, costruita in posizione dominante e raggiungibile salendo gli 98 gradini dell’imponente scalinata antistante.

Il primo documento attestante la sua esistenza risale al Quattrocento, quando viene citata come filiale della pieve di San Martino d’Asio. Negli anni successivi le testimonianze riportano la dotazione crescente di arredi sacri, allestimenti interni, rifacimenti e ampliamenti della struttura: un fonte battesimale nel 1552, le campane nel 1578, tre altari nel 1584. L’edificio di culto attuale venne riedificato sulle fondamenta della pre-esistente nel 1618 e consacrata nel 1727; il campanile รจ del 1732.

Ma non sono l’imponenza della chiesa o la sua posizione panoramica che inducono numerosi i fedeli a visitarla: รจ la reliquia del ๐™‹๐™ง๐™š๐™ฏ๐™ž๐™ค๐™จ๐™ž๐™จ๐™จ๐™ž๐™ข๐™ค ๐™Ž๐™–๐™ฃ๐™œ๐™ช๐™š ๐™™๐™ž ๐™‚๐™š๐™จ๐™ช’, custodita nella chiesa in un apposita teca.
Ma facciamo un passo indietro: la reliquia giunge fino qui portata da un membro della famiglia Cescutti, servitore di un ambasciatore veneziano a Costantinopoli.

Quando quest’ultimo muore, dona il lembo di tessuto intriso del sangue di Gesรน al suo fedele collaboratore clauzettano. La famiglia Cescutti lo conserva per anni, di nascosto e con somma venerazione, fino a quando il pievano locale, Giovanni Antonio Cavallutti, viene a conoscenza del reperto. Il prelato convince la famiglia a donarlo alla chiesa perchรฉ “๐˜ฅ๐˜ช ๐˜ด๐˜ฐ๐˜ฎ๐˜ฎ๐˜ฐ ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ฐ ๐˜ข๐˜ญ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ง๐˜ฆ๐˜ฅ๐˜ฆ ๐˜ค๐˜ฉ๐˜ฆ ๐˜ญ๐˜ข ๐˜™๐˜ฆ๐˜ญ๐˜ช๐˜ฒ๐˜ถ๐˜ช๐˜ข ๐˜ด๐˜ช ๐˜ฆ๐˜ด๐˜ฑ๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ฆ๐˜ด๐˜ด๐˜ฆ ๐˜ข๐˜ญ ๐˜ฑ๐˜ถ๐˜ฃ๐˜ฃ๐˜ญ๐˜ช๐˜ค๐˜ฐ ๐˜ค๐˜ถ๐˜ญ๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ช ๐˜ง๐˜ฆ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ญ๐˜ช”.

In contemporanea il Cavallutti si adopera perchรฉ venga riconosciuta l’autenticitร  del reperto. Questa viene decretata il 28 maggio 1755 dal Patriarca di Venezia Alvise Foscari con l’apposizione del sigillo alla reliquia e un documento che recita: “๐˜›๐˜ฆ๐˜ด๐˜ต๐˜ช๐˜ฎ๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ช๐˜ข๐˜ฎ๐˜ฐ – ๐˜ณ๐˜ฆ๐˜ญ๐˜ข๐˜ต๐˜ช๐˜ท๐˜ข๐˜ฎ๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ฆ ๐˜ข๐˜ฅ ๐˜ถ๐˜ฏ๐˜ข ๐˜ค๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ต๐˜ข ๐˜š๐˜ข๐˜ค๐˜ณ๐˜ข ๐˜™๐˜ฆ๐˜ญ๐˜ช๐˜ฒ๐˜ถ๐˜ช๐˜ข ๐˜ข ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ช ๐˜ฑ๐˜ณ๐˜ฆ๐˜ด๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ข๐˜ต๐˜ข ๐˜ฎ๐˜ถ๐˜ฏ๐˜ช๐˜ต๐˜ข ๐˜ฅ๐˜ช ๐˜ณ๐˜ฆ๐˜จ๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ข๐˜ณ๐˜ฆ ๐˜ด๐˜ช๐˜จ๐˜ช๐˜ญ๐˜ญ๐˜ฐ ๐˜ฅ๐˜ข ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ช ๐˜ท๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ช๐˜ง๐˜ช๐˜ค๐˜ข๐˜ต๐˜ฐ – ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ด๐˜ถ๐˜ข ๐˜ข๐˜ถ๐˜ต๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ช๐˜ค๐˜ช๐˜ตร : ๐˜ข๐˜ฃ๐˜ฃ๐˜ช๐˜ข๐˜ฎ๐˜ฐ ๐˜ข๐˜ค๐˜ค๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ต๐˜ข๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ค๐˜ฉ๐˜ฆ ๐˜ด๐˜ช ๐˜ต๐˜ณ๐˜ข๐˜ต๐˜ต๐˜ข, ๐˜ค๐˜ช๐˜ฐรจ, ๐˜ฅ๐˜ช ๐˜ถ๐˜ฏ๐˜ข ๐˜ฑ๐˜ข๐˜ณ๐˜ต๐˜ช๐˜ค๐˜ฆ๐˜ญ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ญ ๐˜š๐˜ข๐˜ฏ๐˜จ๐˜ถ๐˜ฆ ๐˜ฅ๐˜ช ๐˜•๐˜ฐ๐˜ด๐˜ต๐˜ณ๐˜ฐ ๐˜š๐˜ช๐˜จ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ฆ ๐˜Ž๐˜ฆ๐˜ดรน ๐˜Š๐˜ณ๐˜ช๐˜ด๐˜ต๐˜ฐ, ๐˜ค๐˜ฉ๐˜ฆ ๐˜ข๐˜ฃ๐˜ฃ๐˜ช๐˜ข๐˜ฎ๐˜ฐ ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ฏ ๐˜ณ๐˜ช๐˜ท๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ป๐˜ข ๐˜ณ๐˜ช๐˜ฑ๐˜ฐ๐˜ด๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ฆ ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ญ๐˜ฐ๐˜ค๐˜ข๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ช๐˜ฏ ๐˜ถ๐˜ฏ๐˜ข ๐˜ต๐˜ฆ๐˜ค๐˜ข ๐˜ฅ’๐˜ข๐˜ณ๐˜จ๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ฅ๐˜ช ๐˜ง๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ฎ๐˜ข ๐˜ฐ๐˜ท๐˜ข๐˜ญ๐˜ฆ, ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ฏ ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ฑ๐˜ข๐˜ณ๐˜ต๐˜ฆ ๐˜ช๐˜ฏ๐˜ต๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ฏ๐˜ข ๐˜ฅ๐˜ช ๐˜ค๐˜ณ๐˜ช๐˜ด๐˜ต๐˜ข๐˜ญ๐˜ญ๐˜ฐ, ๐˜ฃ๐˜ฆ๐˜ฏ ๐˜ด๐˜ต๐˜ณ๐˜ฆ๐˜ต๐˜ต๐˜ข ๐˜ฅ๐˜ข ๐˜ถ๐˜ฏ ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ฅ๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ค๐˜ช๐˜ฏ๐˜ฐ ๐˜ฅ๐˜ช ๐˜ด๐˜ฆ๐˜ต๐˜ข ๐˜ฅ๐˜ช ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ฆ ๐˜ณ๐˜ฐ๐˜ด๐˜ด๐˜ฐ, ๐˜ฆ๐˜ฅ ๐˜ข๐˜ท๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ฆ ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ฎ๐˜ฆ ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ณ๐˜ข๐˜ด๐˜ด๐˜ฆ๐˜จ๐˜ฏ๐˜ฐ ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ญ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ด๐˜ถ๐˜ข ๐˜ช๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ช๐˜ตร  ๐˜ช๐˜ญ ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ด๐˜ต๐˜ณ๐˜ฐ ๐˜ด๐˜ช๐˜จ๐˜ช๐˜ญ๐˜ญ๐˜ฐ ๐˜ช๐˜ฎ๐˜ฑ๐˜ณ๐˜ฆ๐˜ด๐˜ด๐˜ฐ ๐˜ฏ๐˜ฆ๐˜ญ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ค๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ข๐˜ญ๐˜ข๐˜ค๐˜ค๐˜ข.”

Il Pontefice Clemente XIV concede di conseguenza l’indulgenza plenaria a tutti i fedeli che – confessati e comunicati – avessero visitato la chiesa di San Giacomo di Clauzetto in occasione della ricorrenza della funzione, da cui l’origine del nome di “Perdon”.
Nel volgere di pochi anni la reliquia diventa oggetto di culto, venerazione e pellegrinaggi di massa. I fedeli accorrono da tutta la regione, ma la venerazione coinvolge anche credenti provenienti dall’Austria, Slovenia e regioni italiane limitrofe.
Ancora oggi si puรฒ ottenere lโ€™indulgenza plenaria ogni prima domenica del mese nel giorno del “Perdon Grande”, che si celebra nella solennitร  dellโ€™Ascensione, e del “Perdon Piccolo”, la prima domenica di luglio, e nei mesi di luglio e agosto.

Ma l’aspetto che attira maggiormente la mia attenzione (e che sarร  oggetto di spiegone futuro) sono le proprietร  taumaturgiche – vere o presunte – della reliquia.
Proprio durante la celebrazione del “Perdon” accorrevano numerosi gli โ€œspiritazโ€ o indemoniati per bere alcuni sorsi d’acqua che era stata preventivamente benedetta alla vigilia dell’Epifania. Questo rito esorcistico avrebbe scacciato il maligno dalle sue vittime.

I pellegrinaggi a scopo esorcistico degenerarono presto in superstizione e il governo austriaco li proibรฌ tout court. Nonostante ciรฒ, le folle continuarono ad accalcarsi fino alla prima metร  del Novecento; poi l’interesse scemรฒ e oggi permangono solo i racconti e le leggende riguardanti episodi di isteria collettiva che si perdono nella notte dei tempi… e che vi racconterรฒ a breve.
แถ แต’แต—แต’: สฐแต—แต—แต–หข://แตƒโฟแตˆแตƒสณแต–แต‰สณแต›แตƒหกหกโฑ.โฑแต—/แถœแต’หขแตƒโปแต›แต‰แตˆแต‰สณแต‰/แถœสฐโฑแต‰หขแต‰/แถœสฐโฑแต‰หขแตƒโปแตˆโฑโปหขแตƒโฟโปแตโฑแตƒแถœแต’แตแต’/

Chiesa di San Giacomo, luogo del Perdon
Chiesa di San Giacomo